Col nuovo decreto 119/2018 collegato alla legge di Bilancio 2019, i negozianti dovranno sostituire i registratori di cassa analogici con quelli digitali, per collegarli all'Agenzia delle Entrate. Si comincia l'1 luglio per gli esercizi oltre i 400mila euro di fatturato, poi dall'1 gennaio 2020 si estenderà a tutti.
Per l'anno prossimo quindi diranno addio agli scontrini fiscali in formato cartaceo ben 2 milioni di esercizi commerciali in Italia, artigiani compresi. Il primo luglio, secondo quanto riferito ad Italia a Tavola da
Claudio Ferraro, direttore del centro servizi di Torino per Fipe, «il decreto interesserà circa il 6-7% dei pubblici esercizi». Considerando la cifra generale si può dedurre che l'1 luglio meno di un ristorante su 10 dovrà adeguarsi alla normativa.
Ad esprimere non poche preoccupazioni è Confcommercio, che teme il caos, «in considerazione del ritardo nell'emanazione dei decreti attuativi e delle possibili difficoltà operative connesse alle problematiche tecniche che le imprese si troveranno ad affrontare nell'adeguamento del parco macchine esistente». Così si è espresso il presidente dell'associazione
Carlo Sangalli, il quale, con una lettera indirizzata al ministro dell'Economia Giovanni Tria, ha chiesto di rinviare all'1 gennaio 2020 il termine per l'entrata in vigore dello scontrino elettronico per tutti.
Inoltre sono ancora due i decreti ministeriali mancanti: uno del Mef, che deve indicare le categorie economiche escluse (come avviene già adesso per gli scontrini fiscali); il secondo del Mef e dello Sviluppo economico, che individuerà le zone del Paese dove non c'è sufficiente connessione internet, in questo caso chiaramente agli esercizi sarà data la possibilità di proseguire con lo scontrino cartaceo.
A prescindere che la richiesta di Sangalli venga accolta o meno, è sicuro che da inizio 2020 il vecchio registratore se ne andrà in soffitta, dopo ben 36 anni. L'obbligo del registratore di cassa infatti venne introdotto nel 1983, e con esso lo scontrino fiscale. Piccola curiosità: anche 36 anni fa la data di entrata in vigore era l'1 luglio, e anche al tempo l'introduzione fu graduale, vale a dire dapprima solo i grossi esercizi con volume d'affati superiore a 200 milioni di lire, poi, nel giro di quattro anni, l'estensione dell'obbligo a tutti gli esercenti.
Carlo Sangalli
Ma nel concreto, oggi, questo cambiamento quali modifiche pratiche comporterà? Si comincia dall'acquisto del nuovo registratore di cassa digitale, per un valore di circa 800 euro (per i commercianti che se ne dotano è previsto un credito d'imposta del 50%). È possibile anche mantenere il vecchio registratore di cassa analogico, adattando un software per il collegamento all'Agenzia delle Entrate.
In pratica questa "rivoluzione" farà sì che tutti gli incassi della giornata vengano inviati telematicamente all'Agenzia stessa. In questo modo si potranno confrontare istantaneamente le vendite e confrontare l'Iva incassata e quella pagata per il magazzino.
Per i clienti l'archiviazione digitale dello scontrino elettronico, tra i vari usi, comporterà anche il suo utilizzo come garanzia digitale sui prodotti acquistati e quello della conservazione per la presentazione in dichiarazione dei redditi per le detrazioni fiscali.