PUTIGNANO (BA) - Il Carnevale di Putignano, in provincia di Bari, ha due primati: è uno dei più antichi ed è il più lungo del mondo cominciando il 26 dicembre, giorno delle 'Propaggini” e di Santo Stefano, detto il Rubicondo, protettore della città. E in più vanta Farinella, la maschera mascotte dell'evento, che prende il nome da a farnedd uno sfarinato di ceci e orzo con il quale, secondo la tradizione dei contadini, si condiscono povere ma gustose pietanze. Il tutto termina il 3 luglio.
Tante le leggende legate all'origine della festa delle Propaggini. Attorno alla fine del 1300 Putignano era - come molte altre località dell'Italia meridionale ed insulare - sotto l'incubo delle scorribande dei saraceni. Un 26 dicembre i contadini di Putignano erano intenti agli innesti delle propaggini, cioè i primi rametti delle viti, quando si sparse la voce che le reliquie di santo Stefano per decisione dei Cavalieri di Malta, che detenevano il governo del territorio, sarebbero state trasferite dall'Abbazia di Monopoli in una località segreta nell'entroterra, per metterle al riparo dagli attacchi dei Saraceni. I contadini escogitarono un piano tendente a distrarre loro ed eventuali delatori. Così con i volti imbrattati di vivaci colori i vignaioli si riversarono per le strade inscenando con canti e balli una gazzarra eversiva.
Secondo altri studiosi la festa risalirebbe addirittura a quando Putignano, negli ultimi secoli prima di Cristo, era colonia greca quando erano ricorrenti festosi riti propiziatori in onore di Dioniso.
Le 'Propaggini” , inizio del Carnevale di Putignano, che si conclude a febbraio, sono fatte rivivere con stornellate, canti, balli e la recita (dura a volte dalle cinque alle sei ore) in piazza di versi satirici e cantilene che prendono di mira politici e amministratori locali.
Durante il Fascismo il carnevale si trasformò in manifestazione borghese con la parata, di carri allegorici che poco alla volta hanno fatto del Carnevale di Putignano uno dei più importanti d'Italia. Risale al 1914 il primo carro allegorico di Putignano e s'intitolava 'Il calvario della scienza”, realizzato da Fedele D'Alessandro. Leggenda vuole che come 'anima” per tenere la carta pesta, fosse stata usata una rete per polli.
I maestri cartapestai iniziano sempre con un progetto riportato poi in scala e per tre mesi, con almeno tre quattro aiutanti, lavorano indefessamente. Utilizzano per ogni carro dai 5 ai 10 quintali di giornali quotidiani, 20 di argilla e gesso, centinaia di barattoli di colore, da 2 a 3 quintali di colla di farina, decine di quintali di ferro e poi congegni elettrici, a molla e tanta immaginazione, artifici e pazienza. Costi che si aggirano sui 10, 20 mila Euro.
I maestri cartapestai preferiscono come soggetto dei carri la satira politica prendendo di mira i personaggi più in vista o che offrono il destro per essere immortalati su un carro allegorico che si faccia subito capire e quindi diverta la gente.
Il Carnevale di Putignano è ...benedetto da Farinella, la maschera che nel suo aspetto attuale (simile ad arlecchino nei colori della veste, ma con un cappello da giullare con punte e campanelli). risale al 1953 quando fu ideata dal grafico Domenico Castellano.
L'origine gastronomica della farinella è antichissima ma sono solo del 1700 le prime ricette scritte con l'uso di questo alimento vergate dai maestri di cucina.
La farinella, sfarinato di ceci e orzo abbrustolito, è stata per tante generazioni di contadini l'unico pranzo consumato durante i lavori dei campi ed era mangiata in polvere, accompagnata da fichi secchi, erbe commestibili, cipolle. I contadini la portavano appesa alla vita in un sacchetto di tela, detto u volz. I ricchi massari la usavano cospargendola sulla pasta al sugo, sulle verdure ben condite, con le patate lessate o con la frutta di stagione e persino mischiata a zucchero.
La farinella è ancor oggi prodotta da un unico molitore che si serve di una piccola macina in pietra. Ha un sapore delicatissimo ed avvolgente e uno dei modi più comuni di apprezzare lo sfarinato è di farlo amalgamare con buon olio d'oliva o con qualche cucchiaio di sugo di pomodoro e consumare l'intigolo con pezzetti di pane (la scarpetta) o prendendolo con un cucchino.
La farinella è indicata anche per dare ancor più sapore alle polpette di pane raffermo o alla purea di patate. O per condire insalate, piatti di legumi, per impastarla nel pane, per usarla al posto del formaggio sui maccheroni. Farinella, simbolo del Carnevale di Putignano, vuole che la farinella sia usata con fantasia.