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Giornata della terra, l'agricoltura può fare molto per l'ambiente

Torna l’appuntamento con il 41° Earth Day. Giuseppe Politi, presidente della Cia, sottolinea che «l'agricoltura può fare molto per l'ambiente. Essendo l'attività che interagisce maggiormente con la natura, se sceglie la sostenibilità può giocare un ruolo da protagonista nelle emergenze ambientali»

 
21 aprile 2011 | 12:32

Giornata della terra, l'agricoltura può fare molto per l'ambiente

Torna l’appuntamento con il 41° Earth Day. Giuseppe Politi, presidente della Cia, sottolinea che «l'agricoltura può fare molto per l'ambiente. Essendo l'attività che interagisce maggiormente con la natura, se sceglie la sostenibilità può giocare un ruolo da protagonista nelle emergenze ambientali»

21 aprile 2011 | 12:32
 

«L'agricoltura può fare molto per l'ambiente. Essendo l'attività che interagisce maggiormente con la natura, se sceglie la via della sostenibilità, può giocare un ruolo da protagonista nelle emergenze ambientali». Lo ha detto Giuseppe Politi, presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, alla vigilia della quarantunesima Giornata mondiale della Terra, che si celebra in 192 Paesi il 22 aprile.

«Oggi gli agricoltori si mettono sempre più in gioco nella sfide urgenti che il pianeta è costretto ad affrontare, correggendo la propria condotta in chiave ecologica - ha continuato Politi - il nostro è un impegno concreto a favore dei temi ambientali, che la Cia porta avanti da anni coinvolgendo un numero sempre maggiore di agricoltori».



La Cia, ha spiegato Politi, ha lanciato un programma ambientale che prevede diversi obiettivi: «la riduzione del 15% del consumo di acqua, del 20% dell'impiego di fitofarmaci, del 15% delle lavorazioni superficiali dei terreni e, contemporaneamente, l'aumento del 25% delle produzioni delle biomasse, del 10 % del biologico e del 3 dei rimboschimenti».

E ha spiegato: «Abbiamo costruito progetti volti alla riduzione delle emissioni di CO2 in azienda o alla loro compensazione, tramite il rimboschimento. L'agricoltura e soprattutto la zootecnia vengono spesso chiamate in causa come produttrici di gas serra (azotati e metano); mentre l'agricoltura integrata e biologica è neutrale rispetto a questi gas o, più spesso, ha un bilancio positivo perche' fissa più carbonio di quanto ne emette».

La scelta delle coltivazioni biologiche, ha aggiunto Politi, «preserva il suolo dall'inquinamento dovuto all'impiego di fertilizzanti e fitofarmaci e dall'impoverimento legato alle stressanti lavorazioni del terreno e ai fenomeni di desertificazione, che negli ultimi 40 anni hanno determinato un calo del 30% della sua capacità di ritenzione e di regimazione delle acque, accrescendo le situazioni di rischio idrogeologico e il verificarsi di eventi catastrofici».

Per questo, il 17 febbraio la Cia ha sottoscritto il 'Manifesto per la difesa del suolo”, «teso a salvaguardare questa preziosa riserva di patrimonio genetico e di materie prime, quindi di biodiversità, altra parola d'ordine dell'impegno ambientale in agricoltura».

Molto si è fatto, inoltre, ha concluso Politi, «per raggiungere l'autosufficienza energetica in azienda, promuovendo il riutilizzo degli scarti agroforestali, di cui l'agricoltura è una fonte eccezionale, reimpiegati per la produzione di energia verde. La Cia crede molto nel ruolo dell'agricoltura nella produzione di energia pulita da biomasse, produzione cresciuta dal 2008 del 60% all'anno, giungendo - secondo i dati di Nomisma energia - a fatturare 13 miliardi di euro nel 2010».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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