Sono 59.910 i pubblici esercizi che sono stati controllati dalle Forze dell’Ordine tra lunedì 6 dicembre e giovedì 9 dicembre, ovvero nei primi tre giorni dell’entrata in vigore del Super green pass. Nel corso di questi controlli, 952 locali sono stati sanzionati, 83 i locali che sono stati chiusi provvisoriamente per illeciti in materia di disposizioni anti-Covid. Numeri importanti che, per altro, sono in crescendo e testimoniano la linea dura - con l’intento di diventare sempre più dura - del Governo per arginare il più possibile la diffusione del virus.
Controlli anche su mascherine e green pass
Massima allerta anche su mascherine e green pass
Controlli che sono frequenti e in salita anche per le altre misure, come il possesso del green pass base o super green pass e l’utilizzo della mascherina al chiuso o nelle vie dello shopping in alcune città. Per quanto riguarda il pass: il primo giorno sono state controllate 119.539 persone, sia nella versione ordinaria sia per quella super, il secondo giorno siamo già a oltre 16mila verifiche in più, a quota 135.792. Il giorno dell’Immacolata calano, 126.191, ma comunque maggiori del primo giorno, poi giovedì quando sono avvenuti 132.665 controlli. E le sanzioni non hanno tardato ad arrivare: 2.767. Il primo giorno è stato il giorno più colpito con 937 notifiche, mentre martedì 7 e mercoledì 8, 619 al giorno. Giovedì invece sono state 592. Capitolo mascherine. I dati dei multati recitano: 2.077 il primo giorno, 3.541 il secondo, 3.248 al terzo, 858 il quarto.
La linea dura del Governo
Una serie di numeri che servono al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per ribadire che non c’è un controllo soft, ma serrato. Del resto, il ministro Luciana Lamorgese, su invito del premier Mario Draghi, ha chiesto ai prefetti di aggiornare costantemente i risultati delle verifiche, il capo della Polizia Lamberto Giannini con una sua circolare ha sollecitato i questori ad attivare tutte le iniziative necessarie. In ogni provincia Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e polizia locale sono ormai concentrati in gran parte su questo fronte bollente.
Ma non è tutto. Il Governo sta marciando spedito anche per affinare alcune lacune che si sono aperte proprio sui green pass. Attualmente un cittadino che ha completato il ciclo vaccinale, ma che risulta positivo al Covid, può comunque circolare liberamente ed entrare nei luoghi dove è previsto anche il Super green pass. Fonti di Governo però fanno sapere che si sta lavorando per revocare il pass a soggetti che si trovano in quella situazione "ibrida". Secondo quanto si apprende, il Ministero - che sta lavorando per ottenere una norma a livello europeo - sarebbe pronto ad attivare in Italia il sistema di revoca per positività del green pass, in attesa che il Garante della Privacy possa dare il suo ok nei prossimi giorni. L’obiettivo è aggiornare la app VerificaC19 per fare in modo che il green pass del positivo non risulti valido. Nel frattempo, chi viene sorpreso fuori dalla propria abitazione (o dal luogo in cui ha deciso di fare la quarantena) essendo positivo viene sanzionato.
Nessuno ha dubbi che i controlli siano necessari e che vengano effettuati dalle Forze dell’Ordine. Un tema sul quale i pubblici esercizi avevano alzato la voce sin dai primi tempi delle prime riaperture (estate 2020), per ribadire il loro ruolo di ristoratori e non di sceriffi. Un tema che tuttora viene sollevato con richieste di aiuto e sostegno. I locali stanno lavorando e stanno lavorando tanto, i clienti hanno ormai capito le regole del gioco e fanno di tutto per snellire le procedure. Ma le difficoltà non mancano.
Ristoratori-controllori: situazione imbarazzante
Nei giorni scorsi, Riccardo Farnese, chef del ristorante Da U Titti di Lingueglietta Cipressa (Im) aveva raccontato, con entusiasmo, di quanto stessero andando bene le cose su tutti i fronti, ma di come avesse vissuto due episodi sgradevoli. Uno di questi aveva coinvolto due ragazzi che si erano presentati con un green pass che portava i dati di una persona nata nel 1950. «Con quale autorità e diritto posso chiedere i documenti d’identità?», si era chiesto lo chef.
Riccardo Farnese
Da Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi non è mai mancato il supporto e il via libera alla mano pesante dei controlli. A più riprese gli esponenti della Federazione hanno invocato il massimo rispetto delle regole, per motivi di sicurezza pubblica, naturalmente, ma anche di immagine da sostenere e di occasione da non sprecare per poter restare aperti. Tornare indietro, a chiusure per tutti e “ballerine”, sarebbe il definitivo ko.