Alberghi vuoti o semichiusi, stabilimenti balneari che stentano a fare numeri dignitosi, bar e ristoranti che risentono dell’assenza di turisti stranieri e della diffidenza degli italiani sul viaggiare. I problemi esistono, li stiamo sottolineando da mesi, ma non sono tutti lì. Ci sono categorie che ancora restano nell’ombra e che, a turno, alzano la mano per chiedere di essere considerate. Tra queste ci sono le guide turistiche che prevedevano un 2020 straordinario e che invece si stanno ritrovando con un pugno di mosche in mano. Per il lockdown, ma anche ora nonostante la macchina si stia (faticosamente) rimettendo in moto. La motivazione purtroppo è sempre la stessa: dalle istituzioni mancano linee guida certe e una strategia a lungo termine. Il Piano Colao l’ha prevista sul triennio, ma già qualcuno ha avanzato critiche sull’efficacia delle proposte e sull’effettiva possibilità di metterle in atto.
Una recente protesta delle guide
A sollevare la questione bollente e preoccupante è
Claudia Sonego, vice presidente dell’associazione Guide Turistiche Italiane, che sottolinea quanto la propria categoria sia stata messa da parte in ogni decisione, in ogni decreto, in ogni piano d’aiuto. «La nostra al momento è una categoria dormiente - spiega - che rischia anche di morire. Questo perché lo Stato, gli enti pubblici, i Comuni non riescono a dare per tempo delle regole chiare, dei dati certi e questo è il nodo chiave della questione. Non capiscono che il turismo e le guide turistiche hanno bisogno di programmazione, di indicazioni certe; noi non possiamo lavorare se non sappiamo che ora aprono i musei, se aprono, quando aprono, non possiamo cercare clienti se non sappiamo i costi dei biglietti o se non ci vengono dette le modalità di ingresso alla luce delle linee guida anti contagi».
E, come spesso capita, ai grandi slogan non seguono i fatti. Il ministero del Turismo spende parole di sostegno alle città, alle località turistiche, ai musei, ai parchi archeologici, ma senza considerare che tutto questo non basta per conquistare turisti. Anche perché in questa estate 2020 i
turisti stranieri saranno praticamente assenti e convincere gli italiani a visitare i musei d’estate richiede una rimodulazione dell’offerta. Faticosa, per giunta, perché le stime dicono che le
città d’arte saranno di fatto deserte nei prossimi mesi (
o vivranno nei weekend di turisti selvaggi) creando danni economici enormi anche per bar e ristoranti (
sempre più legati al turismo) che, inoltre,
risentono pure dello smart working che rende le strade ancor più deserte.
Claudia Sonego
«Siamo in una situazione di grande difficoltà - prosegue Sonego - perché la gente non ha intenzione di venire al museo. Io sono a Roma, osservo i movimenti e sento i racconti dei colleghi e vedo che i musei sono vuoti. Le guide turistiche lavorano saltuariamente, a spot, ma è chiaro che questo non possa bastare per guadagnarsi da vivere. Non ci sono regole unitarie perché alcuni musei aprono tre giorni a settimana, altri solo nel weekend, altri ancora solo nei pomeriggi e noi siamo impossibilitati a programmare visite. I contatti con le istituzioni sono assidui, ma ancora non ci sono arrivate risposte certe né, tantomeno, aiuti sostanziosi. Solo grandi promesse. Noi siamo stati inquadrati come “Partite iva” con tutte le conseguenze del caso, ma meritiamo di essere
coinvolti maggiormente nel rilancio del turismo e sostenuti economicamente oltre che a livello di strategie future strutturali».
Sotto questo punto di vista, a proposito della mancanza di una linea comune, le Regioni stanno agendo in maniera autonoma. Il Friuli Venezia Giulia ad esempio eroga aiuti da 500 euro alle guide turistiche, mentre le Marche arriva fino a 1.500 euro. In questa situazione di caos molte guide si stanno organizzando in maniera individuale oppure a gruppi, ma senza appoggiarsi ad un’agenzia.
Musei vuoti e guide disoccupate
«Il sistema sta funzionando molto bene in Sicilia - spiega la vice presidente - ma anche in Veneto e in Basilicata si stanno organizzando. Organizzano visite a tema promuovendosi da soli tramite il web e soprattutto con i social. Proprio a livello mediatico dovrebbe esserci da parte dello Stato un intervento deciso che comunichi l’importanza di muoversi nei musei con le guide turistiche. Ricordo l’iniziativa di qualche anno fa #iovadoalmuseo, sarebbe bello riproporla con #iotornoalmuseo oppure proporre ingressi gratuiti, o serali perché bisogna pensare che in settimana la gente lavora e magari nel weekend, d’estate, gli italiani prediligono il mare, la montagna, il lago, l’aria aperta insomma.
Entrando nel cuore del problema, ovvero dando voce a chi la guida turistica la fa da tempo e ogni giorno, per professione, il clima diventa ancora più bollente. Siamo a Milano ed Elena Bonalumi, guida della città, racconta della sua esperienza drammatica dai contorni ancor più preoccupanti: «L'ultimo tour - ricorda - l'ho fatto il 20 febbraio, poi più nulla. il quadro di Milano è disastroso, avevo prenotazioni fino alla fine di luglio e ora mi ritrovo con il 100% di cancellazioni». Ma i mancati introiti non sono l'unico problema, anzi: «Abbiamo subito richiesto i rimborsi tramite Vivaticket - osserva - perchè è la piattaforma che gestisce la biglietteria del Cenacolo, dei musei del Castello Sforzesco e di Brera tra gli altri. Nonostante molte sollecitazioni e avendo seguito tutte le loro indicazioni ancora nessuno ci ha risposto. Sappiamo che, forse, riceveremo dei voucher da utilizzare entro la fine dell'anno, ma i soldi non ce li restituiranno. In ballo ci sono circa 2mila euro e in più dallo Stato gli aiuti sono stati minimi come noto». Ma non è tutto: «Non lavoriamo più e ci stanno boicottando - prosegue - basti pensare che al Cenacolo le visite guidate sono al momento vietate. Il motivo non lo sa nessuno».
La questione VivaTicket è stata sollevata anche da altreguide turistiche lombarde, soprattutto bergamasche. Il problema è lo stesso spiegato da Elena Bonalumi: si seguono le procedure per ottenere i voucher, ma la pratica non va a buon fine e i tempi per presentare le domande sono agli sgoccioli. E poi, anche ottenendo i voucher, come si può pensare di poterli sfruttare entro pochi mesi con la situazione covid che certo non sparirà dall'oggi al domani? In particolare i legali dell'associazione Guide Turistiche Italiane spiegano che i voucher si possono sfruttare, eventualmente, solo per l'acquisto di un massimo 5 biglietti a proprio nome togliendo la possibilità di accedere all'acquisto dedicato ai gruppi. Così facendo si impedisce alle guide di muoversi autonomamente rendendo di fatto inutili quei 5 voucher che verrebbero erogati.
Tosca Rossi
Tosca Rossi, storica guida di Bergamo, definisce la situazione attuale della propria categoria «disperata». «Per Bergamo - spiega - ma in generale per tutta la Lombardia, il 2020 era un anno che si preannunciava d’oro. Stavamo ancora risentendo dell’effetto Expo e poi c’è molta voglia di turismo green per cui Bergamo con il suo Parco dei Colli e altre attrative simili è molto ricercato, soprattutto dalle scuole. Poi tutto è cambiato a causa del covid. Siamo stati dimenticati e nessuno ci sta coinvolgendo in alcun modo per la ripartenza del turismo e della città e ci chiediamo come questo sia possibile. Per fortuna a Bergamo il legame tra guide turistiche e siti come musei o pinacoteche è molto stretto e basato sulla fiducia per cui ciò che avevamo speso per prenotare visite ci è stato rimborsato al 100%. Penso ad esempio all’Accademia Carrara (fortemente penalizzata dall’impossibilità di sfruttare tutto il periodo della mostra “Tiziano e Caravaggio, in Peterzano”) che è da subito stata molto corretta in questo senso».