Realismo, prudenza e fiducia. Con queste tre parole il Premier, Mario Draghi ha aperto la conferenza stampa di oggi alla quale hanno preso parte anche il ministro alla Salute, Roberto Speranza, all'Istruzione, Patrizio Bianchi e il presidente del Cts, Franco Locatelli. Un modo per disegnare la strada che il Governo intende perseguire in questo primo scorcio di 2022, soprattutto alla luce delle ultime disposizioni che non erano ancora state spiegate e motivate dal Presidente del Consiglio o dai Ministri.

Si spinge sulla campagna vaccinale
Nessun annuncio, solo il rinnovato invito a vaccinarsi
Nessuna sorpresa in materia di ulteriori restrizioni che qualcuno ipotizzava, solo un rafforzamento dell'invito a vaccinarsi. «Solo con la vaccinazione usciamo dalla crisi - ha detto Draghi - e lo vediamo perchè gran parte dei problemi che abbiamo oggi è causato dai non vaccinati, i quali hanno probabilità maggiore di sviluppare la malattia e la forma grave della malattia».
Obiettivo: Tenere aperte attività e scuola
Draghi ha subito spostato la partita sull'utilità del restare aperti confidando in una larga campagna vaccinale: «L'economia - ha detto - è cresciuta del 6% rispetto al -9% del 2020 e questo grazie agli italiani che hanno risposto al vaccino. Ma anche sulla scuola c'è una dimostrazione che stiamo andando verso la volontà di non chiudere. Le scuole hanno riaperto e hanno riaperto oggi come in Francia, Regno Unito, Germania che hanno una situazione pandemica simile all’Italia».
La linea dritta di Draghi
Il Premier ha poi tracciato la linea politica che inevitabilmente si incrocia sempre con quella scientifica: «Abbiamo sempre portato avanti politiche coerenti con la strategia di tenere aperti ma in sicurezza; siamo stati i primi ad adottare l’obbligo vaccinale per alcune categorie professionali. Abbiamo anche disciplinato nuovamente lo smart working oltre ad estendere il Green Pass Base in alcune attività e il Super Green Pass per altre, comprendendo anche le fasce d’età, ovvero per gli over 50 anni. L’abbiamo fatto sulla base dei dati scientifici che dicono che chi ha più di 50 anni corre dei rischi perché 2/3 dei ricoveri sono non vaccinati».
Le frizioni politiche all'interno della maggioranza
Draghi ha ancora analizzato la questione politica delle scelte. Le frizioni nell'ultimo Consiglio dei ministri, soprattutto con la Lega, sono state decise e non sono certo passate inosservate: «L'avere l'unanimità nella vasta coalizione che compone questo Governo è un obiettivo possibile - ha detto il Premier - ma deve avere un senso quello che poi deliberiamo. Il nostro obiettivo è proteggere la salute dei cittadini più esposti, gli over 50 in questo caso, ma quella di tutti gli italiani».
Sul tema è intervenuto anche il ministro alla Salute, Roberto Speranza: «La premessa è che in Italia c'è solo un 12% di persone over 12 non vaccinata - ha detto - ma la metà dei posti letto occupati in area medica è a favore dei non vaccinati. Noi vogliamo alleggerire la pressione delle strutture». A questo proposito, Speranza ha mostrato che 23,2 abitanti su 100mila finiscono in terapia intensiva se non vaccinati e come i numeri crollino fino a sotto l'1 con le dosi di vaccino».
Draghi è stato anche invitato da alcune domande a chiarire quanto siamo vicini all'obbligo vaccinale più esteso (a tutti i cittadini, oppure a tutti i lavoratori) ma non sono arrivate indicazioni precise. Draghi ha ribadito la massima volontà a restare aperti, ma in sicurezza spingendo sulla vaccinazione per convincere anche i più scettici.
Circa le indiscrezioni sulle cure anti-Covid che stanno nascendo, Locatelli ha spiegato: «C'è grande attenzione sui farmaci che sono stati sviluppati negli ultimi tempi - ha detto - ma occorre mettere in fila i punti caratterizzanti lo scenario terapeutico. Oggi degli anticorpi monoclonali attivi con Omicron ce n'è solo uno in attività, mentre gli altri l'hanno cessata. Il farmaco che sarà a disposizione da marzo avrà un'efficacia dell'89%, ma bisognerà capire la capacità di distribuzione dell'azienda produttrice. Insistiamo però col dire che con la dose booster, i soggetti sono coperti all'88%, con una dose siamo al 69%».