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Il Consorzio del Pomodoro Pachino querela la Rai per diffamazione

A seguito delle affermazioni del giornalista Rai Alessandro Di Pietro, che aveva sconsigliato ai telespettatori l’acquisto di pomodorini Pachino poiché «in odore di mafia», è arrivata la querela da parte del Consorzio di tutela nei confronti della stessa Rai, di Di Pietro e di Maurizio Costanzo

12 maggio 2011 | 16:38

Il Consorzio del Pomodoro Pachino querela la Rai per diffamazione

A seguito delle affermazioni del giornalista Rai Alessandro Di Pietro, che aveva sconsigliato ai telespettatori l’acquisto di pomodorini Pachino poiché «in odore di mafia», è arrivata la querela da parte del Consorzio di tutela nei confronti della stessa Rai, di Di Pietro e di Maurizio Costanzo

12 maggio 2011 | 16:38

Il Consorzio di tutela Igp Pomodoro di Pachino ha querelato per calunnia e diffamazione la Rai, il giornalista Alessandro Di Pietro (nella foto, a sinistra) e Maurizio Costanzo (nella foto, a destra). Nell'esposto, presentato dal legale del Consorzio, Giuseppe Gambuzza, si fa riferimento alla puntata della trasmissione 'Bontà Loro” del 3 febbraio scorso, diretta da Maurizio Costanzo, nella quale il conduttore di RaiUno Alessandro Di Pietro invitò i consumatori a non acquistare il tipico pomodorino siciliano, in quanto la sua produzione sarebbe «in odore di mafia». Affermazioni ritenute lesive per l'immagine della specialità che ha conquistato i mercati di mezzo mondo.

Alessandro Di Pietro e Maurizio Costanzo

E sul sito del consorzio il direttore, Salvatore Chiaramida, denuncia anche le mancate promesse dei governi nazionale e regionale: «Nonostante siano trascorsi oltre tre mesi dalle sparate mediatiche su RaiUno, a testimonianza del terrorismo mediatico praticato da certe trasmissioni tv, frutto di ignoranza e superficialità, sono finora cadute nel vuoto le rassicurazioni avute dall'assessore regionale Elio D'Antrassi e dal ministro Galan circa il finanziamento di una campagna pubblicitaria a risarcimento del danno di immagine ricevuto che si è naturalmente tramutato in danno economico. Si pensi infatti che la media dei prezzi liquidati ai produttori di Ciliegino Igp nel corso del mese di gennaio 2011, prima della boutade, era di 1,80-2,00 euro/kg mentre quella del mese di aprile scorso è di 1,30-1,50 euro/kg, con un ribasso medio del 30% circa. Se a questo aggiungiamo la crisi economica in atto che induce i consumatori ad acquistare sempre meno prodotti 'griffati” e i ricarichi spropositati applicati da certa Gdo, abbiamo il quadro completo della situazione».

«A questo riguardo infatti - continua il direttore del Consorzio - non si sono avuti riscontri sull'indagine promossa nei mesi scorsi dall'Antitrust circa l'abuso di posizione dominante praticato nel settore agroalimentare da certe catene. Ci si augura vivamente pertanto che nell'ambito della finanziaria regionale approvata si trovino i fondi promessi, necessari a ripristinare la reputazione del nostro prodotto sui messi di informazione. Così come il recente cambio di guardia al Mipaaf con la nomina di un ministro siciliano possa far sì che venga dedicata la giusta attenzione alle nostre produzioni, vittima delle scempiaggini compiute da 'Mamma Rai”».

Fonti: Italpress e Corriere della sera


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