Dopo qualche giorno di valutazione, tocca al
ministero della Salute fare chiarezza: al bar e al ristorante
possono sedersi allo stesso tavolo un numero massimo di 4 persone non conviventi. E questo vale sia in
zona gialla (dove
dall’1 giugno si può tornare a ospitare i clienti in sala a pranzo e a cena) che in
zona bianca (il regime minimo di restrizioni in cui, al momento, ci sono solo tre Regioni: Friuli-Venezia Giulia, Molise e Sardegna).
Sia in zona bianca che in zona gialla rimane il limite di 4 persone sedute allo stesso tavolo a meno che non siano dello stesso gruppo famigliare
Il chiarimento del ministero della Salute sul numero massimo di persone allo stesso tavolo
Nel susseguirsi di Dpcm, decreti, linee guida, Faq e simili si era un po’ persa
l’indicazione del numero massimo di persone che potevano sedersi allo stesso tavolo. Eppure, la norma anti-contagio era già stata inserita nel decreto approvato ad aprile da cui erano scattate le prime riaperture (che permettevano solo l’uso degli spazi esterni). E poiché non ci sono disposizioni in tal senso all’interno del successivo decreto sullo stesso tema approvato a maggio, la norma resta in vigore. A chiarirlo è stato l’Ufficio legislativo del ministero della Salute:
«In zona gialla e in zona bianca quando si sta nel locali pubblici seduti a tavola si può stare massimo in quattro persone a meno che non si tratti di conviventi o di un nucleo familiare». Una disposizione che
vale sia per i tavoli al chiuso che per quelli all’aperto.
Penalizzate le tavolate e le comitive in vacanza
In questo modo,
saltano le tradizionali tavolate estive, dalle feste di fine anno scolastico ai pranzi aziendali fino alle cene serali in vacanza. Uno scenario che, secondo
Coldiretti, fa venir meno uno dei driver della ripresa: i pasti in compagnia,
una priorità per quasi il 30% degli italiani dopo le riaperture. Penalizzazione che, sommata all'obbligo di distanziamento fra i tavoli di almeno un metro riduce drasticamente gli spazi disponibili per il servizio. Una misura che
limita anche l’ospitalità turistica e costringe a separare le tradizionali comitive alla vigilia di una estate in cui si attende il ritorno di 28 milioni di turisti europei con l’arrivo del green pass. Comitive che spendono quasi un terzo del proprio budget proprio per il cibo.
Saltano le tavolate, occasione attesa dal 30% degli italiani dopo le riaperture
In Sardegna si riapre all'interno solo con 20 metri cubi d'aria garantiti a persona
Norme più stringenti, nel frattempo, sono scattate in
Sardegna dove
il presidente di Regione, Christian Solinas ha fissato dei nuovi paletti per la riapertura dei locali – confermando così la volontà di “fare da soli” già messa in campo per l’attività di screening sui passeggeri in arrivo via mare o via aria sull’isola. Nonostante la zona bianca, per tornare a servire i clienti all’interno
, bar e ristoranti dovranno garantire «20 metri cubi d'aria e un tasso di ricambio dell'aria non inferiore a 0,5» a persona. Indicazioni che mettono in difficoltà gli operatori del settore chiamati a calcoli complicati per tornare a lavorare in sicurezza. E che, di fatto, superano a destra sulla corsia delle restrizioni i
l limite del metro di distanziamento fra i commensali di tavoli diversi inserito nelle linee guida per la zona bianca condivisi da Stato, Regioni e Comitato tecnico scientifico.
Confesercenti Sardegna: meccanismo complicato, dubbi sulla sua legittimità
Secondo il
presidente di Confesercenti Sardegna, Roberto Bolognese le norme prevista da Solinas significherebbero che «calcolatrice alla mano,
in un locale di 100 metri quadri e con tre metri di altezza, potranno essere occupati a tavola solo 15 posti. Tenuto conto che, sebbene il presidente possa in caso di rischi effettivi porre delle condizioni, ma non ci sembra questo il caso, visto che siamo in zona bianca, poniamo seri dubbi sulla legittimità di questo atto».
Il rischio è che la libertà d’impresa appena riconquistata finisca per essere mortificata da «un
sistema così macchinoso e altamente penalizzante per un settore già duramente provato. Auspichiamo che si possa al più presto semplificare questa ennesima incombenza e che si possa fare riferimento unicamente a quanto stabilito dai protocolli di conferenza Stato-Regioni e adottate da apposita ordinanza dal Ministro Speranza. In ogni caso ci auguriamo che tale ordinanza non venga protragga oltre il 15 giugno».
Il bollettino dell'1 giugno
Sono 2.483 i nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore rispetto ai 1.820 di ieri. Nel bollettino dell'1 giugno le vittime registrate sono 93. Per quanto riguarda i tamponi effettuati, il totale ammonta a 221.818 per un tasso di positività dell'1,1%. Infine, le dosi di vaccino somministrate sono oltre 35,1 milioni. I cittadini che hanno ricevuto la seconda dose sono più di 12,1 milioni, ossia il 20,54% della popolazione.