È un vero e proprio grido dall'allarme rivolto al Governo quello che le agenzie di viaggio e i tour operator hanno lanciato a Roma, in un incontro unitario delle varie sigle svoltosi all'Hotel Nazionale di Piazza Montecitorio. «Non c'è più tempo - hanno detto - perché quello del turismo organizzato è l'unico comparto italiano bloccato da 20 mesi. Servono interventi e sostegni specifici per salvare un settore che genera un volume d'affari di oltre 13 miliardi all'anno, quasi il 14% del Pil nazionale. A grave rischio sono aziende e persone: 13mila imprese e 86mila addetti, fermi e senza poter programmare un futuro e una ripresa».
Troppe le restrizioni ancora in corso
Aiuti governativi insufficienti
A spiegare le criticità del settore sono stati i presidenti delle varie organizzazioni: Pier Ezhaya, dell'Astoi Confindustria Viaggi, Franco Gattinoni della Fiavet Confcommercio, Enrica Montanucci di Maavi Conflavoro Pmi, Ivana Jelinic di Fiavet Confcommercio, Domenico Pellegrino, di Aidit Federturismo Confindustria e Gianni Rebecchi, di Assoviaggi. Sono sei associazioni di orientamenti diversi - ha detto la giornalista Cinzia Conti che ha moderato un dibattito dai toni spesso drammatici. Da più parti è stata condannata la normativa - unica in Italia- che giudica il turismo non essenziale per le persone, limitandone gli spostamenti.
«È una disposizione per noi devastante - ha detto Pier Ezhaya - e che attaccando il patrimonio delle nostre imprese che si trovano ad affrontare l'emergenza, a vantaggio di competitor esteri che stanno facendo man bassa dei nostri asset consolidati in alcuni Paesi, come il Kenya». Sul rischio che i grandi gruppi internazionali approfittino dello stato di debolezza delle nostre aziende si è espressa anche Ivana Jelinic. «Il risultato - ha detto - sarà anche la chiusura di quelle piccole, così tutta l'economia generata dalle grandi piattaforme se ne andrà all'estero. A questo si aggiunge che molti nostri competitors sono favoriti da una minore tassazione e la concorrenza di chi lavora soltanto sul web. Non si può tollerare di veder decimare il nostro tessuto imprenditoriale a vantaggio di altri. Questo è il momento giusto per intervenire».
Le misure richieste dal comparto
I numeri forniti al convegno fotografano la situazione. Il settore del turismo organizzato che fatturava nel 2019 13,3 miliardi ha subito un crollo di 3 miliardi nel 2020 e chiuderà il 2021 ancora peggio, forse con 2, 5 miliardi di ricavi, vale a dire con una riduzione di circa l'80%. I viaggi degli italiani all’estero segnano un - 92% per la chiusura di tutte quasi le mete extra Ue, il business travel ha perso il 75% del suo giro d'affari e il settore eventi ha segnato - 80%. Azzerato, infine, per il terzo anno consecutivo, il turismo scolastico. Di fronte c'è l'insufficienza assoluta degli aiuti del Governo: 657 milioni, di cui 128 ancora da distribuire: una cifra che può comprendere sono le perdite subite da marzo a luglio 2020. Tutte le aziende sono state costrette a ricorrere in modo massiccio agli ammortizzatori sociali, al 100% del personale, ma cosa accadrà dopo il 31 dicembre alla scadenza della Cig Covid?
La ripartenza? Forse per la prossima primavera
«L'importante - ha detto Franco Gattinoni della Fiavet- è tornare a fatturare, come ha detto la ministra Garavaglia. E allora fateci lavorare. Chiediamo la stessa attenzione delle altre aziende che sono state chiuse e un giusto rimborso giusto perché noi siamo ancora chiusi». Difficile inoltre decidere programmazione in un settore che non può farlo da un giorno all'altro, soprattutto senza liquidità perché è anche venuto meno il sostegno delle banche, come ha detto Enrica Montanucci. «Molte le ricadute sociali della grave crisi che ha portato il settore indietro di 10 anni - ha denunciato Domenico Pellegrino, di Aidit - sacrificandolo sull'altare della salute pubblica ma il cui costo di vuole far assorbire unicamente alle imprese coinvolte».
Cassa integrazione e affitti, temi bollenti
Il turismo organizzato è un sistema complesso che comprende competenze, professionalità ed esperienza e che ha una grande componente di donne e di giovani la cui formazione e lavoro andrebbero maggiormente tutelati. Senza l'estensione degli ammortizzatori sociali almeno fino a giugno 2022 - come chiedono le imprese- la perdita di occupazione sarà totale. A conclusione del dibattito, sono state definite le richieste più urgenti al Governo, con misure da implementare immediatamente anche secondo le possibilità offerte dalla legge di Bilancio 2022. Le associazioni chiedono il Pacchetto Turismo in legge di Bilancio con un rifinanziamento di 500 milioni; il prolungamento della Cassa integrazione, che difende i lavoratori ma non comprende i collaboratori; la proroga della Tax credit affitti, l'estensione del credito di imposta sulle locazioni commerciali e affitto d'azienda, almeno fino alla metà del prossimo anno; la rimozione del divieto di viaggiare e - di contro - un ricorso maggiore a protocolli di sicurezza.
Auspicato anche l'istituzione di un prestito ponte a 24 mesi e a tasso zero. Questo consentirebbe anche di vincere la resistenza dei clienti a prenotare un viaggio con la garanzia di un eventuale rimborso sicuro in caso di annullamento per esigenze sanitarie. «Non vogliamo l'elemosina - ha concluso Pie Ezhaya - purtroppo i tempi della politica non sono quelli delle aziende e delle persone e il turismo non è un capriccio ma un bene primario. Abbiamo creduto a questo "governo dei migliori" ed ora siamo in attesa».