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L'illegalità di cuochi, agriturismi e sagre mette in ginocchio la ristorazione

Confcommercio segnala che il fenomeno incide per quasi 5 miliardi di euro (il 10% del fatturato complessivo) e mette a rischio 195mila posti di lavoro regolari. Ma non è l'unica piaga per il settore: in Italia 30mila piccole e medie imprese sono a rischio usura. Per l'associazione servono moratorie fiscali e creditizie per aiutare gli imprenditori

20 aprile 2022 | 16:49
Sagre, agriturismi, bar e ristoranti abusivi costano alla ristorazione 5 miliardi
Sagre, agriturismi, bar e ristoranti abusivi costano alla ristorazione 5 miliardi

L'illegalità di cuochi, agriturismi e sagre mette in ginocchio la ristorazione

Confcommercio segnala che il fenomeno incide per quasi 5 miliardi di euro (il 10% del fatturato complessivo) e mette a rischio 195mila posti di lavoro regolari. Ma non è l'unica piaga per il settore: in Italia 30mila piccole e medie imprese sono a rischio usura. Per l'associazione servono moratorie fiscali e creditizie per aiutare gli imprenditori

20 aprile 2022 | 16:49
 

Tempi duri per il settore della ristorazione. Bar e ristoranti a fatica stanno cercando di uscire dall'emergenza pandemica e stanno pure sostenendo spese ingenti a causa dell'inflazione e del drastico aumento dei costi energetici. Oltre a questo si aggiunge un ulteriore fenomeno penalizzante legato all'abusivismo nella ristorazione, legata a sagre, agriturismi e alle attività di home restaurant irregolari. Una vera e propria piaga che porta via al settore quasi 5 miliardi di fatturato e che sta mettendo a rischio 195mila posti di lavoro regolari. È quanto emerge dallo studio di Confcommercio publicato oggi a Roma e dedicato a usura, abusivismo e illegalità. Un'analisi che ha interessato 4mila imprese sotto i 50 addetti del terziario e dove è inoltre emerso prepotentemente che in Italia ci sono ben 30mila piccole e medi pubblici esercizi a rischio usura. Per Confcommercio servono quindi moratorie fiscali e creditizie per aiutare i piccoli imprenditori a sopravvivere.

Sagre, agriturismi, bar e ristoranti abusivi costano alla ristorazione 5 miliardi

La ristorazione abusiva in Italia vale 5 miliardi di fatturato

Sagre, agriturismi, home restaurant, ma anche bar e ristoranti, che operano senza averne i requisiti o senza oneri e responsabilità e facendo di fatto concorrenza sleale a un settore che sta facendo fatica a ripartire dopo i due anni di emergenza pandemica. Nei contesti abusivi vengono somministrati alimenti e bevande senza rispettare le normative igienico sanitarie, fiscali e di tutela sul lavoro. Vengono ignorate anche innumerevoli legislazioni in materia che invece implicano, per chi le rispetta alti costi e oneri fiscali.

A denunciare con forza questo fenomeno è stata Confcommercio. Oggi a Roma ha presentato il documento analisi su usura e fenomeni illegali, nel corso della nona edizione della giornata nazionale "Legalità, ci piace".

Complessivamente Confcommercio ha stabilito che i costi dell'illegalità per il commercio e i pubblici esercizi nel 2021 sono stati pari a 30,7 miliardi di perdite. Di queste nello specifico quasi 5 (4,8) sono causati dall'abusivimo nella ristorazione.

Sagre, agriturismi, bar e ristoranti abusivi costano alla ristorazione 5 miliardi

Non c'è solo l'abusivismo

I fenomeni illegali - contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione - alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata.

 

In Italia 30mila piccole e medie imprese son oa rischio usura

Secondo l'analisi di Confcommercio sono oltre 30mila in Italia le piccole aziende del commercio e dei pubblici esercizi a elevato rischio usura. È infatti il fenomeno maggior mente percepito (27%) dai diretti interessati, seguito dall'abusivismo (22%), dal racket (21%) e dai furti (21%).

Nel rapporto Confcommercio-Format Research sono stati messi a confronto i dati nazionali con quelli per dimensioni dei centri urbani (comuni con meno di 10mila abitanti, tra 10mila e 150mila abitanti, tra 50mila e 250mila abitanti, con oltre 250mila abitanti). Questi i principali risultati dell’indagine nei 12 omuni italiani di oltre 250mila abitanti:

I livelli di sicurezza. Nei centri urbani con oltre 250mila abitanti le imprese del terziario di mercato che percepiscono un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021 sono il 16,2%, valore più elevato rispetto alla media nazionale pari all’11,8%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 30%), un dato superiore alla media nazionale che è pari al 27%. ll racket è in crescita per il 21,4% delle imprese, dato in linea con quello nazionale del 21%. In generale, l’andamento dei fenomeni criminali rilevati nelle grandi città risulta in maggior crescita rispetto alla media nazionale.

L’esposizione all’usura e al racket. L’ 11,6% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di propria attività, valore simile a quello nazionale pari all’11%. Il 22% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket, valore superiore rispetto alla media nazionale del 17,7%.

• Di fronte a fenomeni di usura e racket il 52,4% delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare (un valore inferiore alla media nazionale del 58,4%) e il 23,6% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato inferiore alla media nazionale pari al 33,6%).

Decoro urbano e qualità della vita. Un quarto delle imprese delle grandi città ritiene che nell’ultimo biennio la qualità della vita sia peggiorata, la media nazionale è del 19,9%. Ma è soprattutto il degrado urbano a caratterizzare le grandi città: il 52% delle imprese considera degradata la periferia, mentre il centro storico è considerato degradato dal 39,7% di queste. Il 70% delle imprese ha riscontrato fenomeni di degrado della zona in cui opera (il dato nazionale è pari al 64,9%).

Sagre, agriturismi, bar e ristoranti abusivi costano alla ristorazione 5 miliardi

È aumentato il senso di insicurezza nelle imprese

La pandemia, inoltre, ha portato con sé un senso di insicurezza per le imprese, non solo a livello economico, ma anche in termini di proliferazione di reati come usura o estorsione. Il 19% degli intervistati ritengono di essere soli a combattere la criminalità, mentre nel 2020 la percentuale era del 28,6%.

Contro l'usura servono moratorie fiscali e creditizie

Ad essere più esposte al rischio usura, spiega la Confcommercio, sono le imprese che non hanno ricevuto pieno soddisfacimento della propria richiesta di credito. In questo quadro strumenti strutturali già esistenti, quali i Confidi, possono essere utili a prevenire il fenomeno del ricorso all’usura nell’ambito dei sistemi imprenditoriali locali.

Per il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli La crisi della pandemia e quella dei costi generata da questa drammatica guerra rappresentano un vero e proprio detonatore dell’usura. «L’usura trova il terreno ideale in un sistema di imprese reso più fragile e più esposto a causa di una drastica riduzione del volume di affari, della mancanza di liquidità e di una sostanziale difficoltà di accesso al credito - ha dichiarato Sangalli - Insomma, i fenomeni criminali, e in particolare l’usura, si nutrono delle crisi. Non ci stanchiamo pertanto di chiedere moratorie, moratorie fiscali e creditizie. Lo abbiamo sentito prima: estorsioni, furti, contraffazione e abusivismo commerciale, tra perdite di fatturato e maggiori costi necessari per difendersi, pesano per oltre 30 miliardi di euro, mettendo a rischio circa 200mila posti di lavoro regolari. E’ una spirale, dove - anche quando si ha l’impressione di andare dritto - si finisce in un vicolo profondo e cieco. E’ veramente difficile avere la forza di uscire da soli da queste situazioni».

Carlo Sangalli  L'illegalità di cuochi, agriturismi e sagre mette in ginocchio la ristorazione

Carlo Sangalli

 

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