«Il vino non è un prodotto industriale:ha dietro una storia, un territorio e la sua gente. Il valore della cultura legata a questo prodotto di eccellenza del nostro Paese deve essere trasmesso soprattutto ai giovani». Lo ha detto Giulio Somma dell'Arsial - l'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura del Lazio - presentando a Roma all'Enoteca Regionale Palatium la terza edizione di 'Vicoli del vino” che si svolgerà a Prossedi (Lt) il 10 e l'11 settembre.
L'ospite d'onore sarà l'Enoteca italiana di Siena, promotrice da 8 anni di Vino e Giovani, articolata campagna di educazione alimentare e di comunicazione rivolta alle nuove generazioni, sostenuta dal ministero delle Politiche agricole. L'evento vede la collaborazione del Consorzio del Vino Doc Orcia e dell'Associazione Amici della Val d'Orcia, del Club Amici del Traminer, dell'Università La Sapienza di Pomezia, delle Province di Roma e di Latina e dell'Associazione Italiana Celiachia Lazio Onlus.
«Questo appuntamento - ha detto Tiziana Briguglio di Agroalimentare in Rosa - associazione che vede protagoniste le imprenditrici pontine- e organizzatrice anche delle precedenti edizioni- si propone di porre l'attenzione sull'importanza di un consumo consapevole e moderato degli alcolici rivolta ai ragazzi tra i 18 e i 30 anni, ma anche di presentare le eccellenze dell'agroalimentare di questo borgo lepino con tutta una serie di banchi d'assaggio dei prodotti di oltre 200 aziende».
Prossedi è un piccolo comune del Parco nazionale dei Monti Lepini, in provincia di Latina ma più vicino a Frosinone, con appena 1.400 abitanti, spopolato da una forte emigrazione ma che conserva con orgoglio le proprie tradizioni. E' uno di quei tanti borghi del Lazio poco conosciuti ma che ha le caratteristiche per affermarsi come meta turistica d'eccellenza e di qualità. «In questa circostanza - ha detto ancora Somma - Prossedi diventa un simbolo di quell'Italia nascosta da valorizzare insieme al suo vino e ai suoi prodotti agricoli, e questo è il punto di forza della nostra politica regionale. Abbiamo assistito negli ultimi anni ad una campagna di demonizzazione del vino con misure che spingono al non consumo di questo prodotto così importante, in primo piano nell'export. Sono i prestigiosi riconoscimenti che ci vengono dagli altri che ci insegnano il valore del nostro vino, così come è avvenuto per la dieta mediterranea, riconosciuta come la migliore possibile non da noi ma dagli americani. Per questo le nuove generazioni, i giovani, rappresentano il target privilegiato delle battaglie dell'Arsial».
Tutta la popolazione sarà coinvolta nella festa -ha assicurato Franco Greco, sindaco dello storico borgo dalla natura generosa dove l'attività principale è l'allevamento bufalino, la produzione di mozzarelle e la coltivazione di cereali e legumi. Potremmo definirlo un paese-slow dato che conta varie decine di centenari.
Per Maurizio Calvi,presidente dell'Associazione amici della Val d'Orcia, terra toscana di grande tradizione vinicola che vanta il marchio Unesco, 'Vicoli del vino” è un'iniziativa consolidata ma all'inizio nata un po' per caso. «Se esistono le Strade del vino - ha detto - perché non collegarle ai vicoli dei tanti borghi storici? Questo evento di Prossedi è significativo e più che mai legato alla storia del vino, quest'anno in cui viene celebrata l'Unità d'Italia. Essa infatti si è costituita anche parallelamente alla sua storia. Ha cominciato Cavour con il Barolo, in tempi in cui il vino si faceva solo per l'autoconsumo e in cui le Case Regie lo importavano dalla Francia. Il percorso verso la qualità è poi proseguito gradualmente verso il Triveneto, la Toscana e la Campania: un cammino anche politico, che conobbe una crisi con l'abolizione nel Ventennio di migliaia di osterie e di spacci di vino, considerato strumento di sovversione. Oggi finalmente la nostra produzione può vantare punti di eccellenza superiori a quella francese».
Per il Consorzio della Doc Orcia era presente all'Enoteca Palatium la giornalista Valentina Niccolai, direttrice del periodico 'Territorio InForma”, che ha portato il saluto della presidente Donella Vannetti. «Siamo una Doc giovane - ha detto- nata soltanto nel 2000, ma sta crescendo sempre più per l'entusiasmo dei produttori che hanno scelto di puntare sul Sangiovese. L'attuale disciplinare ne prevede al presenza almeno del 60% ma si profilano cambiamenti sia nella percentuale che nell'impiego di altri vitigni, possibilmente autoctoni come il Colorino,il Canaiolo,il Ciliegiolo e la Malvasia nera. Inoltre si sta pensando ad una nuova denominazione, l'Orcia Sangiovese. è per noi una grande soddisfazione, se si pensa che il nostro piccolo territorio è stretto tra le due prestigiose zone di produzione del Brunello di Montalcino e del Nobile di Montepulciano».