L'Italia ripudia la guerra: Articolo 11 della Costituzione. Si potrebbe aggiungere soprattutto quando la guerra, da quella armata a quella dei colletti bianchi, passando per pizzini e corruzione, scaturisce dalla mafia.
Questo potrebbero aver pensato gli studenti del liceo scientifico Enrico Fermi di Cosenza che con una sceneggiatura ispirata a questo tema hanno vinto il concorso ideato da Solidaria dedicato a Libero Grassi e organizzato con il sostegno di Confcommercio-Imprese per l'Italia e del ministero dell'Istruzione.
«Era stata proprio la guerra legata alla mafia ciò che ha spinto Peppino Impastato (nella foto), figlio di un esercente legato alla mafia e succube della stessa – ha commentato Dario Pistorio, presidente Fipe Sicilia e Catania – a ribellarsi. Il suo obiettivo era vivere in un mondo di legalità e di diritti riconosciuti, rispettati, compreso quello della libertà di stampa. La vita sacrificata di Impastato, ucciso per volere di Badalamenti, è però servita a far sì che la sua lotta venisse portata avanti dalla famiglia ed ora la pizzeria Impastato, un tempo frequentata da mafiosi, è diventata simbolo di legalità».
Un riferimento, quello di Pistorio, non casuale per molti motivi. è stato infatti con un elaborato scritto sotto forma di diario e dedicato proprio agli articoli 2 (diritti inviolabili) e 21 (libertà di parola, pensiero e stampa) della Costituzione che una scuola di Catania, l'Istituto tecnico Industriale Giuseppe Marconi, è risultata essere altra vincitrice dell'ottava edizione del premio Libero Grassi.
Ed è nella pizzeria Impastato di Cinisi, in provincia di palermo, (trascurata da Peppino per dedicarsi alla lotta alla mafia per il tramite della parola, degli articoli e soprattutto della celeberrima radio Aut) che le due scolaresche hanno trascorso la serata prima della premiazione.
«è significativo – incalza Pistorio – che proprio le scuole di due città simbolo della criminalità organizzata come Cosenza e Catania abbiano vinto questo premio. Si può ben sperare che le nuove generazioni possano far camminare sulle loro gambe le idee di Giovanni Falcone».