Prima “Cioccolatò” poi “Una Mole di panettoni”. Per due settimane Torino ha assaporato un anticipo di clima natalizio ospitando nel cuore della città due manifestazioni che hanno coinvolto decine di migliaia di persone, accorse anche dal resto della regione. E non sono mancate le polemiche, in particolare per Cioccolatò, per aver coinvolto il salotto buono di Torino, piazza San Carlo, con tensostrutture non idonee, secondo alcuni della Sovrintendenza.
Il dolce natalizio per eccellenza ha invece “occupato” il Museo nazionale del Risorgimento, lo storico palazzo di piazza Carignano che fu sede del primo Parlamento del Regno d’Italia. Una manifestazione interamente dedicata al panettone artigianale da parte dei grandi maestri pasticceri italiani, ma che ha avuto anche alcune interpretazioni a dir poco originali, che hanno mobilitato i media. Come il celebre panettone d’oro, con il suo ideatore Dario Hartvig, il pasticcere di Carmagnola, vicino a Torino, che ha realizzato l’opera, ricoperta d’oro e diamanti, per un magnate russo. O il mega panettone da mezzo quintale con cui Codè Crai Ovest, uno dei più importanti gruppi d’acquisto a livello nazionale, ha avviato una raccolta fondi a favore della fondazione dell’ ospedale per bambini Sant’Anna di Torino. Madrina della campagna Alena Seredova, la moglie del mitico portiere bianconero e della nazionale italiana di calcio.
Ma torniamo al panettone e ai suoi interpreti. Molti i torinesi e i piemontesi ma anche rappresentanti di altre regioni fra cui Corsini di Casteldelpiano (Grosseto), Pan dell’Orso, di Scanno, presso l’Aquila, Dolciarte, di Avellino, Fiasconaro, di Castelbuono (Palermo). E ancora il valdostano Morandin, Dolce Salato, di Pianoro, presso Bologna, Alfieri, di Correggio (Reggio Emilia), i milanesi Ernesto Pieve Emanuele e Cova. E ancora i salernitani Sal De Riso e Pepe, poi Guerrino da Pesaro Urbino, mentre l’azienda cuneese Agrimontana proponeva tutte le varietà dei suoi canditi.
La manifestazione è stata anche l’occasione per la presentazione della prima edizione del concorso per allievi degli istituti alberghieri e pasticceri. Con la collaborazione di Confagricoltura Torino i panettoni in degustazione al pubblico erano accompagnati dai vini delle feste. In particolare uno, l’Erbaluce, uno dei pochi bianchi che si presta a tre interpretazioni: vino da pasto, spumante e passito.