La zona di produzione
La zona dell'Amarone della Valpolicella Docg comprende 19 comuni della fascia settentrionale della provincia di Verona, da est a ovest, territorio denominato “Valpolicella classica”. Oltre alla denominazione d'origine Valpolicella, è riservato l'uso della specificazione geografica "Valpantena" al prodotto ottenuto nei vigneti di tale zona. L'uso invece della specificazione "Classico" si riserva al prodotto della zona più antica, che comprende i comuni di Negrar, Marano, Fumane, S. Ambrogio e S. Pietro in Cariano.
La prima commercializzazione di una bottiglia di Amarone della Valpolicella è del 1953. Il riconoscimento della Doc è del 1963, mentre la Docg arriva nel 2010.
Il vitigno
L'Amarone della Valpolicella nasce dai vitigni:
- Corvina veronese (Cruina o Corvina) per il 40-70% (l’uva Corvina offre caratteristiche e piacevoli note di ciliegia; l’attacco di Botrytis sviluppa glicerolo e acido gluconico, quindi morbidezza e rotondità. In quanto a tannicità e colore il suo contributo è limitato).
- Rondinella per il 20-40% (quando appassita, apporta tannicità, colore e profumi).
- Molinara per il 5-25% (Apporta toni speziati, sostenuta acidità e conseguente freschezza).
Possono inoltre concorrere alla produzione uve provenienti dai vitigni Rossignola, Negrara, Trentina, Barbera e Sangiovese, da sole o congiuntamente fino a un massimo del 15%.
CaratteristichePur essendo concentrato, alcolico, complesso e ricco di colore, si ricompone in un “unicum” di raro equilibrio. È un vino vellutato, mai eccessivamente tannico o acido. Per questo è immediatamente piacevole da giovane, migliora con l’invecchiamento. È un vino maestoso per nobiltà, equilibrio e forza.
- Aspetto: Rosso rubino intenso, a volte tendente al granato.
- Profumo: Frutta matura, confettura di amarena, lamponi e prugna. In quelli più invecchiati si possono percepire anche sentori di muschio e di tabacco.
- Gusto: L'Amarone della Valpolicella è un vino piuttosto ricco e denso, con astringenza piuttosto marcata, comunque equilibrata sia dalla spiccata morbidezza sia dal notevole volume alcolico. Anche l'acidità - nonostante sia piuttosto “coperta” dalla morbidezza e dall'alcol - è piacevolmente percettibile in questo vino, contribuendo all'armonia e all'equilibrio.
- Gradazione alcolica: Minima 14°. In media tra i 15°-16°. Occorre far decantare il vino per almeno due ore.
- Età ottimale: L'Amarone è un vino che invecchia bene, una bottiglia ben conservata può anche dare il meglio di sè dopo 10 o 15 anni.
- Calice e servizio: Servire in ampi bicchieri, in modo da dare ai profumi la possibilità di evolversi con l’ossigenazione del vino. Temperatura di servizio ideale dai 18°C ai 20°C.
- Abbinamento con i cibi: Perfetto abbinamento ai piatti autunnali o invernali, come brasati, stracotti, spezzatini, arrosti, soprattutto di selvaggina. Può essere accompagnato a piatti "importanti" come selvaggina e carni arrosto, ma anche a salumi, formaggi stagionati e ai piatti tipici della tradizione. Anche bevuto da solo è un degno finale di un pasto serale o può essere il compagno di una piacevole meditazione.
Cenni storici L'Amarone della Valpolicella è considerato, con ragion d'essere, il vino rosso veneto più prestigioso e noto sull'intero mercato mondiale. Il numero di bottiglie di questo vino vendute in America ha superato quelle di Brunello. Dai vitigni Corvina, Rondinella e Molinara di queste terre, nascono le uve che compongono questo eccezionale vino, l'Amarone. La Valpolicella comprende tutta la zona collinare intorno a Verona. Questa zona ha fama storica per la produzione di vino che risale già al V secolo a.C. Poeti in età romana, quali Virgilio e Marziale, già apprezzavano il vino della Valpolicella, mentre Plinio conservava un vino della zona in un'anfora per l'invecchiamento, ed era il vino preferito proprio dall'imperatore Augusto. Fu Cassiodoro, alla corte di Teodorico nel VI secolo, a lasciarci la più bella lode del Recioto della Valpolicella. Non si può parlare di Amarone della Valpolicella senza citare il Recioto, volgarmente detta versione "dolce" dello stesso Amarone. La leggenda narra di un produttore che voleva fare il Recioto, chiamato anticamente Acinatico, con le uve Corvina, Rondinella e Molinara essiccate. Le mise in botte ma se ne dimenticò. Con l’aumentare delle temperature primaverili quel prodotto continuò a fermentare fino a diventare sempre più secco e alcolico in quanto gli zuccheri si sono trasformati tutti in alcol e hanno fatto perdere al vino la sua dolcezza, tanto da diventare quasi amaro, da lì il nome Amarone. Da quel momento iniziarono varie sperimentazioni, per rendere perfetto un prodotto che sembrava esser nato per caso e per pura fortuna.