L'Europa vuole mettere mano al sistema di protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti alimentari. Nel suo territorio ci sono oltre 3.400 prodotti a marchio Dop, Igp e Stg che garantiscono un fatturato da 75 miliardi. L'Unione europea ora vuole mettere mano alla certificazione e modificarla entro il 2023 per rendere le procedure burocratiche di assegnazione più snelle, al fine di aumentarne la diffusione a beneficio dell’economia rurale e per conseguire un livello di protezione più elevato. L'Italia, invece, che dai prodotti alimentari certificati ha un fatturato di 17 miliardi (di questi 10 provengono dalle esportazioni) frena. Vuole anzitutto che venga cambiata l'attuale proposta di regolamentazione. A detta degli operatori ci sono alcune criticità da correggere, a partire dal rafforzamento dei consorzi, garantendo loro maggiori risorse per fronteggiare, per esempio, la concorrenza della grande distribuzione. Inoltre, l'Italia chiede che la semplificazione venga fatta con giudizio onde evitare di mettere sullo stesso piano le varie eccellenze, al fine di dare un peso maggiore a quelle pìù importanti dal punto di vista della produzione e della qualità. C'è infine anche il tema della tutela. L'Italia vuole infatti evitare che si creino altri casi come quello legato al Prosek, il vino croato che ha un nome simile a quello del Prosecco e su cui da anni l'Italia sta battagliando.
In Europa ci sono oltre 3.400 prodotti Dop
Nell'Unione ci sono oltre 3.400 prodotti Dop (Di origine protetta), Igp (Indicazione geografica protetta) e Stg (Specialità tradizionale garantita). Da quando nel 2006 è stata introdotta la riforma delle Dop e Igp, che ha abrogato il precedente regolamento della Comunità europea del 1992, in pochi anni i prodotti a marchio Dop, Igp e Stg (ai quali si aggiunge anche il marchio dei prodotti di montagna) ha portato a un fatturato di 75 miliardi, di cui 17 solo in Italia (e di questi 10 riguardano l'export). Tra l'altro, secondo un'analisi della Commissione, i prodotti a marchio registrato garantiscono un valore delle vendite doppio. Ma ora l'Unione europea si appresta a mettere delle modifiche sostanziali alle procedure in vista del 2023.
Ecco come l'Ue vuole cambiare il regolamento dei prodotti certificati
Procedure di registrazione abbreviate, maggiori tutele, in particolar modo online, maggiore attenzione alla sostenibilità e maggiori poteri alle associazioni di produttori: sono questi i punti focali su cui si basa la proposta di regolamento formalizzata dalla Commissione europea che ha avviato l’iter per la revisione dell’attuale sistema con l’obiettivo di giungere all’approvazione della riforma entro il 2023. L'Europa spinge verso questa riforma per aumentare la diffusione delle indicazioni geografiche per favorire l'economia rurale e conseguire un livello di protezione più elevato. Il Commissario europeo dell’Agrocoltura Janusz Wojciechowski sulle pagine del Sole 24 Ore, in un articolo di Alessio Romeo, ha dichiarato che: «Le indicazioni geografiche rappresentano la ricchezza e la diversità del patrimonio enogastronomico. L’Unione vuole promuovere la produzione di prodotti di qualità tradizionali, a beneficio delle economie rurali».
La risposta dell'Italia
L’Italia, per bocca del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, ha dichiarato la contrarietà dell’Italia alla proposta di modifica del sistema legato alla certificazione dei prodotti a marchio Dop, Igp e Stg. E alle sue parole si sono aggiunte quelle del relatore dell'Europarlamento Paolo De Castro che al sole 24 Ore ha dichiarato: «Abbiamo davanti una riforma articolata che riscrive da zero tutto il sistema delle indicazioni geografiche, siamo all’inizio e ci vorrà tempo. In Italia il 20 aprile faremo un primo incontro per ascoltare gli operatori». Intanto però, anticipa, «ci sono alcune criticità da correggere, a partire dal rafforzamento dei consorzi, che noi riteniamo debbano essere i protagonisti del sistema di qualità europeo; non sembra che nella proposta ci siano elementi in questo senso. Questo dovrebbe essere il cuore della riforma. Non abbiamo trovato riferimenti a iniziative che i consorzi possono mettere in campo per evitare pratiche svalorizzanti, come le politiche promozionali della grande distribuzione».
Il ministro Stefano Patuanelli
L'italia vuole evitare altri casi come quello del Prosek
Altro tema fondamentale è quello della tutela. Secondo De Castro, sempre sentito sempre dal Sole24 Ore «la proposta non chiarisce il divieto di evocazione sancito dalla Corte Ue. Dev’essere definito meglio per evitare nuovi “casi Prosek”. Rischiamo di autorizzare uno Stato membro a usare una menzione generica protetta con una denominazione in un altro Stato membro. L’evocazione di una Dop, ancorché in una menzione generica, dev’essere evitata».
Intanto l'Italia incassa il sostegno della Francia
Intanto l'Italia incassa il sostegno della Francia sulle Igt. Unità di intenti e collaborazione sono le parole chiave dell'incontro che si è svolto in questi giorni a Roma dall'Ambasciata francese. L'obiettivo della Sinergia è preservare i regimi di qualità dei due Paesi. Dal confronto è emersa l'importanza di armonizzare le pratiche in seno all'Ue legate all'assegnazione delle certificazioni. Sono state inoltre ribadite le difficoltà persistenti nei rapporti tra i vari Consorzi di Tutela e le istituzioni europee.
Per proseguire su questa linea è in programma mercoledì 20 aprile il seminario la Riforma del Sistema Ig, alla presenza di Paolo De Castro, del ministro dell'agricoltura Stefano Patuanelli e dei rappresentanti del Sistema Dop-Igp della filiera produttiva con l'obiettivo di fornire na analisi sulla proposta di revisione delle indicazioni geografiche della Commissione europea.