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Niente percentuale sul cibo toscano! Nuove regole per tutelare le tipicità

Incerte sulla praticabilità dell’obbligo di vendere il 70% di prodotti tipici toscani nei negozi del centro di Firenze, le associazioni di categoria propongono il vincolo di vendere 30 o 40 prodotti tipici. Il tema della tutela del nostro patrimonio enogastronomico sarà discusso anche al talk show del “Premio Italia a Tavola”

31 marzo 2016 | 10:51
Niente percentuale sul cibo toscano! 
Nuove regole per tutelare le tipicità
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Nuove regole per tutelare le tipicità

Niente percentuale sul cibo toscano! Nuove regole per tutelare le tipicità

Incerte sulla praticabilità dell’obbligo di vendere il 70% di prodotti tipici toscani nei negozi del centro di Firenze, le associazioni di categoria propongono il vincolo di vendere 30 o 40 prodotti tipici. Il tema della tutela del nostro patrimonio enogastronomico sarà discusso anche al talk show del “Premio Italia a Tavola”

31 marzo 2016 | 10:51
 

Il centro storico di Firenze non ha pace; continua la crociata del Comune per tutelare il centro storico. Dalla proposta di introdurre, per i nuovi negozi alimentari e ristoranti, l'obbligo di vendere il 70% di prodotti tipici toscani, ora si è passati a cifre, di certo più contenute, ma comunque da discutere. Dopo l'incontro tra Confesercenti, Cna, Confcommercio, Confindustria, Confartigianato, Coldiretti, Upa, Cia e Federalberghi, si è rafforzata l'idea di tutelare il patrimonio gastronomico toscano, ma con una modalità diversa: la proposta consiste nell'obbligo di introdurre nel menu dei ristoranti e sugli scaffali dei negozi 30 o 40 prodotti tra gli oltre 490 che appartengono all'elenco delle tipicità gastronomiche depositato in Regione.



Se è vero che l'enogastronomia e l'arte dell'ospitalità appartengono alla cultura italiana, allora è necessario fare squadra per valorizzare le nostre eccellenze. Questo è il concetto alla base della proposta avanza dalla giunta comunale guidata dal sindaco Dario Nardella. Restano però da chiarire alcune questioni di rilievo che riguardano la reperibilità e la stagionalità dei prodotti tipici nell'elenco dei 490. Questa lista non è del tutto aggiornata, tant'è che, esclusi i prodotti Dop e Igp, vi compaiono anche prodotti scomparsi o rarissimi come il formaggio Marzolino di Lucardo, il Brecciotto di Roccalbegna o le fave lunghe delle Cascine.

Un soluzione, già emersa sul tavolo della discussione, potrebbe essere quella di iniziare con una lista di prodotti “basici”, quindi salumi, olio e pane, ovviamente di alta qualità. «Stiamo facendo un ragionamento condiviso con il Comune sulla rintracciabilità dei prodotti - ha dichiarato a La Repubblica Stefano Fontinelli di Confesercenti - ma anche sulla stagionalità o meno». Resta però il dubbio di come verificare che tale misura venga rispettata. Se ne discuterà domani, 1 aprile, quando si riuniranno i rappresentanti dei produttori agricoli e alimentari.



Il Ministro Dario Franceschini aveva già espresso la sua soddisfazione per il provvedimento a tutela del patrimonio gastronomico italiano, e proprio a Firenze in occasione del “Premio Italia a Tavola” si approfondirà la questione, alla presenza appunto del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo e di professionisti e istituzioni del settore. L'obiettivo del talk show dal titolo “L’ospitalità e lo stile italiano motori del turismo e della filiera agroalimentare”, che aprirà l'evento di Italia a Tavola, è infatti quello di puntare i riflettori sul turismo e l'enogastronomia come settori di punta del Belpaese.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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