PALERMO - I carabinieri dal nucleo investigativo e del Gico (Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata) della Guardia di finanza di Palermo hanno sequestrato beni per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, eseguendo un provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo-Sezione misure di prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica: i sigilli sono scattati per il ristorante “Cucì” (nella foto), ex “Bucatino”, in via Principe di Villafranca, luogo di importanti incontri tra boss mafiosi della Provincia; per il bar “Tabacco & caffè”, in via Daita; per il locale “Jazz ’n Chocolate”, in via Giacalone (sequestrata quota pari al 60%).
Nel mirino due personaggi ritenuti vicini a Cosa Nostra. Il primo è Luigi Salerno, 68 anni, costruttore edile, affiliato alla famiglia di Porta Nuova, condannato in via definitiva per mafia ed estorsione a 9 anni. I giudici della Sezione misure di prevenzione (presidente Silvana Saguto, a latere Lorenzo Chiaramonte e Fabio Licata) hanno messo sotto sequestro il suo patrimonio e quello di una decina di parenti.
Il secondo destinatario del provvedimento è suo genero, Maurizio De Santis, 50 anni, arrestato nell’aprile dello scorso anno per l’estorsione ai danni della cuoca Bonetta Dell’Oglio, che gestiva il ristorante “Dispensa dei Monsù” di via Principe di Villafranca. Quel locale si è poi chiamato “Il Bucatino” e infine “Cucì”.
L’attività investigativa, svolta attraverso minuziosi accertamenti patrimoniali sui beni sospettati di essere nella effettiva disponibilità dei due, legati tra l’altro da rapporto di parentela, ha consentito di individuare un ingente patrimonio illecitamente accumulato in diversi anni di malaffare. A Maurizio De Santis sono stati sequestrate quattro società, tre case a Palermo ed una a Santa Flavia e cinque conti correnti. Mentre per Luigi Salerno sono scattati i sigilli a due aziende; tre appartamenti e tre magazzini a Palermo; un’abitazione e un magazzino a Monreale; un negozio a Palermo; cinque appezzamenti di terreno a Trappeto e Monreale; nove conti correnti e sei automezzi.