Il riscaldamento globale del pianeta sta causando la diffusione dei pollini di molte erbe subtropicali in zone che fino a qualche anno fa ne erano esenti. Di conseguenza le allergie alle vie aeree stanno aumentando esponenzialmente, rendendo necessario un monitoraggio da parte delle istituzioni sanitarie mondiali. Riportiamo da Humanitassalute.it, l’intervista con i consigli di Francesca Puggioni, specialista in Malattie dell’apparato respiratorio, dell’unità operativa di Medicina generale e pneumologia di Humanitas.
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Dottoressa Puggioni, quali differenze ci sono tra le allergie subtropicali e quelle della nostra parte del mondo?
In realtà non ci aspettiamo grandi differenze significative per quanto riguarda i sintomi. Il processo infiammatorio che caratterizza la malattia allergica non varia a seconda dell’allergene a cui si è sensibilizzati. Non è ancora nota la “potenza” allergenica di questi nuovi pollini e, quindi, al momento non è possibile stimare l’impatto sui sintomi. Sicuramente dovrà esserci un adeguamento nella diagnostica: dovranno essere disponibili per i pazienti i materiali diagnostici per i test (Prick test per inalanti - Rast test) per i “nuovi” allergeni e, eventualmente le terapie immunologiche specifiche.
Quali conseguenze può avere la globalizzazione delle allergie?
Stiamo assistendo da anni alla comparsa di sintomi allergici, anche molto severi, in pazienti immigrati in Italia, soprattutto dall’Africa. Queste persone vengono a contatto con nuovi pollini e allergeni, in generale, e l’incidenza e la prevalenza delle malattie allergiche in queste popolazioni sta aumentando esponenzialmente. Questo fenomeno si sta registrando anche negli altri Paesi europei. Quindi aumenterà sempre di più il numero di pollini potenzialmente allergenici e la zona di diffusione degli stessi, con una crescita conseguente delle malattie allergiche.
Quali rimedi potranno essere adottati per frenare questa onda allergica?
In questo caso valgono sempre le regole utili per controllare la malattia allergica: diagnosi precoce presso centri ospedalieri specializzati, educazione a evitare l’esposizione all’allergene quando possibile (ad esempio nel caso di allergia agli Acari della polvere), terapia farmacologica mirata e, se sussistono le indicazioni, la terapia iposensibilizzante specifica o vaccino. Nelle forme di asma severo, poi, sono disponibili nuovi trattamenti immunologici come l’omalizumab. Si tratta di anticorpi mirati vero le immunoglobiline E, che sono uno dei “mediatori” fondamentali della cascata allergica.
In Italia sono già diffuse forme di allergie subtropicali?
Al momento non disponiamo di dati affidabili in merito. Ma da anni assistiamo alla diffusione di piante che un tempo erano tipiche delle regioni del Sud o costiere, anche verso le zone più interne e la Pianura padana come, ad esempio, la Parietaria o il Cupressus. Si stima chel’aumento di un grado della temperatura media in una determinata zona permetta l’espansione/risalita della diffusione di alcuni pollini di circa 40 km.
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