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Al turismo italiano serve una scossa Il sito dell’Enit è fermo a Expo 2015

Il sito web dell'Enit promuove ancora Expo 2015 e gli eventi ad essa legati. Un campanello d'allarme per il comparto del turismo italiano, che a livello di fatturato viene superato da Germania, Regno Unito e Francia, nonostante l'Italia sia il paese più sognato dai turisti. Per questo la comunicazione è fondamentale

21 aprile 2016 | 12:29
Al turismo italiano serve una scossa 
Il sito dell’Enit è fermo a Expo 2015
Al turismo italiano serve una scossa 
Il sito dell’Enit è fermo a Expo 2015

Al turismo italiano serve una scossa Il sito dell’Enit è fermo a Expo 2015

Il sito web dell'Enit promuove ancora Expo 2015 e gli eventi ad essa legati. Un campanello d'allarme per il comparto del turismo italiano, che a livello di fatturato viene superato da Germania, Regno Unito e Francia, nonostante l'Italia sia il paese più sognato dai turisti. Per questo la comunicazione è fondamentale

21 aprile 2016 | 12:29
 

Quello che dovrebbe essere l'ente più qualificato per promuovere le ricchezze del territorio e il turismo italiano, delude le aspettative e non si aggiorna. Sul sito dell'Enit, Agenzia nazionale del turismo, si trovano ancora chiari riferimenti a Expo 2015 con inviti a visitare il sito e gli eventi correlati. Una vergogna, se si pensa che l'evento milanese ha chiuso i battenti circa 6 mesi fa. E in sei mesi il sito dedicato al nostro turismo non si è attivato per aggiornare i suoi contenuti.



Eppure il Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva assicurato che con l'arrivo di Evelina Christillin, "promossa" a capo dell'Enit, ci sarebbe stata una rivoluzione nel comparto. Parole al vento, verrebbe da dire, considerando che il fatturato generato dal turismo in Italia è sempre più scarso. Ricordiamo che siamo intorno ai 76 miliardi di euro l'anno, superati nelle graduatorie mondiali da Germania, Regno Unito, Francia e perfino dal Messico.

Stando alle parole della Christillin i punti deboli del turismo italiano sarebbero la banda larga e la mancanza di collegamenti aerei e ferroviari adeguati all'offerta. «Qui da noi, appena ti sposti in treno, vedi che ci sono problemi con la connessione internet - aveva dichiarato la Christillin al Corriere della Sera - quando oggi l'80% del turismo viaggia sulla rete. Poi penso al sud della Spagna: diciamocelo, è molto emno bello della nostra Sicilia, eppeure hanno più collegamenti, sia arerei che ferroviari e su strada, per non parlare delle soluzioni alberghiere».

Questi problemi esistono di certo, ma non sono che la punta di un iceberg con alla base una serie numerosa di mancanze che non si possono ignorare. Il "presunto" sito di promozione turistica in italia non funziona e non promuove le attività, le bellezze e le promozioni del presente. Siamo fermi a sei mesi fa, siamo fermi a Expo 2015 quando già da tempo l'attenzione è focalizzata su Expo 2020. Il mondo guarda al futuro, mentre l'Italia resta ancorata al passato.


Un'altra sorpresa la riserva la sezione, sempre online, dedicata alla rivista dell'Enit: cliccandovi si scopre che il magazine è fermo all'ottobre 2014. A questo punto diventa difficile pensare che il problema maggiore del turismo italiano siano la banda larga o i collegamenti. Che la spending review abbia tagliato anche i fondi per aggiornare il sito web dell'Enit? Un dubbio più che giustificato. Ma l'Enit smentisce e conferma che i soldi ci sono, grazie alla Legge di stabilità che ha agiunto 12,5 milioni di euro ai 4 milioni già in cassa, da sommare ai 15,5 milioni per le spese obbligatorie.

A stupire è anche l'immobilità dell'ente di fronte alla situazione dei turisti russi, che essendo stati "invitati", per ragioni politiche, a non recarsi in Turchia o in Egitto, potrebbero pensare di spostarsi in Italia. Ma senza un'opera di valida promozione dell'offerta turistica italiana in Russia, non sarà facile che questo progetto si realizzi.

La speranza è che, come annunciato dal ministro Dario Franceschini al talk show del Premio Italia a Tavola "L’ospitalità e lo stile italiano motori del turismo e della filiera agroalimentare", il settore possa risollevarsi grazie a un lavoro di squadra tra suoi principali attori, dalle istituzioni alle associazioni di categoria, dai ristoratori agli albergatori. Sono queste le forze del made in Italy che il mondo ci inviadia e che devono scendere in campo per difendere l'eccellenza italiana.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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