Vino, moda e arte sono stati i protagonisti del convegno dell'associazione nazionale
Donne del Vino, dal titolo “Il buono e il bello, vino, cibo, moda, design. Genio e manualità del Made in Italy” svoltosi in collaborazione con
Vinitaly, lo scorso martedì. Un incontro dedicato ai punti di forza del nostro Paese, che mirano ad esportare l'eccellenza della nostra capacità manifatturiera nel mondo.

«Il bello e il buono sono la qualità dell'Italia - afferma
Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola - quei valori che si possono recuperare, mettendo insieme moda, arte ed enogastronomia. Questi sono i punti di forza del nostro Paese, ciò che ci rende riconoscibili nel mondo, e che insieme creano il concetto stile che deriva dalla creatività che è un valore diffuso e da sempre caratterizzante l'Italia. Un valore aggiunto dell'artiginalità presente sia in agricoltura che nella moda e nell'arte, che esprimo eccellenzze, ma anche e soprattutto, tanta capacità d fare cose belle partendo da idee e disegni».
Nella foto, da sinistra: Cesare Pillon, Elena Martusciello e Alberto LupiniItalia a Tavola è molto legata a questo concetto di unità che fa la forza; lo show cooking “
Tra cuochi e stilisti”, che ha preso vita durante le premiazioni del sondaggio sul
Personaggio dell’anno 2013 dell’enogastronomia e della ristorazione, ha infatti legato due tra i settori di punta del nostro Paese, la gastronomia e la moda. Così come lo sono le nostre collezioni di ritratti artistrici di cuochi o produttori.
Da sinistra: Stevie Kim, Elena Martusciello, Davide Rampello, Cesare Pillon, Anna Fendi e Alberto LupiniPerciò, continua il direttore Lupini, «bisogna fare squadra, contaminando la moda con l’enogastronomia, l’arte con l’enogastronomia, e la moda con l’arte. Si tratta di espressioni dell’artigianalità diffusa nel nostro Paese e di fattori centrali per lo sviluppo dell’economia italiana. «Possediamo uno tra i valori più grandi - conclude Alberto Lupini - ovvero la capacità di creare e di immaginare un mondo più bello e più buono attraverso l’enogastronomia, la moda e l’arte».

Le Donne del Vino hanno dunque voluto marcare l’importanza della collaborazione tra comparti eccellenti, che contano sempre più impiegati e guardano al futuro con ottimismo. «Le Donne del Vino in Italia - sottolinea
Elena Martusciello (
nella foto a destra), presidente dell’associazione Donne del Vino - sono in aumento, e diventiamo sempre più consapevoli della nostra forza. Molte giovani scelgono volontariamente di intraprendere una professione legata al mondo del vino».
«Da 26 anni promuoviamo la cultura del cibo - continua Elena Martusciello - del vino e del bere consapevole. È importante valorizzare i nostri prodotti unendoli alla possibilità che ci viene data da altre arti, come la moda e la pittura; una serie di eccellenze con le quali il vino si può sposare».

In rappresentanza della moda italiana per eccellenza c’era
Anna Fendi (
nella foto a sinistra), tra i simboli del Made in Italy. «Nel mio lavoro - dichiara Anna Fendi - ho sempre rincorso il concetto di bellezza ed il vino è anche bellezza». La grande stilista per l’occasione ha presentato la sua collezione di vini, una selezione che comprende: Gavi, Amarone, Brunello, Chianti, Pinot Grigio, vino siciliano, Nero d'Avola, Spumante, Prosecco e due distillati.

La conclusione del convegno (coordinato dal giornalista Cesare Pillon e a cui hanno dato un prezioso contributo l'orafo Gerardo Sacco e la managinf director di Vinitaly Internazional Stevie Kim) è stata tratta da
Davide Rampello (
nella foto a destra), resposanbile del padiglione zero di Expo, che ha richiamato il valore etico del bello e del buono. «Il convegno è stato capace di ripristinare il concetto greco “kalos kai agathos”, ovvero il bello e il buono, inteso come senso etico.
Il senso del convegno è stato infatti aver affrontato la nascita, alla base della nostra cultura, dell’antico concetto etico del buono e del bello, che deriva dall'esperienza dell'uomo, quando per la prima volta ha messo in bocca una bacca e l’ha in un caso gradita, e nell’altro caso sputata, a simboleggiare che non era buona». Importante per Rampello il concetto.