Dal castello di Varano de' Melegari, un tempo parte dei manieri del Ducato di Parma e Piacenza, nelle vicinanze di Fornovo (Pr), è partito l'Educational tour nelle Valli del Ceno e del Taro. Da sempre crocevia di genti, culture, strade percorsi e tradizioni, la visita ha significato per i partecipanti immergersi in un'atmosfera che per alcuni giorni ha fatto dimenticare i ritmi frenetici della città.
Lo scenario è quello dell'Appennino parmense, un'insenatura ritagliata tra la Liguria e la Toscana. A sud scendono le vallate che arrivano al mare, a nord sta la Pianura padana solcata dal fiume Po. Terra di confine, ma anche terra di incontri interessanti, come quello con il presidente della Comunità montana delle Valli Luigi Bassi che, nel ricordare la storia dei Farnesi e dei Malaspina, non ha mancato di sottolineare che il territorio rappresenta non solo un'area montana ma anche una ricchezza storica.
«La zona è dotata di servizi e di infrastrutture, ma ha una scarsa vocazione turistica, vocazione però che si può recuperare con la messa in campo e la valorizzazione delle tradizioni popolari, storico-artistiche e la cultura del territorio» ha rimarcato Bassi.
A Pellegrino Parmense, circa 400 metri sul livello del mare, l'itinerario ha contemplato la visita a un caratteristico forno dove si produce il pane con antichi frumenti e con la macinazione a pietra. La prima filiera con varietà di grani nazionali parte in alta Val Stirone dal 1897 per arrivare al 1950. L'azienda, dei fratelli Elio e Gianni Lusignani, con la tradizionale cottura in forno a legna, frutto però anche di innovative tecnologie, ha consentito all'azienda di programmare il ”futuro” senza nostalgia e senza retorica. Ma con estrema attenzione al nuovo. Di prossima creazione il Museo e Officina del Pane di Pellegrino Parmense che prevede la creazione di laboratori e sale espositive per valorizzare le peculiarità del territorio e sviluppare l'attività didattica mediante veri percorsi di conoscenza dei grani antichi e la preparazione del pane.
A Varsi, collocata nella media Val Ceno, d'obbligo una visita al caseificio 'Valceno”, una piccola realtà cooperativa, dove si produce, oltre al latte fresco e altri prodotti caseari, il Parmigiano Reggiano prodotto esclusivamente con latte della zona e stagionato all'aria di montagna nello stesso caseificio.
Dopo la visita a Bardi, già territorio di caccia dei Longobardi e oggi conosciuta per la Fortezza, il Castello e il borgo medievale, traferimento al ristorante 'La vecchia Compiano”, gestito da Andrea Biolzi e dallo zio chef. Anche qui a Compiano, riconosciuto fra i borghi più belli d'Italia, è situato un castello che è tra i più spettacolari del nord Italia con l'intatto vicinato che lo circonda quasi a formare un unico insediamento abbracciati come sono da un possente perimetro di mura. Il maniero è appartenuto ai Malaspina, poi al Comune di Piacenza e infine alla famiglia Landi, che vi ha dominato per 425 anni costituendo un piccolo Stato indipendente, il Principato Landi.
Dopo la visita al centro storico di Begonia e al suo Seminario Vescovile, nel cui interno si trovano il Planetario, il Museo xilografico, la Pinacoteca, la Biblioteca e il Museo di scienze naturali, ci siamo imbattuti nel mercato all'aperto gestito da una trentina di ambulanti che nelle variopinte bancarelle proponevano i prodotti della zona: le famose torte di patate, funghi, frutta, salumi e formaggi locali.
A Crocetta di Tarsogno, (interessante qui il Museo dell'Emigrante che consente di intrecciare - come ha sottolineato il sindaco Maria Cristina Cardinali - la memoria del passato locale con la storia dell'emigrazione italiana), l'assessore comunale al Turismo Alessandro Cardinali ha condotto il gruppo di giornalisti in visita a una realtà cooperativa, la 'Frutti di bosco”, una realtà che intende mantenere e diffondere i prodotti naturali del territorio e dove si lavorano i funghi porcini e prugnoli sott'olio, secchi, carciofi e confetture varie. Interessante l'iniziativa dell''Happy Ticket 2011”, che permette di sfruttare per tutto novembre il tesserino per la raccolta nell'alta Val Taro e Val Ceno.
Probabilmente il prodotto più rappresentativo della Val di Taro è il fungo porcino, insigne 'ospite” della Strada dei Sapori che si snoda principalmente nella Valle congiungendosi a ovest con la Val Ceno. Questa prelibatezza locale si fregia del marchio Igp. La visita alla patria dei funghi è iniziata prima ad Albareto, sede tutti gli anni della prestigiosa 'Mostra del fungo”, quindi conclusa a Borgotaro dove il sindaco Diego Rossi ha illustrato l''Autunno gastronomico Valtarese”, che si tiene in settembre, ottobre e novembre, una manifestazione che intende valorizzare i prodotti e la vallata offrendo il meglio della propria tipicità. Conclusione del tour a Berceto con la visita al Duomo e il percorso storico-ambientale lungo un tratto della via Francigena che si collega con Terenzo e Fornovo. La "Via degli Abati", invece, si snoda da Bobbio tra i crinali delle valli del Taro e del Ceno fino a Pontremoli, in Lunigiana.