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Street food, una tradizione millenaria che oggi conta 2,5 miliardi di “seguaci”

La cucina di strada risale ai tempi dell'antica Roma. Diffusa in tutto il mondo con una crescita in Italia del 15% annuo. Su questa scia è nata a Torino To Business Agency, ideatrice dell'International Street Food Parade. L'agenzia piemontese porta nelle città italiane cucina all'aperto, birre artigianali e vino

di Piera Genta
21 luglio 2016 | 10:32
Street food, una tradizione millenaria 
che oggi conta 2,5 miliardi di “seguaci”
Street food, una tradizione millenaria 
che oggi conta 2,5 miliardi di “seguaci”

Street food, una tradizione millenaria che oggi conta 2,5 miliardi di “seguaci”

La cucina di strada risale ai tempi dell'antica Roma. Diffusa in tutto il mondo con una crescita in Italia del 15% annuo. Su questa scia è nata a Torino To Business Agency, ideatrice dell'International Street Food Parade. L'agenzia piemontese porta nelle città italiane cucina all'aperto, birre artigianali e vino

di Piera Genta
21 luglio 2016 | 10:32
 

Fa tendenza e sta caratterizzando le nostre abitudini alimentari, una realtà sfaccettata che prende il nome di cucina di strada. Lo ha evidenziato l’Expo dove l’area tematica è stata una delle più affollate dai visitatori di tutto il mondo senza dimenticare che dal 2014 le cucine di strada hanno trovato spazio a Terra Madre - Salone del gusto di Torino. La Fao definisce lo street food «quei cibi preparati e offerti quasi sul momento da piccole botteghe e bancarelle che si affacciano o sono direttamente collocate nelle strade». Solitamente il cibo di strada viene consumato in piedi, o al massimo su sedie e sgabelli fronteggiati da una piccola superficie d’appoggio.



Secondo i dati Fao, lo street food è consumato ogni giorno da circa 2,5 miliardi di persone in tutto il mondo; in America Latina rappresenta fino al 30% della spesa delle famiglie urbane e a Bangkok, in Thailandia, si stimano 20mila venditori di cibo di strada, che forniscono alla popolazione circa il 40% dell’apporto energetico complessivo. La città thailandese, secondo il settimanale economico statunitense Forbes, guida la top ten delle migliori città al mondo seguita da Singapore, Penang (in Malaysia) e Marrakech, mentre al quinto posto c’è la nostra Palermo. Una delle possibili spiegazioni per questo primato può essere rintracciata nel passo dell’isola i cui territori erano dominati dagli Arabi, popolo la cui cultura alimentare è da sempre orientata al cibo di strada.

Ed ancora la Coldiretti segnala che quasi tre italiani su quattro hanno acquistato il cibo di strada, specialmente quello locale, dalle piadine agli arrosticini fino agli arancini siciliani. Lo street food esiste praticamente da sempre ed è diffuso nella stragrande maggioranza delle culture al mondo. Nell’antica Roma, gran parte della popolazione consumava i pasti in piedi sostando in locali semi-aperti adiacenti alla strada, di queste tabernae rimangono importanti vestigia a Pompei. I fattori di crescita di questo mangiare che si caratterizza per la sua essenza artigianale possono essere trovati nella crisi economica, nella riscoperta dei prodotti tipici, nell’industrializzazione che porta le persone ad avere poco tempo per cucinare e consumare un pasto tradizionale ed anche nell’immigrazione, pensiamo solamente allo sviluppo del döner kebab.



In una ricerca finanziata dall’Università degli Studi di Milano Bicocca, in Italia, a partire dal 2012, si sta sviluppando «una forma di street food che si distingue da quelle storicamente presenti nella penisola per tipi di piatti offerti, strategie di marketing, uso degli spazi cittadini e profilo socio-anagrafico dei commercianti, le cui radici vanno ricercate oltreoceano». Secondo la Coldiretti nel settore gastronomia di strada in Italia sono coinvolte oltre 60mila attività che si sono attestate su un tasso di crescita annuo del 15% circa. Un nuovo filone è caratterizzato da «mezzi di vendita artisticamente decorati e dalle forme personalizzate», da «piatti gourmet», ingredienti «selezionati, freschi, biologici, locali, stagionali», tanto che in questi ultimi tempi vi sono contaminazioni provenire dai grandi chef stellati verso questo modo di approcciarsi alla cucina veloce e dalla «diffusione di eventi e festival ad hoc che attraggono una crescente folla di cosiddetti foodies».

Parlando di eventi dedicati allo street food, a Torino è nata una agenzia specializzata che viene considerata una fra i tre player più importanti del settore. Si tratta della To Business Agency fondata nel 2014 dall’imprenditore Maurizio Cimmino (nella foto), ideatrice della International Street Food Parade, la più grande rassegna di questo genere in Italia che riunisce truck food e stand con cucine a cielo aperto, un format nato in California mediato con il mood italiano e contaminato con la ricerca internazionale.



Dopo Torino con una edizione con 140 stand di cibo italiano, europeo, asiatico e sudamericano, 40 birrifici artigianali, la Parade ha iniziato il suo tour nazionale toccando Milano in occasione della chiusura dell’Expo. Nel 2016 in Italia le Street Food Parade saranno 30 con format sempre nuovi che interessano un target eterogeneo e faranno tappa anche a Roma, Bologna, Genova, Pavia, Cuneo, Formia e Caserta oltre a Milano ed alle tre edizioni di Torino.

Le rassegne gastronomiche on the road, come sottolinea l’ideatore Maurizio Cimmino, sono un ottimo veicolo per il rilancio economico, culturale e sociale del territorio e per la riqualificazione di intere aree urbane. A Torino presso l’ex zona industriale dismessa di Mirafiori, conosciuta oggi come Spazio Mrf, si è svolta la prima edizione di In vino Veritas; altre sono state ospitate presso gli ex scali ferroviari milanesi di viale Isonzo e via Valtellina, presso il Parco nord di Bologna. Insieme all’offerta enogastronomica non mancano il divertimento e la musica.

Maurizio Cimmino

Maurizio Cimmino

Sono tre gli asset attorno ai quali l’agenzia torinese costruisce i suoi eventi: la cucina a cielo aperto (Street food Parade, Truck food edition), la birra artigianale (World beer, Beer Fest) ed il vino (in Vino Veritas, Hallowine) a cui si è aggiunto nel 2016 il Now Summer Festival. Tutte le manifestazioni sono a ingresso gratuito. Grazie ai riscontri ricevuti dai produttori e dagli stessi consumatori, gli eventi regalano una interessante fotografia delle abitudini alimentari.

Si scopre che i torinesi apprezzano lo gnocco fritto, tipica specialità emiliana; Genova ha una passione per il maialino sardo e predilige il cibo italiano a quello straniero; Bologna ama sperimentare preferendo i cibi internazionali a quelli nostrani; a Napoli trionfa la cucina greca, mentre Milano registra il consumo pro capite più alto e consuma prodotti molto differenti tra loro con il medesimo entusiasmo. Prossimo appuntamento a Torino all’inizio di settembre con World Beer al Parco Dora, che negli ultimi anni, dopo l’importante riqualificazione, è diventato un punto di riferimento per eventi pubblici di grande portata.


Per informazioni:
www.tobusinessagency.it
info@tobusinessagency.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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