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Manca il personale qualificato... e “Da Nadia” chiude a Clusane

La regina del lago d'Iseo chiude la sua cucina storica, stanca di non trovare cuochi o camerieri per un servizio di livello. «Devo fermarmi per forza» racconta amareggiata a Italia a Tavola, «ma non credo di fermarmi a lungo. Amo troppo questo lavoro». Il suo, quindi, non è un addio definitivo, ma un “arrivederci” carico di speranza

di Gabriele Pasca
22 ottobre 2024 | 18:48
Manca il personale qualificato... e “Da Nadia” chiude a Clusane
Manca il personale qualificato... e “Da Nadia” chiude a Clusane

Manca il personale qualificato... e “Da Nadia” chiude a Clusane

La regina del lago d'Iseo chiude la sua cucina storica, stanca di non trovare cuochi o camerieri per un servizio di livello. «Devo fermarmi per forza» racconta amareggiata a Italia a Tavola, «ma non credo di fermarmi a lungo. Amo troppo questo lavoro». Il suo, quindi, non è un addio definitivo, ma un “arrivederci” carico di speranza

di Gabriele Pasca
22 ottobre 2024 | 18:48
 

È una processione di persone che accorre da ogni dove ad animare gli ultimi giorni di attività del ristorante Da Nadia, a Clusane (Bs), uno degli scorci più belli sul lago d'Iseo. C'è un via vai continuo, fatto di volti noti e meno noti, clienti fedeli che non vogliono mancare l'ultimo appuntamento con un pezzo di storia della ristorazione. Alcuni portano fiori, altri piante, qualcuno piccoli regali. Si avverte nell'aria il peso della chiusura imminente, ma anche il senso di riconoscenza verso chi, con 34 anni di esperienza alle spalle, ha saputo costruire qualcosa di unico.

Nadia Vincenzi, una vita dedicata al mestiere

Il ristorante ha “traslocato” a Clusane da circa due anni, ma la carriera nella ristorazione di questa cuoca (attenzione a chiamarla chef, potrebbe arrabbiarsi) è molto più lunga. «Quando vado al tavolo e spiego la mia cucina, il cliente sente l'amore che ci metto» spiega. Un amore che, però, non è facile da tramandare. «I ragazzi di oggi non sono più quelli di una volta» confessa a Italia a Tavola con una punta di amarezza. La difficoltà non è solo nel formare nuove leve, ma nel trovare personale che condivida quella stessa passione, quel rispetto per il lavoro che l'ha contraddistinta da sempre.

Manca il personale qualificato... e “Da Nadia” chiude a Clusane

Chiude il ristorante di Nadia Vincenzi a Clusane (Bs)

Nadia ha iniziato a cucinare in circostanze difficili. Suo padre, trasferitosi in Molise per aprire uno dei primi ristoranti della zona, fu vittima di un grave incidente quando lei aveva appena 17 anni. Senza patente e con un fratello più giovane, si trovò a dover gestire la situazione, recandosi personalmente a Termoli e Vasto per procurarsi il pesce fresco. È in quei momenti che ha imparato a conoscere a fondo il pesce, una conoscenza che sarebbe divenuta il fulcro della sua cucina.

Nadia Vincenzi, tra fatica e soddisfazioni: l'inevitabile decisione di fermarsi

Oggi racconta senza mezzi termini come le circostanze l'abbiano portata a una decisione dolorosa: «Se avessi avuto un aiuto diverso, forse avrei potuto riposarmi di più e magari non avrei chiuso». La stanchezza accumulata e la mancanza di collaboratori all'altezza sono fattori determinanti, eppure, nonostante tutto, c'è una certa serenità nelle sue parole. Le difficoltà fanno parte di un percorso lungo, segnato dalla fatica ma anche dalle tante soddisfazioni.

La zuppa di pesce: un rito che racconta la vera essenza della cucina

Il piatto simbolo di questo percorso è la celebre zuppa di pesce. «Nessuno me la copia, sai perché? Perché c'è un lavoro immenso dietro» dice senza giri di parole. Il procedimento è rigoroso e, per certi versi, quasi maniacale. I tegami di terracotta, che fanno parte dell'essenza stessa del piatto, vengono fatti arrivare dall'Abruzzo. Ma prima di essere utilizzati, devono essere bolliti per ore con i pomodori per eliminare la schiuma. «Se non lo fai, non è buona» dice categorica. È un lavoro che richiede tempo e pazienza, ma che per Nadia rappresenta il vero cuore della sua cucina. «La mia cucina è sempre stata così, anche quando avevo la stella Michelin» spiega. Niente fronzoli, solo piatti veri, sostanziosi, che parlano la stessa lingua del mare. «La mia cucina costa» ribadisce. E costa non solo in termini di ingredienti, ma soprattutto in termini di impegno. Il pesce, fresco e selezionato personalmente, viene da Chioggia, e dietro c'è un lavoro continuo che pochi sarebbero disposti a sostenere.

Manca il personale qualificato... e “Da Nadia” chiude a Clusane

La zuppa di pesce di Nadia Vincenzi

I tegami, tanto indispensabili quanto fragili, spesso si rompono durante il processo. «Penso di averne rotti una cinquantina negli ultimi mesi» dice. Ma il risultato ripaga. «Quando i clienti vedono arrivare questi tegami fumanti al tavolo, capiscono che stanno per mangiare qualcosa di vero» sottolinea con orgoglio. E non è solo il piatto a stupire: spesso i clienti si portano a casa il sugo avanzato, e Nadia, con la cura di chi sa prendersi il tempo per ogni cliente, suggerisce quale pasta preparare il giorno dopo.

Un legame che va oltre il cibo: la riconoscenza dei clienti

Nonostante tutto, la chiusura si avvicina, e con essa la consapevolezza che una pagina importante della sua vita professionale si sta chiudendo. «Io spero si tratti solo di un arrivederci. Devo fermarmi per forza, ma non credo di stare ferma a lungo. Amo troppo questo lavoro». E l'amore, come spesso accade, è ricambiato. Nel bilancio di questi anni, Nadia non ha dubbi: «Le gioie sono state tante», dice, guardando con affetto i tanti regali lasciati dai clienti nel corso del tempo. Piante, fiori e piccoli oggetti che decorano il ristorante sono il segno tangibile di un rapporto che va oltre il semplice legame tra cuoca e cliente. «La stanchezza c'è, e anche le difficoltà con il personale, ma le gioie restano».

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Il ritorno alla ristorazione autentica: il futuro secondo Nadia Vincenzi

Ma, nonostante tutto, Nadia è convinta che ci sarà un ritorno ai gusti di una volta. «Tornerà il concetto di ristorazione vera e propria» dice sicura. La cucina, per lei, è ciclica: le mode passano, ma la sostanza resta. E la sua zuppa di pesce, con il suo rituale fatto di tegami di terracotta, bollitura dei pomodori e pesce fresco di giornata, ne è l'esempio perfetto. Un piatto che, per quanto impegnativo e costoso, è l'essenza stessa della sua filosofia: cucinare con amore, dedicarsi al cliente e non scendere a compromessi.

Manca il personale qualificato... e “Da Nadia” chiude a Clusane

Nadia Vincenzi chiude il suo ristorante a Clusane

E mentre l'ultimo piatto di zuppa di pesce viene servito, Nadia guarda avanti, con la stessa grinta che ha segnato tutta la sua carriera. Per lei, questo non è un addio, ma un arrivederci. E la gente che continua ad affollare il ristorante lo sa bene: Nadia tornerà. Perché chi ha dedicato la vita alla ristorazione non può restare troppo a lungo lontano dai fornelli. E il suo ristorante resterà nel cuore di chiunque abbia avuto la fortuna di varcarne la soglia.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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