Altra batosta per i
ristoranti: anche dopo
Pasqua non si riaprirà. Le indicazioni trapelate dall'intervento del Premier Mario Draghi a Camera e Senato e le indicazioni date dal
Cts vanno infatti nella direzione di un'Italia ancora colorata di rosso e di arancione dopo le festività. Proprio mentre sembrava che apparisse la luce in fondo al tunnel, tac, altra batosta. E allora, scoppiano - anzi, riscoppiano - le polemiche dei
ristoratori e di tutta la filiera.
I cuochi spingono per aprire dopo PasquaBologna epicentro delle manifestazioniLe prime manifestazioni scatteranno nella giornata di venerdì contemporaneamente in alcune delle principali città italiane e saranno coordinate da
Tutela nazionale imprese italia (Tni). Accanto all'associazione guidata da
Pasquale Naccari altri esponenti, a Bologna in particolare parteciperà anche la
Fipe. «Siamo in ginocchio - ha detto Naccari - è l'ora di unirsi e bloccare l'Italia». Gli fa eco
Elisabetta Valenti, presidente del comitato tutela ristoranti di Bologna: «Siamo consapevoli della situazione e del fatto che è necessario agire con prudenza, tuttavia non è possibile non tenere in considerazione la situazione in cui versa gran parte del tessuto
imprenditoriale italiano».
Al coro si unisce anche la Fipe: «Il sostegno appena varato è insufficiente a far fronte alle gravi perdite registrare dalla categoria ristoratori in un anno di
pandemia».
Coi ristoratori anche commercianti, tassisti e riderChi protesta chiede al
Governo il risarcimento dei danni subiti dalle aziende del settore che sono state causate da ripetute chiusure e molteplici
restrizioni. Alla protesta parteciperanno anche tassisti, commercianti e anche i rider. Riders union ha organizzato un presidio in piazza del Nettuno (alle 18,30) e tende la mano «ad altre categorie e soggetti che sono in mobilitazione perchè stanno vivendo sulla propria pelle condizioni simili alle nostre«, come afferma uno dei portavoce dei fattorini,
Tommaso Falchi. L'appello dei rider in particolare punta ad intercettare altri scioperi e proteste annunciate sempre per venerdì nel mondo della logistica, dello spettacolo e della scuola. Nel caso dei riders si trtterà di un vero e proprio sciopero, confermato nonostante l'accordo per la legalità, contro il caporalato, l'intermediazione illecita e lo sfruttamento siglato alla presenza del ministro del Lavoro
Andrea Orlando da Cgil, Cisl, Uil e Assodelivery.
C'è chi apre nonostante i divietiPurtroppo insieme a queste legittime proteste, verbali e dimostrative ma nel rispetto delle norme
anti-Covid, se ne aggiungono altre più concrete che non badano a mezzi termini e hanno nell'
apertura "illecita" dei locali il loro modo per protestare. Nei giorni scorsi ha fatto scandalo l'iniziativa di alcuni ristoratori di
Varese che hanno deciso di
aprire canali Telegram clandestini per ricevere lì prenotazioni nonostante i loro locali dovessero rimanere chiusi perchè in
zona rossa.
A proposito di questo episodio la
Fipe ha voluto esprimere solidarietà all’inviato di Striscia la Notizia, Max Laudadio, da giorni bersaglio di insulti e invettive a opera di chi si proclama al fianco dei lavoratori del settore, ma in realtà fa un danno all’intera categoria. "Chi apre
abusivamente il proprio locale, per ospitare feste più o meno private in spregio alle più elementari norme sul distanziamento sociale e la protezione individuale - si legge in una nota ufficiale - commette un reato, mette a rischio la salute delle persone e, di certo, non aiuta una categoria massacrata dalle
misure di contenimento del Covid19".
"Noi come Fipe-Confcommercio - prosegue la nota - viviamo ogni giorno il dramma della categoria ridotta al collasso, e chiediamo con forza una prospettiva di riapertura per le nostre imprese, ma con regole certe e protocolli sanitari che mettano clienti e lavoratori in sicurezza. Una riapertura che dovrà essere
irreversibile, unica via d’uscita da una crisi che ci ha visto perdere sin qui oltre 42 miliardi di euro, che rappresentano mediamente il 40% di
fatturato con punte che in alcuni territori e per alcune imprese superano anche l’80%. Davanti a una situazione del genere i
ristori non bastano. Bisogna riaprire al più presto e serve serietà da parte di tutti".
Prima ancora ci aveva provato il movimento
#ioapro con aperture illecite diffuse in tutta Italia e ora è Mio (Movimento imprese e ospitalità) a minacciare aperture a pranzo e a cena dal 6 aprile, qualunque siano le decisioni del Governo e in ogni colore nel quale le singole Regioni si troveranno. «Da un anno - ha detto il presidente,
Paolo Bianchini - i piccoli imprenditori dell'ospitaità a tavola sono costretti a chiudere-aprire-chiudere, in contrasto con le evidenze scientifiche, senza prospettive, programmazione, piani di rilancio, indennizzi. Di fronte al funerale certo di
bar, ristoranti, pizzerie, pub, il direttivo di Mio Italia ha deliberato una scelta obbligata: andare contro le norme e aprire a pranzo e a
cena».
A Trento si spera nella zona giallaTralasciano le proteste c'è chi ancora punta ad un ragionamento più lucido che con fiducia attende un via libera delle istituzioni. A
Trento ad esempio lavorano contando su una zona gialla post-pasquale. Nelle intenzioni della giunta provinciale, oltre ad aiutare i ristoratori aggiungendo di tasca propria ciò che non è arrivato dallo Stato col decreto Sostegni, c'è anche l'idea di progettare un
bonus acquisti da spendere negli esercizi
commerciali e nei ristoranti.
«Speriamo di passare in
zona gialla - ha detto
Marco Fontanari, presidente dell'associazione ristoratori del Trentino - arrivare anche dopo Pasqua in zona arancione sarebbe insostenibile. Abbiamo ribadito al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, la necessit di consentire l'apertura dei locali anche a cena dopo il 6 aprile, anche migliorando i controlli. La distanza deve restare di un metro, due assolutamente no (era stata l'Iss recentemente a suggerire di aumentare la distanza per contrastare le varianti ndr.) e poi lavorando su
prenotazione, misurando la temperatura e prevedendo solo pagamenti elettronici».
Per Fontanari i ristori non sono più funzionali perchè il miglior ristoro ora è poter riaprire visto il gran bisogno di
liquidità.
Le destinazioni internazionali che riapronoNel frattempo, in altri parti del mondo le logiche italiane appaiono del tutto superate. È il caso della lontana
Polinesia che, nel bel mezzo del Pacifico, sta correndo verso l'eliminazione di tutte le restrizioni riportando le persone in ristoranti, bar, sale da bowling e simili (una prospettiva che fa venire l'acquolina in bocca ai tanti viaggiatori in attesa di programmare le vacanze). Ma anche la "vicina"
Islanda si prepara
ad accogliere i primi turisti. Italiani per giunta. Otto persone, già immunizzate, si preparano a raggiungere l'isola di ghiaccio e vulcani grazie a un tour organizzato dal portale SiVola.it.