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Al Salone del gusto di Torino i cibi che cambiano il mondo

Si svolgerà a Torino, dal 25 al 29 ottobre, il Salone del Gusto e Terra Madre. Il tema di quest’anno è “Cibi che cambiano il mondo”: a partire dal cibo si può rivoluzionare il paradigma che regola questo mondo in crisi. Torino sarà mobilitata per ospitare le comunità in arrivo da tutto il mondo

di Mariella Morosi
 
28 settembre 2012 | 10:05

Al Salone del gusto di Torino i cibi che cambiano il mondo

Si svolgerà a Torino, dal 25 al 29 ottobre, il Salone del Gusto e Terra Madre. Il tema di quest’anno è “Cibi che cambiano il mondo”: a partire dal cibo si può rivoluzionare il paradigma che regola questo mondo in crisi. Torino sarà mobilitata per ospitare le comunità in arrivo da tutto il mondo

di Mariella Morosi
28 settembre 2012 | 10:05
 

Quest'anno, per la prima volta, il Salone del Gusto e Terra Madre, organizzati da Slow Food, dalla Regione Piemonte e dalla città di Torino in collaborazione del ministero delle Politiche agricole, saranno compresi in un unico grande evento che si svolgerà dal 25 al 29 ottobre a Torino, negli spazi del Lingotto Fiere e nell'adiacente Oval.

Terra Madre, la rete mondiale delle comunità del cibo nata nel 2004 per dare voce a chi nel mondo coltiva e trasforma i suoi prodotti, si aprirà all'incontro con il grande pubblico arricchendo tutto il Salone del Gusto, la cui prima edizione risale al 1996. Il tema del 2012 è 'I cibi che cambiano il mondo” con il simbolo grafico della mela di Newton. è un messaggio che vuole indicare la strada per modificare del tutto il paradigma che regola questo mondo in crisi, proprio partendo dal cibo.

Senza rinunciare al suo piacere e alla convivialità, in pratica, è possibile fare qualcosa di buono per la nostra salute, per l'ambiente e per il sistema produttivo di tutto il mondo. «Si può cambiare la politica internazionale - ha detto il presidente di Slow Food, Carlo Petrini - solo se riusciamo a ridare valore al cibo in un'economia sana e a difendere l'ambiente e il paesaggio. Il cibo è stato finora considerato merce, non gli è stato dato valore ma un prezzo. Si deve ripartire proprio dal cibo per cambiare il mondo, perché questa è una crisi entropica, planetaria. Bisogna ridurre le spese di produzione, rispettare la terra e proteggerla dai rischi idrogeologici, rafforzare le economie locali, restituire redditività e dignità al contadino, contare sui giovani, accorciare le filiere e ridurre gli sprechi. Sono questi i punti di partenza per i nuovi paradigmi. Ce lo chiedono le comunità del cibo che negli ultimi dieci anni hanno profondamente cambiato le realtà del movimento».

Alla presentazione dell'evento sono intervenuti anche Francesca Rocchi di Slow Food Lazio, Claudia Porchietto, assessore al Lavoro della Regione Piemonte ed Enzo Lavolta, assessore all'Ambiente del Comune di Torino: «Questo è un evento molto atteso dai cittadini - ha detto Petrini - e come tutti gli anni vi partecipano attivamente aprendo le porte delle loro case alle comunità del cibo e ospitandole per quasi una settimana, in un coinvolgente arricchimento culturale».



Numerose le esperienze proposte in questo unico grande evento del Salone del Gusto e Terra Madre: un grande mercato, laboratori del gusto e incontri con l'autore, teatri del gusto e percorsi educativi anche per i più piccoli , approfondimenti e appuntamenti a tavola. Solo qualche numero: un allestimento di 80mila mq, 1.000 espositori da 100 Paesi, 200 presidi Slow Food italiani e 120 internazionali,, 400 comunità del cibo, 50 chef, 11 incontri con l'autore,128 laboratori del gusto, 49 conferenze, 43 appuntamenti con il personal shopper e molto altro. Si svolgerà anche per la prima volta un congresso internazionale con 568 delegati sulle ricadute in termini economici che hanno avuto finora i due eventi torinesi che adesso si presentano uniti. La sensibilità verso le tematiche della terrà e del cibo - per Petrini - sta crescendo in tutto il mondo, ed è questo il vero punto da cui ripartire, cogliendo gli aspetti positivi della crisi, perché sono queste che danno opportunità per cambiamenti profondi. Da non sottovalutare inoltre il nuovo interesse dei giovani verso le professioni agricole, mortificato da politiche sbagliate e forse neppure intercettato. Inquietanti inoltre le prospettive future, quando già ora gli abitanti delle città hanno superato quelli delle campagne. Oltre alle politiche di fondo anche attività finora pionieristiche come gli orti urbani dovranno diventare una regola.

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