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La scalata della Puglia del vino 14 i Tre Bicchieri del Gambero 2013

I Tre Bicchieri della Guida Vini d'Italia 2013 per la Puglia sono 14. La regione prosegue nella sua crescita e nella conquista delle posizioni di vertice dell'enologia italiana. Al Salice Salentino Riserva '09 di Cantele va il premio per il vino dal miglior rapporto qualità/prezzo

 
09 ottobre 2012 | 17:09

La scalata della Puglia del vino 14 i Tre Bicchieri del Gambero 2013

I Tre Bicchieri della Guida Vini d'Italia 2013 per la Puglia sono 14. La regione prosegue nella sua crescita e nella conquista delle posizioni di vertice dell'enologia italiana. Al Salice Salentino Riserva '09 di Cantele va il premio per il vino dal miglior rapporto qualità/prezzo

09 ottobre 2012 | 17:09
 

Come di consueto il Gambero Rosso sta pubblicando la lista dei Tre Bicchieri della Guida Vini d'Italia 2013, regione per regione. Ecco la lista delle prime. La Lombardia si aggiudica quest'anno 20 Tre Bicchieri, con i Franciacorta che fanno la parte del leone: metà dei vini premiati, infatti, è di questa denominazione. Eccellente annata anche per l'enologia siciliana: l'edizione 2013 della Guida Vini d'Italia del Gambero Rosso premia ben diciannove aziende con altrettanti vini. Il Trentino si aggiudica 10 Tre Bicchieri, uno in più dell'anno scorso, tra cui ben sette TrentoDoc. Dopo una crescita ininterrotta cala leggermente il numero dei Tre Bicchieri assegnati alle Marche, quest'anno 17. Per quanto riguarda la Campania, i 17 vini premiati vanno a formare un puzzle entusiasmante, dove per una volta non sono tanto gli esordi da Tre Bicchieri a stupire quanto la forza con cui si consolidano gerarchie territoriali e aziendali. 13 i Tre Bicchieri 2013 alla Sardegna. La regione bianchista per eccellenza, il Friuli Venezia Giulia, anche quest'anno ha regalato grandi emozioni. Le degustazioni hanno dato risultati eccellenti, e ben 27 vini salgono sul podio, uno in più dello scorso anno. In Valle d'Aosta, i risultati ottenuti confermano una volta ancora come il clima e i terreni della zona prediligano i vitigni a bacca bianca, che fanno l'en plein con sei Tre Bicchieri (2 Petite Arvine, 2 Chardonnay, 1 Pinot Gris e 1 Muscat). Tanti vini (39) premiati anche quest'anno in Veneto, con alcune denominazioni che stupiscono in virtù di un livello sempre più convincente. A suggellare un'edizione importante per la Calabria, ci sono ben tre aziende sul podio dei Tre Bicchieri, e cioè la cantina di Luigi Viola a Saracena, l'emergente IGreco di Cariati, nel comprensorio del Cirò, e infine la blasonata Librandi, il marchio più noto dell'enologia calabrese. Sono anni che l'Alto Adige miete successi e il ruolo di territorio leader nel panorama del vino italiano è ormai consolidato con ben 26 Tre Bicchieri. Aumentano i Tre Bicchieri in Toscana: 68. Al top Bolgheri, che ha potuto contare come pochissime altre zone nel Paese su un grande 2009. Tanto che da questo millesimo arriva il Rosso dell'anno, il Bolgheri Sassicaia. Per il Molise, i Tre Bicchieri vanno a una vecchia conoscenza, il Contado della cantina Di Majo Norante, vera ambasciatrice della regione nel mondo: un Aglianico che in questa edizione ha convinto per esuberanza e godibilità, a un prezzo ancora piccolo. I Tre Bicchieri della Guida Vini d'Italia 2013 per l'Emilia Romagna vanno a 12 vini. Per qunato riguarda la regione, in questi anni si è assistito a una specializzazione sempre più forte dei vari territori che hanno investito sui loro vini più tradizionali con un salto di qualità straordinario. Il Lazio si aggiudica quest'anno 4 Tre Bicchieri e conferma il grande ritorno del Fiorano. Ottimo stato di forma generale per il Piemonte con 75 Tre Bicchieri contro i 72 dell'anno passato. Quest'anno sono ben sette i nomi che approdano per la prima volta al massimo riconoscimento: Tenuta dell'Arbiola, Bricco del Cucù, Ca' d' Gal, Ca' Rome', Cascina Morassino, Cieck, I Paglieri della famiglia Roagna. 10 I tre Bicchieri per l'Umbria. La novità più inaspettata dell'Umbria arriva dal Castello di Monte Vibiano Vecchio, azienda green, tra le prime al mondo a 'emissioni zero di CO2”, che quest'anno si aggiudica il Premio per la Viticoltura Sostenibile. Come dimostrano il numero e i nomi dei premiati delle recenti edizioni della Guida, in questi ultimi anni non sono molte le realtà della Basilicata che sono riuscite a restare ad alto livello mantenendo una propria identità e interpretando nel migliore dei modi vitigno, territorio e gusti del pubblico, quest'anno sono tre i Tre Bicchieri. I Tre Bicchieri della Liguria sono 6: cinque sono andati a vini bianchi e uno ad un rosso. Ancora nessun premio ai passiti o ai vini dolci della regione, che pur vantano, specialmente nelle Cinque Terre, grande tradizione: sono produzioni di altissimo livello ma quasi sempre numericamente minime. La Puglia prosegue nella sua crescita e nella conquista delle posizioni di vertice dell'enologia italiana aggiudicandosi quest'anno 14 Tre Bicchieri.




Lombardia: Franciacorta è 'the driving force” della regione
La Lombardia del vino cresce per importanza, per qualità della sua proposta, e sembra voler arrivare al fatidico appuntamento con l'Expo di Milano del 2015 con le carte davvero in regola, al pari delle più blasonate regioni dell'enologia tricolore.
 
Ecco allora il bilancio di fine anno per il Gambero Rosso che vede crescere di due i premi della regione. Sull'edizione 2013 della Guida sono, infatti, ben 20 le aziende che si aggiudicano i Tre Bicchieri. E se si osserva il palmarès lombardo da vicino, non si può che costatare come anche quest'anno la Franciacorta sia 'the driving force” che spinge tutta la regione con la sua carica di entusiasmo, imprenditorialità e cultura per l'eccellenza. Metà dei vini premiati è di questa denominazione, con due debutti importanti: quello della Barone Pizzini, che pur veleggiando a livelli d'eccellenza da anni coglie solo ora il primo alloro con un elegantissimo Brut Nature '08, da uve da agricoltura biologica, di cui è stata apripista in Franciacorta. Accanto a questo si trova il Riserva Francesco Iacono '04 della Muratori, un Dosaggio Zero da uve pinot nero di elegante fattura.
 
Ottime le altre prestigiose cuvée premiate, ma quello che ci ha veramente colpito quest'anno è il livello medio della produzione della Cavalleri, che raccoglie ben due Tre Bicchieri, con il nitido e minerale Pas Dosé '07 e un Collezione esclusiva Giovanni Cavalleri '04 d'impressionante pulizia stilistica e profondità, a sottolineare una prestazione eccezionale (eccellenti tutte le altre etichette presentate) che la colloca tra le migliori aziende italiane in assoluto.
 
Belle notizie anche dalla Lugana, altra denominazione 'performante” dove in terra lombarda premiato Ca' dei Frati con il profondo Brolettino '10 e Provenza con l'accattivante Fabio Contato '10. Pavia risponde a Brescia con eccellenti cuvée Metodo Classico, dal Classese '06 della blasonata Monsupello al ‘More Brut '08 del Castello di Cigognola, alla Cuvée Storica 1870 '08 di Giorgi, tutte bellissime espressioni del Pinot Nero spumante, cui si somma la francofona versione ferma Noir '09 della Tenuta Mazzolino, a confermare la vocazione di questo terroir collinare per la difficile varietà.
 
Un premio in più anche in Valtellina, la terra dei grandi Nebbiolo di montagna, che ottiene quattro Tre Bicchieri. Ecco allora la giovane Dirupi al debutto nel club con un'eccellente Riserva '09, concentrata e fine, cui fa eco la complessa Riserva '09 del veterano Mamete Prevostini. Dulcis in fundo due classici Sfursat, il '08 di Rainoldi, concentrato e persistente, e l'ormai celebre 5 Stelle della Negri, il caposcuola. Pur non raccogliendo allori, la Valcalepio, la Valtenesi e persino Botticino ci sono apparse, quest'anno, in grande spolvero.

TRE BICCHIERI 2013 LOMBARDIA: 20

  • Franciacorta Brut Collezione Esclusiva 2004 Cavalleri
  • Franciacorta Brut Nature 2008 Barone Pizzini
  • Franciacorta Cellarius Brut 2008 Berlucchi
  • Franciacorta Dosaggio Zero Francesco Iacono Riserva 2004 Villa Crespia - Fratelli Muratori
  • Franciacorta Dosaggio Zero Gualberto 2006 Ricci Curbastro
  • Franciacorta Extra Brut 2006 Ferghettina
  • Franciacorta Gran Cuvée Pas Operé 2006 Bellavista
  • Franciacorta Pas Dosé N.M. Cavalleri
  • Franciacorta Rosé Extra Brut Cuvée Annamaria Clementi Riserva 2004 Ca' del Bosco
  • Franciacorta Satèn Soul 2006 Contadi Castaldi
  • Lugana Brolettino 2010 Ca' dei Frati
  • Lugana Fabio Contato 2010 Provenza
  • Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut 1870 Gran Cuvée Storica 2008 Giorgi
  • Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut Classese 2006 Monsupello
  • Oltrepò Pavese Pinot Nero Metodo Classico Brut More 2008 Castello di Cigognola
  • Oltrepò Pavese Pinot Nero Noir 2009 Tenuta Mazzolino
  • Sforzato di Valtellina Sfursat 5 Stelle 2009 Negri Nino
  • Sfurzat di Valtellina 2008 Rainoldi
  • Valtellina Superiore Riserva 2009 Dirupi
  • Valtellina Superiore Riserva 2009 Mamete Prevostini

La Sicilia: vera regina dell'enologia nazionale
Eccellente annata per l'enologia siciliana: l'edizione 2013 della Guida Vini d'Italia del Gambero Rosso premia ben diciannove aziende con altrettanti vini, a conferma del ruolo di leader dell'enologia meridionale che da anni la regione s'è guadagnata. Tre premi in più dello scorso anno significano che il comparto vinicolo siciliano ha deciso di dare battaglia in un momento di grande difficoltà dello scenario economico (del vino e non) puntando sulla qualità. E in questo senso i suoi migliori produttori sono ormai esperti, forti di una serie di terroir unici e di vitigni tipici straordinari.
 
Si inizia dall'Etna. Anno dopo anno le terre alle pendici del vulcano attivo più grande d'Europa si confermano una delle zone più affascinanti del panorama italiano, capaci di calamitare attenzione e investimenti da altre zone della Sicilia e non solo. Quest'anno ci sono ben tre Etna Bianco, quello di Cottanera, '11, e due 2010, A' Puddara di Fessina e il Quota 600 di Graci, meravigliose espressioni del Carricante. Per rossi c'è una conferma con il Contrada Porcaria '10 di Passopisciaro, e poi Archineri di Pietradolce, il Feudo di Russo, il Santo Spirito nella ricca scuderia di Terre Nere, tutti del 2010, e infine il Cirneco '09 della Terrazze dell'Etna. Poco lontano torna al successo il Rosso del Soprano '10 della Palari, quest'anno più disteso e convincente del celebre Faro.
 
Anche quest'anno tra i Nero d'Avola non sono mancate le eccellenze: il Saia '10 di Feudo Maccari, il Neromaccarj '08 di Gulfi, l'eccellente Tripudium '09 della Pellegrino, al suo debutto, cui vanno aggiunti due blend a base di nero d'Avola e vitigni internazionali, il Cygnus '10 di Tasca d'Almerita e il Noà '10 di Cusumano. Eccellente il Cerasuolo di Vittoria Giambattista Valli '09 della Feudi del Pisciotto, e per finire ancora due bianchi. Si presentano in grande spolvero due grandi Chardonnay di due celebri maison, nelle loro migliori edizioni di sempre: sono lo Chardonnay di Planeta e lo Chardonnay Grand Cru di Rapitalà, entrambi del 2010. A chiudere questa lunga serie, l'ormai immancabile Passito di Pantelleria Ben Ryé '10 di Donnafugata, un classico.
 
Diciannove grandi vini, che sono stati scelti da un folto gruppo di oltre cinquanta finalisti. A tutto questo si aggiungono note positive, dato che i prezzi delle uve e dei vini siciliani sono in ascesa, e le cifre dell'export anche quest'anno sono precedute dal segno +.

TRE BICCHIERI 2013 SICILIA: 19
  • Cerasuolo di Vittoria Giambattista Valli ‘09 - Feudo del Pisciotto
  • Chardonnay ‘10 - Planeta
  • Contrada Porcaria ‘10 - Passopisciaro
  • Cygnus ‘10 - Tasca d'Almerita
  • Etna Bianco ‘11 - Cottanera
  • Etna Bianco A'Puddara ‘10 - Tenuta di Fessina
  • Etna Bianco Quota 600 ‘10 - Graci
  • Etna Rosso Archineri ‘10 - Pietradolce
  • Etna Rosso Cirneco ‘09 - Terrazze dell'Etna
  • Etna Rosso Feudo ‘10 - Russo
  • Etna Rosso Santo Spirito ‘10 - Tenuta delle Terre Nere
  • Grand Cru ‘10 - Rapitalà
  • Neromaccarj ‘08 - Gulfi
  • Noà ‘10 - Cusumano
  • Passito di Pantelleria Ben Ryé ‘10 - Donnafugata
  • Ribeca ‘10 - Firriato
  • Rosso del Soprano ‘10 - Palari
  • Saia ‘10 - Feudo Maccari
  • Tripudium Duca di Castelmonte ‘09 - Carlo Pellegrino

Trentino da 10 e lode
In nessun'altra regione d'Italia convivono, nell'arco di pochi chilometri, anime produttive così diverse per dimensione e filosofia. Colossi enologici e cantine boutique, cooperative e aziende ad personam. Un rapporto in continua evoluzione, con i gruppi più grandi pronti a confrontarsi con i vignaioli per creare sinergie: il Trentino vitivinicolo ha avviato un serrato confronto interno, senza contrapposizioni, per tutelare le viti di montagna, per produzioni sempre più marcate dal territorio.
 
Crescono le aziende che decidono di riconvertire al biologico i loro vigneti, un processo che coinvolge anche le realtà più strutturate. Di pari passo si moltiplicano le aziende che si lanciano nell'avventura spumantistica: oggi sono ben 38 quelle che fanno riferimento al TrentoDoc, con risultati davvero eccezionali che confermano uno straordinario percorso corale. Il Trentino si aggiudica 10 Tre Bicchieri, uno in più dell'anno scorso, tra cui ben sette TrentoDoc. Tante conferme e alcune novità.
 
Massimo riconoscimento per la Riserva ‘06 di Nicola Balter, ennesima conferma per l'Altemasi Graal Riserva ‘05 di Cavit, la Riserva Mach ‘07 dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, che ha proposto una batteria di vini altissimo livello. Non perde un colpo neanche il Methius dei Dorigati, nuovamente Tre Bicchieri, così come Nello Letrari, il patriarca del TrentoDoc, che continua a stupire con la Riserva ‘07, ricca di grinta e armonia. In casa Ferrari è il Perlé Nero, millesimo 2006, ad aggiudicarsi i Tre Bicchieri: versione sontuosa, un TrentoDoc esemplare per tensione e profondità gustativa, che per una volta toglie la scena al Giulio. Infine, le Bollicine dell'anno: l'Aquila Reale Riserva ‘05, un campione per freschezza, sapidità e persistenza gustativa. Sette eccellenze affiancate da tante altre ottime cuvée.
 
Il timbro stilistico viene dalla montagna: Metodo Classico sottili, di grande verticalità e nerbo acido ben saldo. Ora il comparto dei rossi. Quindicesimo Tre Bicchieri per il San Leonardo che continua a offrire una trama elegante e potente: un modello di riferimento. E poi due volti giovani del Trentino: Erika Pedrini dell'azienda Pravis, con l'ottimo Fratagranda ‘09, un rosso d'impostazione bordolese che per il secondo anno consecutivo incanta per fragranza e precisione stilistica; new entry per Rudy Zeni, figlio di Roberto, con il suo Ternet Schwarzhof ‘10, un Teroldego d'alta quota di grande carattere e tensione. Piantare in alto per puntare in alto.

TRE BICCHIERI 2013 TRENTINO: 10
  • Fratagranda 2009 Pravis
  • San Leonardo 2007 Tenuta San Leonardo
  • Ternet Schwarzhof 2010 Zeni
  • Trento Brut Aquila Reale Riserva 2005 Cesarini Sforza
  • Trento Brut Graal Alte Masi Riserva 2005 Cavit
  • Trento Brut Mach Riserva Fondatore 2007 Istituto Agrario di San Michele
  • Trento Brut Methius Riserva 2006 Dorigati - Metiu
  • Trento Brut Riserva 2006 Balter
  • Trento Brut Riserva 2007 Letrari
  • Trento Extra Brut Perlé Nero 2006 Ferrari

Marche: ottima prova per il Verdicchio, non per i rossi...
Dopo una crescita ininterrotta cala leggermente il numero dei Tre Bicchieri assegnati alle Marche. Una flessione fisiologica, dovuta a cause specifiche. Il Verdicchio è scevro di colpe. Anzi, cresce nel numero e in personalità. Nel bicchiere l'appassionato può contare su una molteplicità d'etichette che trasmettono la lucida visione di chi le ha create.
 
Non è un caso che i massimi riconoscimenti del Gambero Rosso intercettino una molteplicità di stili, territori, sensibilità: c'è il senso elegantissimo e sussurrato del Riserva Villa Bucci di Ampelio Bucci; il passo cadenzato, regolato dal sapiente uso del legno del Riserva Stefano Antonucci di Santa Barbara e del San Sisto di Fazi Battaglia; si esprime la potenza e la tipicità che la riva destra dell'Esino (Capovolto de La Marca di San Michele, Il Cantico della Figura di Felici, San Michele di Bonci) e al contempo la raffinata impronta della riva sinistra (Podium di Garofoli, Crisio di Casalfarneto, Vecchie Vigne di Umani Ronchi Montesolaro e Pallio di San Floriano, quest'ultimo unico dei 2011 premiato grazie a una freschezza e una vitalità da manuale). Vi è l'uso perfetto della surmaturazione delle uve che dona sfumature aromatiche accattivanti e grande ricchezza di sapore (Vigna Novali di Moncaro e Mirum de La Monacesca). Il primo alloro alle bollicine dell'Ubaldo Rosi di Colonnara è il sigillo della versatilità del vitigno. Matelica incoccia in due annate meno fortunate - 2011 e 2009 - e ne esce con le polveri bagnate ma la qualità media dei vini assaggiati punta decisamente verso l'alto. Bocca asciutta per l'Offida Pecorino, la cui qualità si diluisce e fraziona nel solito coacervo d'interpretazioni, alcune molto distanti tra loro.
 
Chi esce malconcio è il rosso marchigiano che perde due Tre Bicchieri, passando dai 6 del 2012 ai 4 del 2013. Sembra che i produttori abbiano perso il bandolo della matassa e non riescano a infondere quella finezza aromatica e quella qualità dei tannini per reggere il passo con altre realtà nazionali. Gioverebbe alleggerire il quadro aromatico che gira intorno al vitigno principale, il Montepulciano. Recuperare integrità fruttata e il valore della bevibilità con maturazioni meno spinte. Leggere meglio l'effetto conciante dei piccoli legni.
 
Si salvano solo i soliti: i campioni di personalità (Kurni di Oasi degli Angeli e Barricadiero di Aurora) o di perfetta confezione internazionale (Roggio del Filare di Velenosi e il Pollenza dell'omonima cantina). Il Lacrima di Morro d'Alba, specie nelle tipologie Superiore e Passito, gode di ottima salute. Non pare lontano il giorno in cui qualcuno potrà aver accesso al club dei Tre Bicchieri.

TRE BICCHIERI 2013 MARCHE: 17
  • Barricadiero 2010 Aurora
  • Il Pollenza 2009 Il Pollenza
  • Kurni 2010 Oasi degli Angeli
  • Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2009 Velenosi
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Brut Ubaldo Rosi Riserva 2006 Colonnara
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Crisio Riserva 2010 Casal Farneto
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Il Cantico della Figura Riserva 2009 Felici Andrea
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico San Sisto Riserva 2009 Fazi Battaglia
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Stefano Antonucci Riserva 2010 Santa Barbara
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Capovolto 2010 La Marca di San Michele
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Pallio di San Floriano 2011 Monteschiavo
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 2010 Garofoli
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore San Michele 2010 Vallerosa Bonci
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Vecchie Vigne 2010 Umani Ronchi
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Vigna Novali Riserva 2009 Terre Cortesi Moncaro
  • Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Villa Bucci Riserva 2009 Bucci
  • Verdicchio di Matelica Mirum Riserva 2010 La Monacesca

Campania: l'Irpinia al centro della scena
Suona sempre più anacronistica la definizione di territorio emergente per la Campania del vino. Se è vero che la sua storia contemporanea di distretto è stata costruita solo nell'ultimo ventennio, o poco più, sono altrettanto innegabili le sue radici millenarie e un movimento straordinario che ogni anno propone nuovi protagonisti, conferme di sostanza, ritorni eccellenti, nelle aree di vocazione riconosciuta come in quelle ancora da scoprire in pieno.
 
Al di là di numeri e punteggi, ci si annoia difficilmente in una regione che ha tanto da offrire anche in funzione tavola: vini gastronomici, dotati di brio e sapore, che declinano un patrimonio ampelografico per molti versi impareggiabile. La crisi fa sentire i suoi effetti anche qui, con i prezzi delle uve che precipitano e tante realtà piccole e grandi che rischiano di passare di mano o chiudere. La prova del bicchiere, tuttavia, disegna uno scenario perlomeno incoraggiante: rispetto alla scorsa edizione c'è una sensibile diminuzione dei finalisti (cinquantacinque) ma anche un livello più alto delle punte, la controversa vendemmia 2011 ha tolto qualcosa in termini di profondità e scatto ai bianchi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo in testa, ma è anche la nostra asticella a essersi ulteriormente alzata.
 
I diciassette vini premiati vanno a formare un puzzle entusiasmante, dove per una volta non sono tanto gli esordi da Tre Bicchieri a stupire quanto la forza con cui si consolidano gerarchie territoriali e aziendali. A cominciare dal Salernitano, che porta alla ribalta una prestigiosa serie di 2010: Montevetrano, Fiorduva di Marisa Cuomo e un rinnovato Pietraincatenata di Maffini. Ancora belle notizie da Caserta, anche qui targate 2010: il Sabbie di Sopra il Bosco raddoppia, affiancato dall'Ambruco di Terre del Principe e dal solito Terra di Lavoro. Ma è sempre l'Irpinia al centro della scena, con l'unico bianco del 2011 premiato (il Greco di Tufo di Prisco) e un poker di 2010 da urlo: Villa Diamante, Ciro Picariello e Cupo di Pietracupa sul fronte Fiano, Greco Musc' '10 di Contrade di Taurasi tra gli outsider di lusso. è una splendida annata anche la 2008 per il Taurasi, dove Luigi Tecce si conferma col suo Poliphemo primo violino di un'orchestra in cui suonano alla grande mostri sacri della denominazione come Salvatore Molettieri (Renonno), Antonio Caggiano (Vigna Macchia dei Goti) e Mastroberardino (Radici). Chiude il cerchio lo strepitoso Taurasi Riserva '06 di Di Meo, prima volta per la storica azienda di Salza Irpina.

TRE BICCHIERI 2013 CAMPANIA: 17
  • Ambruco Pallagrello Nero 2010 Terre del Principe
  • Cilento Fiano Pietraincatenata 2010 Maffini
  • Costa d'Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2010 Cuomo Marisa
  • Cupo 2010 Pietracupa
  • Fiano di Avellino Vigne della Congregazione 2010 Villa Diamante
  • Fiano di Avellino 2010 Picariello Ciro
  • Greco di Tufo 2011 Di Prisco
  • Greco Musc' 2010 Contrade di Taurasi
  • Montevetrano 2010 Montevetrano
  • Sabbie di Sopra il Bosco 2010 Nanni-Copè
  • Taurasi Piano di Montevergine Riserva 2007 Feudi di San Gregorio
  • Taurasi Poliphemo 2008 Tecce Luigi
  • Taurasi Radici 2008 Mastroberardino
  • Taurasi Renonno 2008 Molettieri Salvatore
  • Taurasi Riserva 2006 Di Meo
  • Taurasi Vigna Macchia dei Goti 2008 Caggiano Antonio
  • Terra di Lavoro 2010 Galardi

Sardegna: Carignano del Sulcis al massimo
Il dato più importante che viene in mente a seguito delle degustazioni riguarda l'ultima annata, il millesimo 2011. L'estate non è stata delle più fresche e, specie i vini bianchi, ne hanno risentito. I Vermentino di Gallura (per il Gambero la denominazione bianchista più prestigiosa della regione) sono parsi quasi tutti accomunati da uno sviluppo più largo che verticale e caratterizzati da sentori piuttosto maturi. I produttori che da anni lavorano bene e con costanza hanno saputo comunque mettere in commercio delle etichette valide e convincenti che dimostrano come sia arrivata in alto la qualità in certe aree dell'isola.

Sul fronte dei rossi si constata una grandissima performance delle aziende sulcitane: il Gambero ritiene che il merito sia da ascrivere - oltre alle aziende - a una denominazione tanto piccola quanto sensata, fatta da un terroir unico e da un vitigno che solo lì riesce a regalare certe caratteristiche. Il Carignano del Sulcis è al suo massimo apice e i risultati sono a dimostrarlo. Non si può essere altrettanto soddisfatti dell'insensata denominazione regionale Cannonau di Sardegna: il vitigno rosso più rappresentativo dell'isola perde il suo valore rispetto a un'area troppo vasta di produzione. Difficile così creare una linea simile per comunicare in maniera nitida le peculiarità di una delle varietà più interessanti del sud Europa. Anche qui, ovviamente, non mancano i produttori seri, specie quelli più capaci di ottenere vini eleganti, freschi, profondi e longevi, di ottima bevibilità nonostante la loro forte connotazione mediterranea.

Analizzando il resto della produzione vale la pena ricordare la qualità raggiunta da tutta una serie di varietà e piccole zone che rappresentano il vero valore aggiunto all'interno della viticoltura sarda: il Nuragus di Cagliari, il Semidano di Mogoro, il bovale prodotto sia nel Mandrolisai che a Terralba fino ad arrivare ai vitigni aromatici, su tutti moscato, malvasia e nasco.

Si cita infine quel gioiello che è la Vernaccia di Oristano, un prodotto unico e raro che sarebbe un peccato perdere. Quest'anno siamo felici di premiare la Riserva '88 dell'azienda Contini, un'etichetta che dopo 25 anni fa capire tutto il valore della denominazione. Il premio di Cantina dell'Anno ricompensa una storica cantina del territorio: le Tenute Sella & Mosca.Tra gli altri Tre Bicchieri (ben 13, tutti di aziende diverse) si segnalano con piacere alcune novità: il Buio Buio '10 dell'azienda Mesa, lo Josto Miglior ‘09, una Riserva di Cannonau di Antichi Poderi di Jerzu, il Capichera '10, il Carignano del Sulcis '09 di 6Mura e il Tupei '10 di Calasetta, l'Hortos '08 di Dorgali, uno splendido Cannonau derivante da una vigna unica e il Rosso Surrau '09, che dimostra come anche in Gallura si possano fare dei rossi deliziosi.

TRE BICCHIERI 2013 SARDEGNA: 13
  • Alghero Rosso Marchese di Villamarina 2007 Sella & Mosca
  • Buio Buio 2010 Mesa
  • Cannonau di Sardegna Dule Riserva 2009 Gabbas
  • Cannonau di Sardegna Josto Miglior Riserva 2009 Antichi Poderi di Jerzu
  • Capichera 2011 Capichera
  • Carignano del Sulcis Is Arenas Riserva 2008 Sardus Pater
  • Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2008 Cantina Santadi
  • Carignano del Sulcis Tupei 2010 Cantina Calasetta
  • Carignano del Sulcis 2009 6Mura
  • Hortos 2008 Cantina Dorgali
  • Surrau 2009 Vigne Surrau
  • Turriga 2008 Argiolas
  • Vernaccia di Oristano Riserva 1988 Contini
Abruzzo: natura e vitigni autoctoni
L'Abruzzo è la regione con la più grande quantità di parchi naturali d'Europa, definita la regione verde: una ricchezza di paesaggi e territori incredibile, unita a una grande varietà pedoclimatica. Si passa dalla selvaggia costa dei trabocchi, lungo l'Adriatico, con i suoi scorci incantevoli, sassi bianchi, sabbia dorata e acque limpide, al dolce rincorrersi di colline e paesini incantati, sino all'asprezza rocciosa del Gran Sasso d'Italia e della Maiella con il suo clima rigido e montano.
 
In tutti questi territori diversi, sempre i vitigni tradizionali abruzzesi: trebbiano e montepulciano, che sanno declinarsi e sfaccettarsi secondo le caratteristiche morfologiche e climatiche del paesaggio. Dai potenti Montepulciano delle Colline Teramane a quelli esuberanti di montagna aquilani, tutti frutto e nervosismo, fino a quelli materici ed efficaci delle Colline Teatine davanti al mare. Una realtà bellissima che, anno dopo anno, si impone in degustazione e si traduce in un dinamismo importante.
 
Anche quest'anno come sempre la competitività regionale ha spinto a essere severi, aziende passano dalla scheda grande a quella piccola, e viceversa, a dimostrazione dello stadio di benessere della viticoltura abruzzese. Si consolida il successo degli autoctoni, che vanno ad affiancare i tradizionali vitigni regionali, con un fiorire (talvolta anche eccessivo) di cococciola, pecorino, passerina. Un interesse sempre più deciso verso una viticoltura più naturale e in armonia con l'ambiente e tecniche di cantina meno invasive.

La grande novità sono i Tre Bicchieri dalla Cantina di Tollo, vera ammiraglia del vino abruzzese, che ha dimostrato come si possano conciliare qualità e grandi numeri. I rimanenti premi sono divisi su tutte le province: dall'interno montuoso aquilano Valle Reale, con un Trebbiano in fermentazione spontanea che è una delizia, e Cataldi Madonna, con il solito Pecorino, che è oramai uno dei grandi bianchi italiani. Dal teramano il classico Zanna di Illuminati, un Montepulciano di grande fascino, poi l'esuberante Adrano, moderno e sempre all'altezza, e l'elegante Vasari di Barba. Dalle colline pescaresi il monumentale Trebbiano ‘07 di Valentini e il cupo Spelt de La Valentina, poi il fresco Pecorino di Tiberio, in questa edizione 2011 anche migliore dello scorso anno, il Cocciapazza di Torre dei Beati, sempre convincente ed elegante e l'austero Podere Castorani. Dal chietino oltre al Cagiolo di Tollo, il classico Trebbiano Marina Cvetic di Masciarelli.
 
 
TRE BICCHIERI 2013 ABRUZZO: 12
  • Montepulciano d'Abruzzo Cocciapazza 2009 Torre dei  Beati
  • Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane    Adrano 2009 Villa Medoro
  • Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane Zanna  Riserva 2008 Illuminati
  • Montepulciano d'Abruzzo I Vasari 2009 Barba
  • Montepulciano d'Abruzzo Cagiòlo Riserva 2009 Cantina Tollo
  • Montepulciano d'Abruzzo Podere Castorani 2008 Castorani
  • Montepulciano d'Abruzzo Spelt 2008 La Valentina
  • Pecorino 2010 Cataldi Madonna
  • Pecorino 2011 Tiberio
  • Trebbiano d'Abruzzo Marina Cvetic 2010 Masciarelli
  • Trebbiano d'Abruzzo Vigna di Capestrano 2010 Valle Reale
  • Trebbiano d'Abruzzo 2007 Valentini
Friuli Venezia Giulia: l Collio fa la parte del leone
La regione bianchista per eccellenza, il Friuli Venezia Giulia, anche quest'anno ha regalato grandi emozioni. Le degustazioni hanno dato risultati eccellenti, e ben 27 vini salgono sul podio, uno in più dello scorso anno. Tra questi, come accadde lo scorso anno, solo un vino è rosso. Ed è ancora lo straordinario Cof Sacrisassi Rosso '10 de Le Due Terre di Flavio e Silvana Basilicata, che si conferma uno dei nomi di punta della scena friulana, veri artigiani della vigna, capaci di emozionare anche con eccellenti bianchi.
 
è stato un lavoro incredibile, quello portato avanti dalle commissioni ospitate a Villa Sabbatini di Pozzuolo (Pg) presso l'Ersa. Oltre 1500 vini degustati anonimamente, per 215 aziende valutate, 194 delle quali hanno poi trovato spazio nelle pagine che seguono. Tra le denominazioni è sicuramente il Collio a fare la parte del leone, con tredici vini premiati, dove spiccano quattro Friulano (su cinque in totale della regione - il varietale più premiato quest'anno), quelli di Keber, Kitzmüller, quello di Livon e quello di Toros, e quattro Malvasia, altro vitigno tipico di questa terra. E queste sono quelle di Il Carpino, Doro Princic, Raccaro e Ronco dei Tassi. A questi si aggiunge il Capo Martino '10 di Jermann, suadente blend a base di friulano e poi i due uvaggi bianchi, il Broy di Collavini e quello di Colle Duga. Il Pinot Bianco del Castello di Spessa, il Sauvignon di Venica e il Pinot Grigio di Russiz Superiore chiudono la lista. Ecco allora i Colli Orientali del Friuli, Doc che da quest'anno si chiamerà ufficialmente Friuli Colli Orientali, dove dominano gli uvaggi bianchi, e dove premiamo Illivio di Livio Felluga, il Biancosesto de La Tunella e il Rosazzo Bianco Ellegri di Ronchi di Manzano. Due sono i Verduzzo eccellenti, quest'anno, in zona, e sono il Crei di Sara e Sara, e il Cratis di Scubla. Poi il Friulano di Meroi e il Rosso citato in apertura. A chiudere un altro bianco, l'eccellente Sauvignon Zuc di Volpe '11 della Volpe Pasini, un vino di straordinaria eleganza e di grande, armonica intensità che per noi è addirittura il Bianco dell'Anno.
 
L'Isonzo si conferma terroir di vaglia con il Pinot Grigio Gris di Lis Neris e il Sauvignon Pière di Vie di Romans, due classici, cui si potrebbe aggiungere l'Arbis Blanc, uvaggio di Borgo San Daniele, anche se non è un vino Doc. In coda il Carso, che si mette in mostra come fa ormai da tempo, con eccezionali vini dal taglio naturale, macerati sulle bucce. Si tratta dell'Ograde di Skerk e del Prulke di Zidarich. Entrambi del '10 ed entrambi blend dominati dalla locale vitovska. Tutto questo va a comporre un affresco di straordinaria complessità e di grandissimo fascino.
 
 
TRE BICCHIERI 2013 FRIULI VENEZIA GIULIA: 27
 
  • Arbis Blanc 2010 Borgo San Daniele
  • Capo Martino 2010 Jermann
  • Cof Bianco Biancosesto 2011 La Tunella
  • Cof Bianco Illivio 2010 Felluga Livio
  • Cof Friulano 2010 Meroi
  • Cof Rosazzo Bianco Ellegri 2011 Ronchi di Manzano
  • Cof Rosso Sacrisassi Rosso 2010 Le Due Terre
  • Cof Sauvignon Zuc di Volpe 2011 Volpe Pasini
  • Cof Veduzzo Friluano Cràtis 2009 Scubla
  • Cof Veduzzo Friluano Crei 2010 Sara e Sara
  • Collio Bianco Broy 2011 Collavini
  • Collio Bianco 2011 Colle Duga – Damjan Princic
  • Collio Friulano Manditocai 2010 Livon
  • Collio Friulano Zegla Riserva 2008 Keber Renato
  • Collio Friulano 2011 Kitzmüller Thomas
  • Collio Friulano 2011 Toros
  • Collio Malvasia Vigna Runc 2011 Il Carpino
  • Collio Malvasia 2011 Princic Doro
  • Collio Malvasia 2011 Raccaro
  • Collio Malvasia 2011 Ronco dei Tassi
  • Collio Pinot Bianco 2011 Castello di Spessa
  • Collio Pinot Grigio 2011 Russiz Superiore
  • Collio Sauvignon Ronco delle Mele 2011 Venica
  • Friuli Isonzo Pinot Grigio Gris 2010 Lis Neris
  • Friuli Isonzo Sauvignon Piere 2010 Vie di Romans
  • Ograde 2010 Skerk
  • Prulke 2010 Zidarich
Valle d'Aosta: più vini di qualità nonostante gli ostacoli
La viticoltura rimane un settore secondario per la Regione Valle d'Aosta. Qui la ricchezza nasce soprattutto dal turismo, che ogni anno porta diverse decine di migliaia di persone su queste montagne, e non solo d'inverno. A cascata i soldi arrivano quindi alla popolazione tutta intera passando, in primis, da alberghi e ristoranti, poi da negozi e punti vendita e infine dalle casse dei comuni attraverso i numerosi servizi erogati. Operatori turistici e commessi non sono certamente dei fannulloni, ma in queste condizioni estreme serve coraggio per intraprendere il lavoro di vignaiolo. L'asprezza del territorio rende infatti questo lavoro piuttosto difficoltoso. I vigneti occupano i versanti più soleggiati, quasi sempre sulla sponda sinistra della Dora Baltea, alla ricerca del sole necessario alla buona maturazione dell'uva in questo rigido clima di montagna. La vite cresce in Valle da circa 350 a 1200 metri, spesso su pendii ripidi e impervi.
 
Eppure, malgrado tutti questi ostacoli, non ultimo quello di un mercato domestico che recepisce e vende senza alcuna difficoltà anche vini scialbi e banali, ovviamente non solo locali, aumentano le etichette di qualità. Anche se i vigneti valdostani, che raggiungono a stento i 650 ettari e rimangono una goccia nel mare della viticoltura nazionale, sanno regalare veri e propri diamanti enologici.
 
I risultati ottenuti quest'anno confermano una volta ancora come il clima e i terreni della zona prediligano i vitigni a bacca bianca, che fanno l'en plein con sei Tre Bicchieri (2 Petite Arvine, 2 Chardonnay, 1 Pinot Gris e 1 Muscat). Non si può, però, dire che i rossi siano stati relegati a ruolo di semplici comprimari, perché numerosi Fumin, Syrah, Petit Rouge e Pinot Nero hanno ottenuto risultati lusinghieri. Gli artefici di questi gioiellini enologici sono per lo più aziende agricole di piccole o piccolissime dimensioni, che a stento arrivano a immettere sul mercato più di qualche migliaio di bottiglie, a riprova di un sistema produttivo basato soprattutto su scrupolosi lavori artigianali.
 
Tra i grandi artigiani della regione hanno brillato Hervé Deguillaume e sua moglie Luciana (cantina La Vrille) che hanno regalato il vino Dolce dell'anno: un fantastico Chambave Muscat Flétri. I numeri significativi continuano pertanto ad essere proposti dalle realtà cooperative, importanti e presenti in ogni area della Valle. Proprio da queste realtà si vorrebbero segnali più decisi nei confronti dell'alta qualità: gli esempi non mancano, ma è certo che vi sono ancora ritardi significativi.
 
 
TRE BICCHIERI 2013 VALLE D'AOSTA: 6
Vallée d'Aoste Chambave Muscat Flétri 2010 La Vrille
Vallée d'Aoste Chardonnay Elevé en Fût de Chêne 2011 Anselmet
Vallée d'Aoste Chardonnay Cuvée Bois 2010 Les Crêtes
Vallée d'Aoste Petite Arvine 2011 Ottin
Vallée d'Aoste Petite Arvine 2011 Chateau Feuillet
Vallée d'Aoste Pinot Gris Elevé en Barrique 2010 Lo Triolet
 
Veneto: vincono la finezza e l'eleganza
Tanti vini premiati anche quest'anno in Veneto, con alcune denominazioni che stupiscono in virtù di un livello sempre più convincente. Se questi risultati sono ormai normali per l'Amarone della Valpolicella, rappresentano una novità sia per il Custoza che per il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, due denominazioni in grande spolvero che negli ultimi anni hanno saputo conquistare uno spazio sempre più importante nel panorama dell'enologia regionale e italiana. Accanto a esse rimangono dei capisaldi come il comprensorio euganeo, patria delle varietà bordolesi, e naturalmente il Soave, dove possiamo trovare alcuni dei bianchi più convincenti d'Italia.
 
Lentamente sta anche cambiando lo stile dei vini che vengono prodotti, dopo un'ubriacatura di vini possenti e strutturati ecco una rinnovata attenzione per l'eleganza e la finezza, tanto negli aromi quanto al palato. Da qui, e dalla maggior consapevolezza dei produttori di zone fino a ieri meno affermate, il grande risultato di oggi, nonostante il susseguirsi di vendemmie dal profilo decisamente caldo. A Custoza Monte del Fra e Cavalchina sono ormai dei punti di riferimento, con Corte Gardoni e Vigne di San Pietro che puntano tanto sulla bianca tipologia gardesana quanto su quella rossa, il Bardolino, vino che vive un momento di grande rilancio. Allegrini, Bertani, Begali, ormai si fa lunga la lista di produttori di Amarone che non mancano mai il nostro riconoscimento, ma ogni anno c'è qualche novità, a testimonianza di una zona in grande fermento.
 
Ecco allora l'exploit di Vaona Odino e di Celestino Gaspari, che con la sua Zymè va ad affiancare graditi ritorni come quello della famiglia Tedeschi, di Nicolis e ancor più de Le Ragose, interprete di un Amarone complesso e vellutato. Sul fronte del Valpolicella Superiore Roccolo Grassi e Viviani rappresentano una certezza, mentre sui Colli Euganei riesce a coronare i suoi sforzi Sergio Fortin, che con il suo Serro dimostra come questa terra possa dare potenza ma anche finezza. Medesimo percorso per il Bradisismo di Inama, interprete di un territorio Berico ancora tutto da scoprire. Sul fronte trevigiano sugli scudi il Prosecco, che oggi come non mai appare come uno degli spumanti più interessanti d'Italia, forte di una piacevolezza immediata e cristallina che si unisce a un prezzo tutt'altro che impegnativo.
 
 
TRE BICCHIERI 2013 VENETO: 36
  • Amarone della Valpolicella Classico Ambrosan 2006 Nicolis
  • Amarone della Valpolicella Classico Campo Masua 2007 Venturini
  • Amarone della Valpolicella Classico Capitel Monte Olmi 2007 Tedeschi
  • Amarone della Valpolicella Classico La Mattonara Riserva 2001 Zymé
  • Amarone della Valpolicella Classico Marta Galli 2005 Le Ragose
  • Amarone della Valpolicella Classico Mazzano 2006 Masi
  • Amarone della Valpolicella Classico Monte Ca' Bianca 2007 Begali
  • Amarone della Valpolicella Classico Pegrandi 2008 Vaona
  • Amarone della Valpolicella Classico Vigneto Monte Sant'Urbano 2008 Speri
  • Amarone della Valpolicella Classico Villa Rizzardi 2008 Guerrieri Rizzardi
  • Amarone della Valpolicella Classico Villa 2005 Cantina Sociale Negrar – Dominì Veneti
  • Amarone della Valpolicella Classico 2003 Quintarelli
  • Amarone della Valpolicella Classico 2005 Bertani
  • Amarone della Valpolicella Classico 2008 Allegrini
  • Bardolino 2011 Le Vigne di San Pietro
  • Bradisismo 2008 Inama
  • Cartizze Brut Vigna La Rivetta 2011 Villa Sandi
  • Colli di Conegliano Rosso Ser Bele 2009 Sorelle Bronca
  • Colli Euganei Rosso Gemola 2007 Vignalta
  • Colli Euganei Rosso Serro 2009 Il Mottolo
  • Custoza Mael 2011 Corte Gardoni
  • Custoza Superiore Amedeo 2010 Cavalchina
  • Custoza Superiore Ca' del Magro 2010 Monte del Frà
  • Lugana Superiore Molceo 2010 Ottella
  • Soave Classico Campo Vulcano 2011 I Campi – Flavio Prà
  • Soave Classico La Froscà 2011 Gini
  • Soave Classico La Rocca 2010 Pieropan
  • Soave Classico Monte Alto 2010 Ca' Rugate
  • Soave Classico Monte Carbonare 2010 Suavia
  • Soave Classico Montegrande 2011 Prà
  • Studio 2010 Ca' Rugate
  • Valdobbiadene Brut Cuvée del Fondatore Graziano Merotto 2011 Merotto
  • Valdobbiadene Brut Vigneto della Riva di San Floriano 2011 Nino Franco
  • Valdobbiadene Extra Dry Giustino B. 2011 Ruggeri
  • Valpolicella Classico Superiore Campo Morar 2009 Viviani
  • Valpolicella Superiore 2009 Roccolo Grassi
La Calabria ricomincia da tre
La Calabria del vino cresce veloce in termini qualitativi, e aumenta il numero delle aziende che inviano i loro campioni. Al punto che si inizia a pensare che le pagine della Guida a disposizione per questa regione siano diventate ormai poche. Per motivi di spazio, infatti, i curatori sono stati costretta a non inserire diverse cantine che, altrimenti, avrebbero meritato un posto in Guida. Ne sono un esempio la cantina Capo Zefirio di Bianco che ha presentato una splendida versione del suo Mantonico Passito '05, ma anche Pandolfi di Saracena e Nino Pichilli di Palizzi. A loro è stato dato appuntamento alla prossima edizione.
 
Se si guarda più da vicino i risultati degli assaggi, è evidente che il territorio più importante per la regione si conferma il Cirotano, dove si trovano gran parte della produzione. L'altra zona che continua a muoversi molto bene è il Cosentino, che ha da poco battezzato la nuova Doc Terre di Cosenza e sono già numerose le aziende che hanno aderito al neonato Consorzio di tutela. Fa storia a sé una minuscola enclave nel cosentino, la zona di Saracena, dove tante piccole realtà stanno crescendo, ma anche variando la produzione prima limitata al solo Moscato Passito.
 
Si muove invece poco il resto della regione, nella zona di Lamezia non riescono a emergere altre realtà se non quelle storiche. In provincia di Catanzaro, invece, si registra il gradito ritorno di una cantina storica, come quella di Gregorio Odoardi. Sempre dal catanzarese sono pervenuti dei vini molto interessati anche dall'azienda Le Moire di Paolo Chirillo, il cui esordio in Guida è solo rimandato. Pochissime novità dal Reggino, provincia dove si potrebbero fare grandi cose. I vini della cantina Tramontana sono un esempio concreto delle potenzialità della zona.
 
Concludendo, a suggellare un'edizione importante per la Calabria, che vede ben tre aziende sul podio dei Tre Bicchieri, e cioè la cantina di Luigi Viola a Saracena, l'emergente IGreco di Cariati, nel comprensorio del Cirò, e infine la blasonata Librandi, il marchio più noto dell'enologia calabrese. Proprio a Nicodemo Antonio Librandi va un riconoscimento importante: per lo straordinario lavoro che l'azienda ha svolto sulle varietà autoctone calabresi piantando decine di ettari di nuove vigne è stato assegnato il titolo di Viticoltore dell'anno.

TRE BICCHIERI 2013 CALABRIA: 3
  • Masino 2010 iGreco
  • Gravello 2010 Librandi
  • Moscato Passito 2011 Viola

Alto Adige: la sfida per il futuro è la specializzazione dei terroir
Sono anni che l'Alto Adige miete successi e il ruolo di territorio leader nel panorama del vino italiano è ormai consolidato. Questa maturità produttiva garantisce riconoscimenti e successi commerciali, ma c'è oggi una nuova e importante opportunità per questa regione. La grande sfida del futuro altoatesino è la specializzazione dei territori, oggi mimetizzati e mortificati in gamme aziendali troppo vaste. Quello che emerge infatti nelle degustazioni, è un risultato sempre superiore quando le aziende si cimentano con i vitigni simbolo dei loro terroir.
 
La lettura di identità precise, oggi che la storicità comincia a esserci, è l'opportunità infatti di fare un salto di qualità che poche regioni in Italia possono affrontare. La forza e l'espressività del Gewürztraminer del territorio di Termeno non ha paragoni e gli storici cru di Kastelaz, Sella (Kolbenhof) e Ronchi vengono sempre fuori con la loro qualità nelle degustazioni. Anche il Pinot bianco, che negli ultimi anni ha conseguito il maggior successo qualitativo dell'Alto Adige, trova delle identità precise nei vari territori: affumicato nella Val Venosta, torbato nella zona di Appiano, fine e longevo a Terlano. Una diversità che è un patrimonio su cui la regione dovrebbe investire energie e risorse. Stesso discorso per il Lagrein che trova una qualità senza paragoni nella piana alluvionale di Gries e nella collina di Santa Maddalena o il vigneto Mazzon a Montagna, il cuore delle vigne del pinot nero italiano, che si esprime con un registro originale. Una ricchezza per il racconto complessivo dell'Alto Adige che deve nutrirsi di storie e di identità precise.
 
Nel presente di questa regione c'è un caso sempre più clamoroso di successo: la Schiava. Negli ultimi anni questo tradizionale vitigno ha trovato interpreti straordinari e per questo può rappresentare, anche stilisticamente, la modernità del vino di questa regione. Sarebbe bello che questo successo diventasse un successo commerciale in tutta Italia e non solo, il mercato chiede novità e qui se ne può trovare una strepitosa e di grande tradizione.

TRE BICCHIERI 2013 ALTO ADIGE: 26
  • Alto Adige Cabernet Sauvignon Cor Römigberg 2008 Lageder
  • Alto Adige Cabernet Sauvignon Lafòa 2009 Colterenzio
  • Alto Adige Gewürztraminer Flora 2011 Cornaiano
  • Alto Adige Gewürztraminer Kastelaz 2011 Walch Elena
  • Alto Adige Gewürztraminer Nussbaumer 2011 Cantina Termeno
  • Alto Adige Lagrein Abtei Muri Riserva 2009 Muri Gries
  • Alto Adige Lagrein Riserva 2009 Griesbauerhof
  • Alto Adige Lagrein Taber Riserva 2010 Cantina Bolzano
  • Alto Adige Meranese Schickenburg Graf von Meran 2011 Cantina Merano
  • Alto Adige Moscato Giallo Passito Serenade 2009 Caldaro
  • Alto Adige Pinot Bianco Anna Turmhof 2011 Tieffenbrunner
  • Alto Adige Pinot Bianco Sirmian 2011 Nalles Magré
  • Alto Adige Pinot Bianco Tecum 2010 Castelfeder
  • Alto Adige Pinot Grigio Anger 2011 San Michele Appiano
  • Alto Adige Pinot Grigio Windegg 2011 Brigl
  • Alto Adige Riesling Berg 2011 Niedrist
  • Alto Adige Santa Maddalena Classico Antheos 2011 Waldgries
  • Alto Adige Terlano Pinot Bianco Vorberg Riserva 2009 Terlano
  • Alto Adige Val Venosta Riesling 2011 Castel Juval
  • Alto Adige Val Venosta Riesling 2011 Falkenstein
  • Alto Adige Valle Isarco Pinot Grigio 2011 Köfererhof
  • Alto Adige Valle Isarco Riesling Kaiton 2011 Kuenhof – Peter Pliger
  • Alto Adige Valle Isarco Riesling 2011 Strasserhof
  • Alto Adige Valle Isarco Sylvaner Praepositus 2011 Abbazia di Novacella
  • Alto Adige Valle Isarco Veltliner 2011 Röck
  • Vigneto delle Dolomiti Bianco 2011 Baron Widmann


Toscana: Bolgheri al top
Aumentano i Tre Bicchieri in Toscana. A premiare, vale la pena sottolinearlo, un lavoro straordinario, nei tanti e diversi territori che la caratterizzano. Piccole e grandi aziende compongono un mosaico policromo, capace di offrire ai diversi palati, ai molteplici gusti, il vino ideale. Al top Bolgheri, che ha potuto contare come pochissime altre zone nel Paese su un grande 2009. Tanto che da questo millesimo arriva il Rosso dell'anno, il Bolgheri Sassicaia. A chi pensasse a una banalità il caldo invito ad assaggiare quello che per i curatori è un vino perfetto. Ma non solo Sassicaia.
 
Il territorio porta a casa, tra vini a denominazione e non, ben dieci premi. Bene anche a Montalcino dove sia il 2007 che il 2006, con i vini Riserva, si possono considerare ottime annate. In generale si può dire che qui i vini son tornati a parlare il sangiovese, una lingua che stava andando perduta, e allo stesso tempo a rivelare un territorio che nella sua ampiezza e complessità dà vini che raccontano di Sangiovese, anche qui declinati a seconda di versanti e altitudini, che hanno maggiore struttura e austerità di quelli di altre zone. Come ad esempio il Chianti Classico, dove il Sangiovese, soprattutto quando lasciato esprimere nella sua autenticità, è invece più leggiadro e sinuoso, e fa della tensione e della croccantezza il suo linguaggio.
 
A proposito del Chianti Classico, torna a salire il numero dei vini premiati, sia a denominazione sia a indicazione geografica. C'è ancora molto da fare perché questo meraviglioso comprensorio torni a occupare il ruolo enologico di punta che merita. Un invito, in questo senso, a prendere esempio dalle piccole realtà, che spesso sembrano aver compreso meglio il valore del connubio vitigno terroir in termini di unicità, anche in chiave di marketing. E ancora i tanti territori, più piccoli e frammentati ma certo non meno significativi, che contribuiscono a fare della Toscana la regione ad alto tasso di eccellenze enologiche che tutti conoscono. San Gimignano, la Maremma e il Monteccucco, Cortona e l'Aretino, Montepulciano, per citarne solo alcuni. E sempre qualcosa si muove se si pensa che su 68 vini a Tre Bicchieri 11 li prendono per la prima volta, tra questi il Morellino di Scansano Madrechiesa Riserva '09 di Terenzi, azienda che ha tutte le carte per meritarsi il premio di Cantina Emergente.

TRE BICCHIERI 2013 TOSCANA: 68
  • Baffonero 2010 Rocca di Frassinello
  • Bolgheri Sassicaia 2009 Tenuta San Guido
  • Bolgheri Superiore Campo al Fico 2009 I Luoghi
  • Bolgheri Superiore Grattamacco 2009 Grattamacco
  • Bolgheri Superiore Sapaio 2009 Podere Sapaio
  • Bolgheri Superiore 2009 Castello di Bolgheri
  • Brunello di Montalcino Altero 2007 Poggio Antico
  • Brunello di Montalcino Bramante 2007 Sanlorenzo
  • Brunello di Montalcino Cerretalto 2006 Casanova di Neri
  • Brunello di Montalcino Collezione Arte 2006 Donna Olga
  • Brunello di Montalcino Poggio al Vento Riserva 2004 Col d'Orcia
  • Brunello di Montalcino Riserva 2006 Biondi Santi
  • Brunello di Montalcino Riserva 2006 Capanna – Cencioni
  • Brunello di Montalcino Riserva 2006 Caprili
  • Brunello di Montalcino Ugolaia 2006 Lisini
  • Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2007 Le Ragnaie
  • Brunello di Montalcino Vigna Poggio Ronconi 2007 Citille di Sopra
  • Brunello di Montalcino 2007 Baricci
  • Brunello di Montalcino 2007 Canalicchio di Sopra – Pacenti e Ripaccioli
  • Brunello di Montalcino 2007 Fanti
  • Brunello di Montalcino 2007 Le Chiuse
  • Brunello di Montalcino 2007 Poggio di Sotto
  • Brunello di Montalcino 2007 Val di Suga – Tenimenti Angelini
  • Cepparello 2009 Isole e Olena
  • Chianti Classico Bugialla Riserva 2008 Poggerino
  • Chianti Classico Cinquantenario Riserva 2008 Castello di Monsanto
  • Chianti Classico Coltus Boni 2009 Badia a Coltibuono
  • Chianti Classico Il Puro Riserva 2008 Castello di Volpaia
  • Chianti Classico Montegiachi Riserva 2009 Agricoltori del Chianti Geografico
  • Chianti Classico Riserva 2008 Castello d'Albola
  • Chianti Classico Riserva 2009 Brancaia
  • Chianti Classico Riserva 2009 Rocca delle Macie
  • Chianti Classico Vigneto di Campolungo Riserva 2008 Lamole di Lamole
  • Chianti Classico 2008 Castell'in Villa
  • Chianti Classico 2009 Val delle Corti
  • Chianti Classico 2010 Lilliano
  • Chianti Classico 2010 San Giusto a Rentennano
  • Colline Lucchesi Tenuta di Valgiano 2009 Tenuta di Valgiano
  • Cortona Syrah Il Bosco 2009 Tenimenti d'Alessandro
  • Cortona Syrah 2009 Amerighi Stefano
  • Dedicato a Walter 2009 Poggio al Tesoro
  • Do ut Des 2010 Carpineta Fontalpino
  • Duemani 2009 Duemani
  • Flaccianello 2009 Fontodi
  • Galatrona 2010 Petrolo
  • I Sodi di S. Niccolò 2008 Castellare di Castellina
  • Il Pareto 2009 Tenuta di Nozzole
  • Il Pino di Biserno 2009 Tenuta di Biserno
  • Le Pergole Torte 2009 Montevertine
  • Le Sughere di Frassinello 2010 Rocca di Frassinello
  • Masseto 2009 Tenuta dell'Ornellaia
  • Mix 36 2008 Fonterutoli
  • Montecucco Sangiovese Lombrone Riserva 2008 Collemassari
  • Morellino di Scansano Madrechiesa Riserva 2009 Terenzi
  • Nambrot 2009 Tenuta di Ghizzano
  • Oreno 2009 Tenuta Setteponti
  • Orma 2009 Podere Orma
  • Paleo 2009 Le Macchiole
  • Picconero 2009 Tolaini
  • Poggiassai 2008 Poggio Bonelli
  • Poggio dei Colli 2010 Piaggia – Mauro Vannucci
  • Rocca di Montemassi 2010 Rocca di Montemassi
  • Tignanello 2009 Antinori
  • Vernaccia di San Gimignano Casanuova 2010 Fontaleoni
  • Vernaccia di San Gimignano ReZet 2011 La Mormoraia
  • Vigorello 2008 San Felice
  • Vino Nobile di Montepulciano Nocio dei Boscarelli 2008 Boscarelli
  • Vino Nobile di Montepulciano 2009 Poliziano
Molise: vini semplici dall'ottimo rapporto qualità prezzo
Una delle regioni più piccole d'Italia, tradizionalmente attiva e appassionata nella produzione di vino, alla quale da qualche anno abbiamo riservato una parte specifica della Guida Vini d'Italia, per evidenziare l'interessante realtà enologica che presenta. Sulle belle colline che dall'interno corrono verso la costa adriatica, fino a Campomarino, sorgono la maggioranza delle aziende vinicole, ma negli ultimi anni sono nate cantine anche su nuovi territori dell'interno montuoso e verde.
 
Questo dinamismo è tutto nel solco rispettoso della tradizione, senza rinnegare la propria storia, le proprie origini. Da sempre la coltivazione della vite è stata una realtà essenziale nell'economia agricola molisana, con una produzione dai numeri interessanti (oltre 250mila ettolitri) e un prodotto qualitativamente notevole. Vini semplici, beverini, talvolta persino ingenui ma dallo strepitoso rapporto qualità prezzo. I vitigni più coltivati sono per i rossi il montepulciano, che in questo territorio acquista una tipicità del tutto particolare, e l'aglianico, in una veste più fresca e semplice di quello cui siamo abituati; tra le uve bianche il trebbiano e la falangina, che forgiano vini tutti efficacia e godibilità. Merita poi un discorso a parte un vigneto autoctono, la tintilia, come dice il nome, colorata e dai profumi minerali e tipici che, dopo i primi incerti passi, sta producendo vini particolari e ambiziosi da tenere d'occhio.
 
Purtroppo latitano i fuoriclasse, che un'enologia ancora un po' incerta stenta a mettere a fuoco. I Tre Bicchieri vanno a una vecchia conoscenza, il Contado della cantina Di Majo Norante, vera ambasciatrice della regione nel mondo: un Aglianico che in questa edizione ha convinto per esuberanza e godibilità, a un prezzo ancora piccolo.

TRE BICCHIERI 2013 MOLISE: 1
  • Aglianico del Molise Contado Riserva 2010 Di Majo Norante

L'Emilia Romagna delle cantine sociali
Il primo pensiero dedicato all'Emilia Romagna è quello per la comunità che ha subito i terribili terremoti del 20 e 29 maggio 2012 che hanno sconvolto il cuore del territorio del Sorbara, nella bassa modenese. Molte cantine hanno subito danni e le persone hanno passato lunghi mesi fuori di casa. A loro va l'ammirazione per la voglia con la quale si sono pian piano rimessi in moto. La solidarietà è stata tanta e le cantine cooperative sono state in prima linea accanto ai soci più colpiti come è nello spirito dei loro principi fondanti.
 
Venendo all'Emilia Romagna dei vini si prova a fare il racconto della doppia trama che attraversa tutta la regione con una storia che riguarda. In questi anni si è assistito a una specializzazione sempre più forte dei vari territori che hanno investito sui loro vini più tradizionali con un salto di qualità straordinario. La Romagna, per fare un esempio su tutti, si è concentrata sul Sangiovese arrivando a un livello di espressione che non ha precedenti nella sua storia. Accanto a vini più classici, che interpretano la coppia vitigno terroir in modo fedele, ci sono oggi produzioni che vanno in una direzione completamente diversa pensando a un consumatore meno colto e più emotivo nelle scelte.
 
Questo fenomeno vale anche per altre produzioni, ad esempio per il Lambrusco. Ci sono Lambrusco di volume e grande suadenza che nulla hanno a che fare con la tradizione emiliana, ma che hanno un certo successo commerciale. Si è  cercato di avere una visione che andasse oltre il breve periodo, premiando la lettura più fedele dei territori, quella che secondo noi può esprimere qualità su lungo periodo. è una scelta filosofica che prende il concetto di buono e lo interpreta anche nel suo essere cultura.
 
In questo scenario è sempre più importante il ruolo delle cantine cooperative che proprio in virtù della grande quantità lavorata sono le custodi di un patrimonio di classicità che è necessario non disperdere. Questa identità, forse anche rifiutata a un certo punto, è oggi invece un tema strategico, un'opportunità per entrare nel contemporaneo del vino. Se questo ruolo è naturalmente delle cantine cooperative, ai piccoli produttori resta il compito di una lettura più puntuale e raffinata dei singoli territori. è un ruolo complementare a quello delle grandi produzioni, importante e strategico. In questa regione, finalmente, questa visione è patrimonio comune e si è compreso che per emergere ha bisogno del lavoro di tutti, piccoli e grandi insieme.

TRE BICCHIERI 2013 EMILIA ROMAGNA: 12
  • Albana di Romagna Passito Regina di Cuori Riserva 2009 Gallegati
  • Lambrusco di Sorbara Del Fondatore 2011 Chiarli
  • Lambrusco di Sorbara Vigna del Cristo 2011 Cavicchioli
  • Mantignano Vecchie Vigne 2008 Il Pratello
  • Marzieno 2008 Fattoria Zerbina
  • Reggiano Concerto 2011 Medici Ermete
  • Romagna Sangiovese Superiore Ora 2011 San Patrignano
  • Sangiovese di Romagna I Probi di Papiano Riserva 2009 Villa Papiano
  • Sangiovese di Romagna Redinoce Riserva 2009 Balia di Zola
  • Sangiovese di Romagna Superiore Il Moro Riserva 2009 Villa Trentola
  • Sangiovese di Romagna Superiore Limbecca 2010 Francesconi Paolo
  • Sangiovese di Romagna Vigna del Generale Riserva 2009 Casetto dei Mandorli – Nicolucci

Lazio: dai Castelli la via della qualità
Il Fiorano è tornato. Può sembrare un po' strano cominciare una riflessione su tutta la regione da un vino prodotto in poche migliaia di bottiglie, tuttavia il Fiorano non è stato solo uno dei più grandi vini italiani degli anni Ottanta, ma una sorta di mito, sia per chi lo aveva bevuto allora e negli anni immediatamente successivi, che per chi ne ha solo sentito parlare. Una pietra di paragone implicita e spietata per tutto quello che è stato realizzato in regione e in particolare in provincia di Roma.
 
Oggi il nuovo Fiorano nasce in situazioni e con vitigni diversi, sebbene il risultato sia tale da farci sperare nella possibilità di avere ritrovato un protagonista dell'enologia regionale e non solo. Le dinamiche regionali sembrano invece essere quelle impostate negli scorsi anni, certo al netto di un'annata, la 2011, non facile soprattutto per la produzione più importante, quella dei vini bianchi. Il Lazio continua a non riuscire a esprimere completamente il suo potenziale, preferendo nella maggioranza dei casi produrre vini di buona fattura ma senza grande personalità.
 
Non bisogna sottovalutare una serie di nuovi piccoli produttori, spesso d'impostazione biologica o biodinamica, che hanno come scopo principale l'esprimere compiutamente il proprio territorio. La zona dei Castelli, e in particolare quella del Frascati, non smette di lavorare per raggiungere migliori standard qualitativi, anche se nei fatti questa volontà non è stata ancora premiata con una crescita significativa, mentre qualche cambiamento si vede nel mondo del Cesanese, sia del Piglio che di Olevano Romano, seppur con una certa lentezza. La zona di Latina prosegue nel suo cammino fatto di buoni vini e grande affidabilità, con la piacevole novità della presenza in Guida di una cantina dell'isola di Ponza. La provincia di Viterbo invece si conferma come la zona più interessante della regione, sia per potenzialità che per risultati raggiunti, tanto con i suoi produttori storici che con aziende più recenti che hanno voglia di crescere e di migliorare, senza dimenticare assoluti esordienti che stanno lavorando con passione e senza badare a spese per dotarsi di tutti i mezzi per realizzare vini di grande interesse, come la San Giovenale.

TRE BICCHIERI 2013 LAZIO: 4
  • Fiorano Bianco 2010 Tenuta di Fiorano
  • Frascati Superiore Epos 2011 Poggio alle Volpi
  • Montiano 2010 Falesco
  • Poggio della Costa 2011 Mottura

Il Piemonte festeggia sette new entry
Il Piemonte enologico, così ricco di storia e tradizione, si presenta, per buona parte dell'immaginario collettivo, come una regione abbastanza statica e poco incline ai cambiamenti. Invece, dopo le tante degustazioni effettuate quest'anno nei vari distretti piemontesi, è stato dimostrato il dinamismo e l'effervescenza stilistica e culturale che contraddistinguono l'intero territorio.
 
L'importante numero totale di Tre Bicchieri conseguito in questa edizione, 75 contro i 72 dell'anno passato, rivela un ottimo stato di forma generale. Si conferma molto solida e ben definita la "corazzata" dei nebbioli che, spaziando dall'Alto Piemonte al Roero, transitando naturalmente per Barolo e Barbaresco, contribuisce, attraverso i differenti terroir, a disegnare la nobiltà e la complessità di questo straordinario vitigno. Accanto alle denominazioni più celebri, si sottolineano innanzitutto i 4 Tre Bicchieri assegnati al Dolcetto e i 7 massimi riconoscimenti attribuiti alla Barbera. Insieme, queste due tipologie rappresentano un'ossatura imprescindibile del panorama viticolo piemontese e offrono, spesso a prezzi molto appetitosi, occasioni di acquisto sicuramente interessanti.
 
Un capitolo a parte va dedicato alla sfera dei vitigni a bacca bianca, che, in una regione a storica vocazione rossista, viene spesso trascurato; 3 Tre Bicchieri all'Erbaluce, 2 al Timorasso, 2 al Gavi, 1 allo Chardonnay, 1 al Riesling e 2 al Moscato, dimostrano inequivocabilmente la forza, la vitalità e la plasticità di un territorio magico, in grado di esprimersi al meglio su tanti fronti. è più che evidente la dinamicità del comparto, in grado di individuare ogni anno, in un panorama già ricco di nomi blasonati, nuovi promettenti talenti.
 
Quest'anno sono ben sette i nomi che approdano per la prima volta al massimo riconoscimento: Tenuta dell'Arbiola, Bricco del Cucù, Ca' d' Gal, Ca' Rome', Cascina Morassino, Cieck, I Paglieri della famiglia Roagna. Un'altra prestazione di assoluto rilievo riguarda, infine, l'azienda Vietti, grande griffe piemontese celebre in tutto il mondo, che, con lo strepitoso Barolo Rocche 2008 e l'affascinante Barbera d'Asti La Crena 2009, si aggiudica il doppio massimo riconoscimento. In sostanza, tanti messaggi positivi, che si spera possano costituire un utile contributo per una ripresa dell'attenzione e dei consumi verso questa regione dotata di inestimabili tesori enologici.

TRE BICCHIERI 2013 PIEMONTE: 75
  • Alta Langa Brut Zero Cantina Maestra 2006 Serafino Enrico
  • Barbaresco 2009 Gaja
  • Barbaresco Asili 2009 Ca' del Baio
  • Barbaresco Asili Riserva 2007 Giacosa Bruno
  • Barbaresco Asili Vecchie Vigne 2007 Roagna – I Paglieri
  • Barbaresco Borgese 2009 Busso
  • Barbaresco Camp Gros Martinenga 2008 Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy
  • Barbaresco Currà 2008 Sottimano
  • Barbaresco Manzola 2008 Nada Fiorenzo
  • Barbaresco Morassino 2009 Cascina Morassino
  • Barbaresco Ovello Vigna Loreto 2009 Rocca Albino
  • Barbaresco Pora Riserva 2007 Produttori del Barbaresco
  • Barbaresco Rabajà 2009 Rocca Bruno
  • Barbera d'Alba Bric du Luv 2010 Ca' Viola
  • Barbera d'Alba MonBirone 2010 Monchiero Carbone
  • Barbera d'Asti Superiore Nizza Acsé 2009 Scrimaglio
  • Barbera d'Asti Superiore Nizza La Court 2009 Chiarlo Michele
  • Barbera d'Asti Superiore Nizza La Crena 2009 Vietti
  • Barbera d'Asti Superiore Nizza Romilda XII 2009 Arbiola
  • Barbera del Monferrato Casalese Superiore Bricco Battista 2009 Accornero
  • Barolo Bricco Cerretta 2006 Altare
  • Barolo Bricco Sarmassa 2008 Brezza
  • Barolo Bussia Riserva 2004 Pianpolvere Soprano
  • Barolo Campe' 2008 La Spinetta
  • Barolo Cannubi Boschis 2008 Sandrone
  • Barolo Cerretta Luigi Baudana 2008 Vajra
  • Barolo Ciabot Mentin 2008 Clerico
  • Barolo Ginestra Riserva 2006 Conterno Paolo
  • Barolo Granbussia Riserva 2005 Conterno Aldo
  • Barolo La Serra 2008 Rosso Giovanni
  • Barolo Liste 2007 Borgogno
  • Barolo Marenca 2008 Pira Luigi
  • Barolo Monfortino Riserva 2005 Conterno Giacomo
  • Barolo Monvigliero 2007 Bel Colle
  • Barolo Monvigliero 2008 Scavino Paolo
  • Barolo Ornato 2008 Pio Cesare
  • Barolo Prapò 2008 Schiavenza
  • Barolo Rapet 2008 Ca' Romé
  • Barolo Ravera 2007 Roddolo Flavio
  • Barolo Rocche 2008 Vietti
  • Barolo San Lorenzo 2008 Alessandria F.lli
  • Barolo San Rocco 2008 Azelia
  • Barolo Sarmassa 2008 Marchesi di Barolo
  • Barolo Terlo Ravera 2008 Abbona Marziano
  • Barolo Vigna Elena Riserva 2006 Cogno
  • Barolo Vigna Rionda Riserva 2006 Massolino
  • Barolo Vignolo Riserva 2006 Cavallotto
  • Barolo Villero 2008 Brovia
  • Boca 2008 Le Piane
  • Carema Etichetta Bianca Riserva 2008 Cantina Produttori Nebbiolo di Carema
  • Carema Etichetta Nera 2008 Ferrando
  • Colli Tortonesi Timorasso Fausto 2010 Vigne Marina Coppi
  • Derthona Montecitorio 2010 Vigneti Massa
  • Dogliani Bricco San Bernardo 2009 Bricco del Cucù
  • Dogliani Cursalet 2011 Gillardi
  • Dogliani Superiore Vigna Tecc 2010 Poderi Einaudi
  • Dolcetto di Ovada Superiore Du Riva 2009 Tacchino
  • Erbaluce di Caluso La Rustìa 2011 Orsolani
  • Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2011 Favaro
  • Erbaluce di Caluso Passito Alladium Passito 2006 Cieck
  • Gattinara San Francesco 2008 Antoniolo
  • Gavi del comune di Gavi Minaia 2011 Bergaglio Nicola
  • Gavi del comune di Gavi Monterotondo 2010 Villa Sparina
  • Ghemme Riserva 2007 Torraccia del Piantavigna
  • Langhe Bianco Hérzu 2010 Germano Ettore
  • Lessona Omaggio a Quintino Sella 2006 Sella
  • Monferrato Rosso La Mandorla 2009 Spertino Luigi
  • Monferrato Rosso Sul Bric 2010 Martinetti
  • Moscato d'Asti Tenuta del Fant 2011 Tenuta Il Falchetto
  • Moscato d'Asti Vigna Vecchia 2011 Ca' d'Gal
  • Nebbiolo d'Alba Cumot 2009 Bricco Maiolica
  • Piemonte Chardonnay Monteriolo 2008 Coppo
  • Roero Braja Riserva 2009 Deltetto
  • Roero Giovanni Almondo Riserva 2009 Almondo
  • Roero Sudisfà Riserva 2009 Negro

Umbria: tanti i grandi vini, scarsa la comunicazione
L'Umbria del vino è cresciuta enormemente negli ultimi anni. E questo è un dato incontrovertibile. Che poi questo dato sia conosciuto e condiviso, è altra cosa. è ormai evidente la necessità di una campagna di comunicazione per la produzione enologica umbra, con progetti collettivi che restituiscano una dimensione unitaria e facciano superare i troppi personalismi. Nonostante gli innegabili passi avanti, ci sono ancora poche carte dei vini in cui l'Umbria ha il ruolo che meriterebbe. Se si eccettuano i soliti noti, la produzione di questa regione, piccola ma vocata, fatica a trovare spazio.
 
Detto questo, e strategie promozionali a parte, quello che ai può aggiungere riguarda l'aspetto tecnico e soprattutto stilistico dei vini. Se è vero che la maggior parte dei produttori ha imparato a farlo bene, è altrettanto innegabile che molti hanno ricalcato il paradigma più in voga e diffuso, rischiando di offuscare l'identità delle produzioni locali, l'impronta stilistica e le stesse varietà tradizionali. Non si scopre niente di nuovo dicendo che oggi i consumatori, gli appassionati e gli addetti ai lavori più attenti, in Italia e nel mondo, sono sì alla ricerca di prodotti qualitativamente elevati ma che, forse, la loro originalità e identità è fattore ancor più importante. Si aggiunge che un termine forse banale e approssimativo come 'bevibilità” meriterebbe un supplemento di indagine da parte dei vignaioli umbri, giustamente impegnati nella ricerca del grande vino e non sempre protesi nell'indagine di produzioni quotidiane, più semplici eppure capaci di stare sul mercato in maniera dignitosa. Non che manchino i vini dal buon rapporto qualità prezzo, ma forse l'originalità stilistica e la personalità di queste bottiglie è ancora poco sviscerata, quasi fossero prodotti di ricaduta che non necessitino di particolari riflessioni.
 
Le denominazioni classiche tornano di moda, i vitigni della tradizione paiono riprendere quota (viva il sagrantino, insomma, ma anche il ciliegiolo, il grechetto, il trebbiano spoletino, il gamay del Trasimeno…) e nei territori più vocati le sfumature stilistiche e le diverse declinazioni sul tema cominciano a farsi largo. Non tragga in inganno la sola lettura della lista dei Tre Bicchieri, ci sono una marea di vini, un po' ovunque, ottimi o addirittura eccellenti in questa categoria. La novità più inaspettata arriva dal Castello di Monte Vibiano Vecchio, azienda green, tra le prime al mondo a 'emissioni zero di CO2”, che quest'anno si aggiudica il Premio per la Viticoltura Sostenibile. Anche questo è un segnale.

TRE BICCHIERI 2013 UMBRIA: 10

  • Cervaro della Sala 2010 Castello della Sala
  • Colli Perugini Rosso L'Andrea 2008 Monte Vibiano Vecchio
  • Montefalco Sagrantino 2008 Antonelli
  • Montefalco Sagrantino 25 Anni 2008 Caprai
  • Montefalco Sagrantino Campo alla Cerqua 2008 Tabarrini
  • Montefalco Sagrantino Colleallodole 2009 Antano Milziade – Fattoria di Colle Allodole
  • Montefalco Sagrantino Pozzo del Curato 2009 Villa Mongalli
  • Orvieto Classico Superiore IL 2011 Decugnano dei Barbi
  • Orvieto Classico Superiore Terre Vineate 2011 Palazzone
  • Torgiano Rosso Vigna Monticchio  Ris. 2007 Lungarotti

Basilicata, non molte le realtà che sono riuscite a restare ad alto livello
La Basilicata del vino sembra essere in mezzo al guado e non sapere bene in che direzione andare per uscirne. In effetti da anni parliamo del Vulture come della next big thing del vino italiano, ma l'eterna promessa sembra sempre restare tale senza diventare mai una vera protagonista della scena enologica italiana. Nel frattempo altri distretti vinicoli del Meridione d'Italia, come l'Irpinia, l'Etna o le zone del primitivo in Puglia (Gioia del Colle e Manduria), hanno conquistato l'attenzione e l'apprezzamento dei critici e dei consumatori.
 
Indubbiamente la crisi economica ha colpito duramente la zona del Vulture, anche più di altre zone d'Italia, sorprendendola in pieno cambio generazionale e di impostazione. L'Aglianico del Vulture è un vino unico e di grande significato per l'enologia italiana, ma è anche l'unico importante di questa zona, quello dal quale dipendono le sorti di tutte le aziende viticole vulturine. La svolta del mercato di questi ultimi anni verso vini più freschi e bevibili, meno segnati dal legno o da tannini duri e "digeribili" solo dopo anni di bottiglia, come gli Aglianico del Vulture di questi ultimi anni, ha accentuato le difficoltà. Sempre più aziende non riescono a dare continuità e affidabilità alla propria produzione e alla conduzione aziendale, e allo stesso tempo ci sembra di vedere un'incapacità di leggere queste nuove tendenze, rinchiudendosi in un modello di vino di "retroguardia", fatto di concentrazione e struttura, attualmente difficilmente apprezzato.
 
Come dimostrano il numero e i nomi dei premiati delle recenti edizioni della Guida, in questi ultimi anni non sono molte le realtà che sono riuscite a restare ad alto livello mantenendo una propria identità e interpretando nel migliore dei modi vitigno, territorio e gusti del pubblico. Né ci sono riusciti proponendo vini tradizionali e più distesi o prodotti più moderni ma giocati sull'eleganza e non sulla potenza.
 
La speranza è che vecchi e nuovi produttori di questa storica denominazione trovino il modo per superare finalmente l'impasse in cui sembrano essere finiti. Per quanto riguarda le altre zone vinicole della regione va sottolineato che il Materano prosegue nella sua ricerca di un'identità e di uno standard qualitativo con passione e facendo un passo alla volta.

TRE BICCHIERI 2013 BASILICATA: 3
  • Aglianico del Vulture Basilisco 2009 Basilisco
  • Aglianico del Vulture Titolo 2010 Fucci
  • Balconara 2009 D'Angelo di Filomena Ruppi

Liguria: piccoli numeri, grandi vini
Stretta tra le Alpi e il mare, la Liguria è una straordinaria terra da vino: bellissima, suggestiva, con le sue vigne a picco sul Tirreno, ma davvero poco generosa. Ogni fazzoletto di terra deve essere strappato alla montagna, terrazzato, le zone pianeggianti sono davvero poche.
 
è un peccato perché in questi ultimi anni i bianchi (ma anche i rossi, in seconda battuta) di questa terra stanno guadagnando una grande popolarità. Piace il loro stile, sapido e fruttato, ricco di note d'erbe aromatiche e di iodio, di mare, quel carattere così decisamente mediterraneo che si ritrova nei buoni Pigato, nei Vermentino e anche nei rossi come Rossese di Dolceacqua o Ormeasco... E poi gli straordinari (e introvabili) vini dolci, come il leggendario Cinque Terre Sciachetrà.
 
Quest'anno sono stati assaggiati oltre 300 vini, tra questi 27 sono stati selezionati per le degustazioni finali (16 bianchi, 7 rossi e 4 passiti). Così ripartiti: 14 del Levante, 11 dell'estremo Ponente e 2 del Savonese. Nessuno, purtroppo, dal Genovesato. Un deciso progresso rispetto alla scorsa edizione in cui erano solo 22. Alla fine i Tre Bicchieri sono risultati 6: cinque sono andati a vini bianchi e uno ad un rosso. Ancora nessun premio ai passiti o ai vini dolci della regione, che pur vantano, specialmente nelle Cinque Terre, grande tradizione: sono produzioni di altissimo livello ma quasi sempre numericamente minime.
 
E così, mentre Maccario Dringenberg, Poggio dei Gorleri, Cantine Lunae Bosoni e Lambruschi hanno riconfermato il loro eccellente livello qualitativo, ci allietano le due "new entry": una savonese, BioVio, con uno splendido Vermentino e una imperiese, Fontanacota, con un impagabile Pigato. Risultati importanti, con la crescita di un Tre Bicchieri, a testimoniare lo stato di grazia dell'enologia di questa regione, la costante crescita qualitativa e il clima di generale entusiasmo e attenzione alla viticoltura che qui si respirano.
 
In chiusura vogliamo sottolineare ancora una volta un concetto: la differenza tra i vini premiati e i finalisti a volte è davvero minima, e si gioca sul filo di lana dei centesimi tra un vino e l'altro. In Liguria le produzioni non sono mai abbondanti, e semmai non riusciste a trovare un Tre Bicchieri sappiate che i vini segnalati con due bicchieri rossi sono altrettanto interessanti. Citiamo infine due aziende che si sono proposte per la prima volta con piccole ma interessanti produzioni: si tratta di Maria Teresa Penco con un Passito Bianco da uve scimixà della Val Fontanabuona e dell'Imperiese Berry & Berry con il suo Bianco ‘11.

TRE BICCHIERI 2013 LIGURIA: 6
  • Colli di Luni Vermentino Costa Marina 2011 Lambruschi
  • Colli di Luni Vermentino Etichetta Nera 2011 Lunae Bosoni
  • Riviera Ligure di Ponente Pigato 2011 Fontanacota
  • Riviera Ligure di Ponente Pigato Albium 2010 Poggio dei Gorleri
  • Riviera Ligure di Ponente Vermentino Aimone 2011 BioVio
  • Rossese di Dolceacqua Superiore San Biagio della Cima Luvaira 2010 Maccario Dringenberg
Puglia: la Napa Valley dei vini del Sud
La Puglia prosegue nella sua crescita e nella conquista delle posizioni di vertice dell'enologia italiana. Una posizione naturale, vista la qualità dei vitigni autoctoni, le condizioni climatiche e l'ampiezza della produzione, ma che per anni è stata lontana dall'occupare. Prima la riscoperta di vitigni da sempre poco in evidenza, come il nero di Troia o il sussumaniello, poi l'esplosione del primitivo, infine la rinascita in senso qualitativo del negroamaro stanno restituendo alla Puglia la sua giusta dimensione enologica.
 
Inoltre si stanno finalmente scoprendo le vocazioni dei territori, primo passo per arrivare, forse, a identificare e valorizzare dei veri e propri cru. Manduria e Gioia del Colle sono ormai un riferimento per tutti gli amanti dei vini di stile mediterraneo, in cui frutto, potenza, dolcezza e ricchezza alcolica sono felicemente sostenuti ed equilibrati da una freschezza mai sentita e inimmaginabile fino a qualche anno fa, mentre il Salento sta ritrovando il suo punto di riferimento, quel Salice Salentino, realizzato con il negroamaro e un saldo di malvasia nera, che sta finalmente uscendo dallo status di "monumento regionale" polveroso e dimenticato in cui per anni si era confinato, per tornare a essere un vino in grado di competere sui mercati di tutto il mondo. Proprio a questa denominazione, con la Riserva '09 di Cantele, va il premio per il vino dal miglior rapporto qualità/prezzo Parlando di territori, sembra invece in un momento di ripiegamento la zona di Castel del Monte, esplosa qualche anno fa e ora un po' incerta sulla strada da percorrere, mentre sembra finalmente avere voglia di qualità la zona di Cerignola e tutto il Foggiano, dopo anni di produzione consacrata principalmente alla quantità. Va sottolineato che si sta lavorando anche alla produzione di bianchi interessanti, grazie all'approfondimento delle potenzialità dei vitigni locali, in particolare della verdeca e del minutolo.
 
La strada è ancora lunga, e anche se non sono molte le zone vocate alla realizzazione di un vino bianco d'eccellenza, qualcosa si sta muovendo anche in questo settore, mentre sembra che i rosati abbiano trovato ormai la loro dimensione, quella di essere degli ottimi vin de soif. Resta da segnalare che il vero patrimonio insostituibile della regione sono i vecchi impianti ad alberello, che purtroppo continuano a essere estirpati. è importante allora che non solo i produttori ma tutto il "sistema vino" regionale, compresi i responsabili politici, si impegnino per la salvaguardia dei restanti vigneti ad alberello.

TRE BICCHIERI PUGLIA: 14
  • Castel del Monte Vigna Pedale Riserva 2009 Torrevento
  • Gioia del Colle Primitivo 17 Vigneto Montovella 2009 Polvanera
  • Gioia del Colle Primitivo Muro Sant'Angelo Contrada Barbatto  2009 Chiaromonte
  • Nero 2009 Conti Zecca
  • Primitivo di Manduria Es 2010 Fino Gianfranco
  • Primitivo Old Vines 2009 Morella
  • Salice Salentino Casili Riserva 2009 Tenute Meterdomini
  • Salice Salentino Riserva 2009 Cantele
  • Salice Salentino Rosso Riserva 2009 Leone De Castris
  • Salice Salentino Selvarossa Riserva 2009 Cantine Due Palme
  • Sierma 2009 Carvinea
  • Torcicoda 2010 Tormaresca
  • Vendemmia 75 2011 Palamà
  • Visellio 2010 Tenute Rubino






 



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