Finalmente il Bonus Cuochi diventa operativo, e alla Camera dei Deputati si è svolta una conferenza stampa - presieduta dalla promotrice del provvedimento, la vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera l’onorevole Maria Spena, insieme al portavoce della Federazione della Federazione Italiana Cuochi chef Alessandro Circiello e il consigliere nazionale di Euro-Toques, l'associazione dei cuochi europei, Antonino Fratello – proprio per illustrare il contenuto della misura riservata ai cuochi professionisti alla luce dell’emanazione del decreto attuativo.
Alessandro Circiello e Maria Spena
Bonus Cuochi, un iter lungo e complesso
Il Bonus Cuochi 2022 per i cuochi professionisti è stato introdotto dalla Legge di Bilancio del 2021, ed inizialmente se ne poteva usufruire in un periodo di tempo che andava dal 1 gennaio 2021 al 30 giugno 2021 su spese sostenute dall’azienda. Ma in assenza del decreto attuativo non è mai divenuto operativo.
Il Decreto Milleproroghe, con l’articolo 18-quater, ne conferma la proroga fino al 31 dicembre 2022, finanziandola con 3 milioni di euro. Il Bonus Cuochi 2022 prevede un credito di imposta del 40% fino ad un massimo di 6mila euro riconosciuto su spese sostenute per attrezzature professionali legate al mestiere o per corsi di aggiornamento.
Come funziona il Bonus Cuochi
Il credito d’imposta - in cui rientra anche l’Iva se questa rappresenta per il cuoco un costo effettivo non recuperabile) – viene riconosciuto ai cuochi dipendenti in ristoranti e alberghi con regolare contratto di lavoro subordinato; lavoratori autonomi in possesso di partita Iva dal 1° gennaio 2021 per le attività di cuoco professionista svolte comunque sempre in alberghi e ristoranti. Per accedere allo sconto fiscale i cuochi devono aver sostenuto spese – giustificate e tracciate mediante conti correnti intestati a chi en fa richiesta per beni e attrezzature professionali o corsi di formazione tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022; devono essere residenti o stabiliti in Italia. Le spese posso essere sostenute per l’acquisto di macchinari di classe energetica elevata destinati alla conservazione, trasformazione e cottura dei prodotti; l’acquisto di strumenti e attrezzature professionali per la ristorazione; per la partecipazione a corsi di aggiornamento professionale.
Parlamento e Fic uniti per l'obiettivo
Maria Spena, vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera, promotrice del bonus cuochi ha portato avanti questa battaglia con tenacia e determinazione: «Una misura che non è solo un aiuto a imprese e maestranze ma restituisce centralità alla figura degli chef - anche giovani - e che nell’acquisto di beni strumentali all’interno delle cucine italiane guarda all’innovazione e alla sostenibilità nell’ottica di risparmio energetico e contenimento dello spreco alimentare. Importante è stata anche la collaborazione con le associazioni legate alla filiera dell’agroalimentare come Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione Italiana Agricoltori, così come la sinergia Federazione Italiana Cuochi per la stesura del provvedimento. Il bonus oggi e realtà, ringrazio anche il Mise e il Mef per aver seguito con attenzione l’iter procedurale».
«Gli chef promuovono il nostro patrimonio»
«Il settore dell’ospitalità e della ristorazione è volano per il turismo enogastronomico - ha dichiarato lo chef Alessandro Circiello, portavoce della Federazione della Federazione Italiana Cuochi - Ogni ricetta del nostro territorio racconta una storia delle provincie d’Italia e a farlo sono i cuochi e gli chef che promuovono ogni giorno il patrimonio agroalimentare italiano. In un momento di grande sofferenza per il settore tra caro energia e cost materie prime – segnaliamo peraltro che il 30% dei ‘commis’ ha cambiato mestiere - il bonus chef è un piccolo aiuto che può fare la differenza sia per l’aggiornamento professionale, pensiamo anche alla sicurezza alimentare, che per l’acquisto di attrezzature come forni e abbattitori».
Il plauso è arrivato anche dalla Euro-Toques, l'associazione europea dei cuochi, presente all'incontro con il consigliere nazionale Antonino Fratello che durante il processo di elaborazione del Bonus cuochi ha contribuito a dare spunti alla commissione incaricata di redigere il contributo, in particolare, per quanto riguarda l'aspetto formativo.
Antonino Fratello con Maria Spena
Presente in collegamento anche il sottosegretario alle Politiche Agricole, Francesco Battistoni: «Iniziativa lodevole che conferma la nostra vicinanza alle categorie produttive. È importante difendere il made in Italy, marchio inimitabile che ci rende orgogliosi nel mondo».
Cuochi e parlamentari presenti alla presentazione del Bonus Cuochi
La soddisfazione degli interessati
«Il Bonus Cuochi è un incentivo importante, la ristorazione ha necessità di tornare il prima possibile ai livelli pre-Covid. Per ora, sia nel Lazio che a livello nazionale, ci sono ottimi auspici perché questo accada e certamente la misura messa in campo dal Parlamento è un ottimo catalizzatore non solo per i cuochi professionisti ma anche per le Pmi del segmento», evidenzia Claudio Pica presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio e vicepresidente Fiepet-Confesercenti nazionale.
Claudio Pica
«Soddisfazione che sia diventato operativo, sarà un ottimo strumento per migliorare la qualità del servizio. E questo parametro per noi che lavoriamo nel cuore della Capitale, con una clientela turistica e romana di livello, è fondamentale. Il Bonus Cuochi è in un certo senso un provvedimento pro-attivo che farà certamente bene alla ristorazione», commenta Marco Ciampini titolare della ‘Terrazza Ciampini’ a Trinità dei Monti e di ‘Caffè Ciampini’ in via Cola di Rienzo.
«Una notizia molto positiva, poter usufruire di un credito d’imposta per acquistare beni strumentali o per partecipare a corsi di aggiornamento professionale ritengo sia una grande opportunità anche per i tanti giovani che si affacciano a questo lavoro. La cucina italiana è uno dei fiori all’occhiello del nostro made in Italy, il bonus chef è un tassello in più per non disperdere l’eccellenza della ristorazione italiana», spiega Giulio Zoli, Sous chef del ristorante ‘Il Pagliaccio’, due stelle Michelin a Roma.
Giulio Zoli