Capita a tutti di avere la pancia gonfia, ma per alcuni il problema può diventare una costante. Alla sua base potrebbe esserci un’intolleranza alimentare: una volta nell’intestino, gli alimenti ai quali l’organismo è intollerante vengono fermentati dalla flora batterica, causando meteorismo e gonfiore addominale. I principali alimenti chiamati in causa sono latte e derivati, cibi contenenti lievito, quelli con zuccheri o loro sostituiti e quelli che contengono glutine.
«Occorre però precisare - spiega Beatrice Salvioli, consultant nell’Unità operativa di Gastroenterologia clinica in Humanitas - che molti pazienti credono di essere intolleranti a questi alimenti anche se non lo sono oggettivamente, ovvero non hanno evidenze ai test, e li eliminano spontaneamente dalla dieta creando importanti deficit di apporto vitaminico o del calcio fornito dal latte».
![](/images/contenutiarticoli/465695941.jpg)
Il diario alimentare
Come fare per essere sicuri che per sconfiggere la pancia gonfia sia necessario escludere particolari cibi dall’alimentazione quotidiana? «Il metodo più rapido, facile ed economico - spiega la dottoressa Salvioli - è quello di far tenere un diario alimentare della durata di almeno 14 giorni in cui il soggetto annota i cibi che assume quotidianamente e la reazione fisica che avverte. Altre modalità, ma non scientificamente testate, sono i test per le intolleranze alimentari che possono essere eseguiti su prelievo di sangue o mediante strumenti della medicina alternativa o complementare».
La “rotazione”
Di norma, una volta accertata l’intolleranza, i cibi che ne scatenano i sintomi dovrebbero essere eliminati dalla dieta per un periodo di tempo variabile da 1 a 3 mesi. «Sarebbe consigliabile però seguire il metodo della cosiddetta “rotazione” - sottolinea la dottoressa - in cui l’alimento viene assunto solo due volte alla settimana, intervallate da giorni di eliminazione», in questo modo l’organismo viene gradualmente disintossicato e poi riabituato all’assunzione dell’alimento responsabile dell’intolleranza.
Probiotici e prebiotici
In alcuni casi può essere utile anche l’assunzione di probiotici, che possono ristabilire l’equilibrio della flora batterica. Attenzione, però. «In alcuni soggetti - avverte la dottoressa Salvioli - i probiotici possono peggiorare il gonfiore, soprattutto quelli contenenti lattosio». Infine, un aiuto può arrivare dai prebiotici, sostanze non digeribili di origine alimentare. «Se assunte in quantità adeguata - spiega l’esperta - favoriscono selettivamente la crescita e l’attività di uno o più batteri già presenti nel tratto intestinale».