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A Bologna indagine sulle patate Quattro su 10 vengono dall’estero

La Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta sul commercio di patate vendute come italiane ma importate dall’estero. 10 le persone indagate, per le quali è stato ipotizzato il reato di associazione a delinquere e truffa

 
29 aprile 2014 | 17:38

A Bologna indagine sulle patate Quattro su 10 vengono dall’estero

La Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta sul commercio di patate vendute come italiane ma importate dall’estero. 10 le persone indagate, per le quali è stato ipotizzato il reato di associazione a delinquere e truffa

29 aprile 2014 | 17:38
 

Con un aumento del 5% delle importazioni di patate dall’estero nel 2014, è importante fare chiarezza sulle anomalie di un mercato come quello nazionale dove oramai sono stranieri 4 tuberi su 10. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’avvio dell’inchiesta della Procura di Bologna sulla commercializzazione di patate vendute come nazionali ma provenienti dall’estero, con una decina di persone indagate. Ipotizzata l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa. La vicenda riguarda importanti partite con marchio di origine bolognese, mentre una notevole quantità arriverebbe da altre zone, anche estere. Non è in discussione la commestibilità delle patate, ma la certificazione di origine. Sono in corso accertamenti anche su alcuni circuiti della Grande distribuzione.



La produzione nazionale di patate nel 2013 ha superato di poco il miliardo di chili mentre le importazioni hanno sfiorato i 700 milioni di chili, di cui quasi la metà provenienti dalla Francia. La patata è l’ortaggio più consumato dagli italiani, che hanno il diritto di conoscere la provenienza reale del prodotto che acquistano, ma l’inganno colpisce anche i produttori che subiscono la concorrenza sleale di prodotto importato e “spacciato” come nazionale.

La Coldiretti ha promosso e costituito la Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” per diffondere la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio agroalimentare italiano, proprio con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli idonei a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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