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Resistere sì, ma la crisi perdura in bar e ristoranti

La crisi è partita nel 2008 e ancora non se ne vede la fine. Per quanto riguarda bar e ristoranti, le imprese storiche stanno a malapena sul mercato. I prezzi sono fermi da anni o addirittura sono stati abbassati

di Roberto Vitali
 
10 febbraio 2013 | 10:21

Resistere sì, ma la crisi perdura in bar e ristoranti

La crisi è partita nel 2008 e ancora non se ne vede la fine. Per quanto riguarda bar e ristoranti, le imprese storiche stanno a malapena sul mercato. I prezzi sono fermi da anni o addirittura sono stati abbassati

di Roberto Vitali
10 febbraio 2013 | 10:21
 

L’importante è resistere, fin che la buriana - si spera - passerà. Adesso vedremo come vanno queste benedette (o maledette?) elezioni politiche, ma resta il fatto che il mondo della ristorazione italiana, soprattutto quella di maggiore qualità (e quindi di prezzo più elevato), sta soffrendo in modo esagerato da troppo tempo.

L’articolo 62 del decreto Liberalizzazioni (quello che impone il pagamento entro 30 giorni per le merci deperibili e 60 per quelle non deperibili) sta dando il colpo di grazia soprattutto a tanti bar (nel 2011, dice la Fipe, hanno chiuso in Italia 12mila bar, con un saldo negativo, rispetto alle aperture, di -3.886). I prezzi sono bloccati da anni e i bar hanno anche perso il riferimento con il prezzo dei giornali quotidiani, che costano oggi 1,20-1,50 euro, mentre il caffè è rimasto generalmente a 1 euro.

Anche i ristoranti non godono di maggiore salute. La crisi è partita nel 2008 e ancora non se ne vede la fine. Le imprese storiche stanno a malapena sul mercato. I prezzi sono fermi da anni o addirittura sono stati abbassati. Una boccata d’ossigeno l’hanno data le feste tra Natale e l’Epifania, ma febbraio e marzo non sono mesi felici.

Tagli evidenti si sono notati nella pausa pranzo: la maggior parte dei consumatori ha ridotto il budget del pranzo fuori casa. I locali serali devono continuare a innovarsi, cercando nuove formule vincenti: serate a tema a prezzo fisso, sponsorizzazioni con aziende e cantine, cene con spettacolo di richiamo.

Intanto avanzano i locali etnici, dove tutti auspichiamo controlli severi sulla qualità delle materie prime usate. Controlli che devono essere esercitati su tutti i pubblici esercizi indistintamente, sia chiaro. Giocare sulla salute della gente, usando prodotti di dubbia qualità o scaduti, sarebbe un delitto. Eppure, fanno meditare i troppo frequenti sequestri di materie prime da parte dei Nas.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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