E alla fine, pare esser giunti a una sorta di compromesso. O quantomeno a una (necessaria e fin troppo tardiva) specifica che le cantine italiane, ma non solamente, inseguivano da tempo. Ora si è pronunciato anche il Parlamento Europeo: non è il consumo bensì l'abuso di alcol, il fattore di rischio per lo sviluppo di malattie non trasmissibili. Con 63 voti a favore, 2 contrari e 5 astenuti, la commissione Ambiente del Parlamento europeo ha detto sì agli emendamenti fortemente voluti dal mondo del vino, non solo del nostro Paese ma anche di francesi e spagnoli, rispettivamente al terzo e primo posto come Paesi europei esportatori (seconda è proprio l'Italia). Una conferma "dai piani alti" rispetto a quanto già avevamo detto la scorsa primavera in riferimento all'iniziativa di sensibilizzazione sul tema promosso dalla cantina Mezzacorona, ambasciatrice di Wine in Moderation, associazione che promuove la cultura del bere consapevole. Quel tipo di bere "salvato" ora proprio dall'UE.
Vino e alcol, l'Ue apre uno spiraglio. Chi sono i maggiori esportatori di vino?
Delle etichette salutistiche si è discusso e dibattuto a lungo negli ultimi mesi, specialmente da quando in Irlanda è stato dato il definitivo ok al loro uso sulle bottiglie di alcolici. Un provvedimento che a breve potrebbe interessare tutti i mercati, tanto da mettere in allarme i principali Paesi produttori ed esportatori di vino. L'Italia fino al 2021 è stato il primo Paese nel mondo nella speciale classifica sui produttori, già da tempo sul podio assieme a Francia (ora leader in questa speciale classifica) e Spagna.
Alcol e vino, l‘Ue distingue tra consumo e abuso
Per quanto riguarda l'export, invece, è la Spagna a vendere oltreconfine più vino, seguita da Italia e Francia (gli ultimi dati parlano, rispettivamente, di 23, 22 e 15 milioni di ettolitri esportati). In questo 2023, a livello mondiale, l'export di vino nel periodo gennaio-agosto dovrebbe assestarsi su un segno meno di poco superiore all'8%. È quanto emerso dall'ultimo forum Wine Monitor Nomisma tenutosi a Bologna lo scorso 26 ottobre: nei primi otto mesi del 2023, per i fermi e i frizzanti acquistati nei 12 mercati internazionali più importanti (che assieme rappresentano oltre il 60% sull'import mondiale) il calo dei volumi è dell'8%. Discorso simile per gli spumanti, assestatisi a un -9% rispetto allo stesso periodo del 2022. A pesare, in particolar modo, l'inflazione registrata negli ultimi mesi.
Da combattere è l'abuso, non il consumo di alcol. La soddifazione di Federvini
La Federvini accoglie «... con soddisfazione l'esito della votazione odierna, raggiunto anche grazie al prezioso contributo della delegazione italiana, e lo consideriamo un importante tassello nel percorso verso la revisione della dichiarazione politica delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili, in calendario per l'estate del 2025». Questo il commento di Micaela Pallini, Presidente Federvini a margine del voto espresso nella giornata di oggi in Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (COMENVI) del Parlamento europeo che ha promosso gli emendamenti di compromesso che pongono il focus sull'abuso di alcol, e non sul consumo, come fattore di rischio per lo sviluppo di malattie non trasmissibili.
Micaela Pallini, presidente Federvini
La Federazione ritiene che la proposta di relazione presentata dell'onorevole Erik Poulsen e gli emendamenti di compromesso adottati stamani con 63 voti a favore, 2 contrari e 5 astenuti siano equilibrati e coerenti con la dichiarazione politica adottata nel 2018 dall'Assemblea delle Nazioni Unite, laddove si identifica l'abuso e non il consumo di alcol fra i fattori di rischio correlati alle malattie non trasmissibili. Nei mesi scorsi si è costituita all'interno della Commissione COMENVI del Parlamento europeo la Sottocommissione per la sanità pubblica (SANT), fra le cui prime iniziative c'è stata la proposta di rapporto sulle malattie non trasmissibili a firma dell'On. Erik Poulsen, deputato danese del gruppo Renew. Il voto in plenaria è atteso per il prossimo 11 dicembre.
Europa: quali sono i Paesi in cui si consuma più alcol?
Stando ai dati riportati dal 2021 European health report della World Health Organization, e come fa sapere anche l'Istituto Superiore di Sanità, in Europa ogni anno ogni persona, dai 15 anni in su consuma in media 9,5 litri di alcol puro, che equivalgono a circa 190 litri di birra, 80 litri di vino o 24 litri di alcolici. Dei 10 Paesi che bevono di più al mondo nove si trovano nell'Unione europea. Nel 2019, l'8,4% della popolazione adulta dell'Ue (dai 15 anni in su) ha consumato alcol ogni giorno, il 28,8% ha bevuto ogni settimana, e il 22,8% ogni mese mentre il 26,2% ha dichiarato di non aver mai consumato bevande alcoliche o di non averne consumato negli ultimi 12 mesi. Nel 2019, i primi 10 Paesi europei con il più alto consumo di alcol pro capite sono stati Repubblica Ceca (14,3 litri), Lettonia (13,2), Moldavia (12,9), Germania (12,8), Lituania (12,8), Irlanda (12,7), Spagna (12,7), Bulgaria (12,5), Lussemburgo (12,4) e Romania (12,3).
Vino, dal Governo in arrivo 18 milioni per la promozione extra Ue
Di recente Il ministero dell'Agricoltura ha pubblicato la graduatoria provvisoria dei beneficiari dei fondi per l'Ocm (la misura che concede finanziamenti e contributi per i Produttori Vitivinicoli) per la promozione dei vini nei mercati fuori dall'Unione europea. Dopo un susseguirsi di ritardi e proroghe sono stati resi noti i progetti nazionali 2023/24. In totale sono 11 i progetti nazionali sull'Ocm promozione ritenuti idonei dal Comitato di valutazione riunitosi lo scorso 19 settembre. Il ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare finanzierà le attività delle imprese con quasi 18 milioni di euro.
Vino, in arrivo finanziamenti dal Governo per i mercati extra Ue
In graduatoria, il punteggio più alto è stato assegnato a Federdoc e, a pari merito, a Vigneto Italia, rispettivamente con un progetto da 502mila euro e da 1,93 milioni di euro. A seguire i progetti promozionali di La Marca (4 mln), Nosio (6,18 mln), Santa Margherita Kettmeir con Cantine Torresella (quasi 6 mln), Gruppo italiano vini (5 mln), Fantini Group (4,33 mln), Casa vinicola Zonin s.p.a. (5,7 mln), l'Associazione temporanea di imprese (Ati) Italian wine selection (4,5 mln), l'Ati Italy to the edge of the world (1,5 mln) e a chiudere l'associazione Be wines (3,5 mln).