GREVE IN CHIANTI (FI) - Da quell'altura si dominano le colline del Chianti classico, da quel castello si osservano i vigneti che, ogni anno, permettono di produrre grandi vini. Una collocazione, isolata dalla frenesia della vicina Firenze, che lascia spazio alle riflessioni. Le stesse, forse, che portano a pensare, con i giusti tempi, a come produrre un vino: tutta questione di scelte, tutta questione di ritmi. E non solo, ovviamente!
L'estate al Castello di Vicchiomaggio, nell'attesa che le uve maturino, è scandita dal frinire delle cicale e dal lavoro, meticoloso, nei vigneti e nei boschi che li circondano.
Incontriamo John Matta, proprietario ed enologo, in un edificio vicino al Castello, mentre si appresta a definire gli ultimi dettagli per un banchetto nuziale. Del resto la struttura, una delle più belle dimore storiche della Toscana, si presta bene anche ad accogliere eventi e meeting.
John con Paola dirige questa struttura con particolare rispetto, così come tengono a precisare in homepage del sito
www.vicchiomaggio.it, delle tradizioni. Se per conoscere le origini del castello dobbiamo risalire al V secolo, per scoprire quelle dell'attività vitinicola basta fare un salto nel secolo scorso quando, nel 1964 John dà vita ad un progetto ambizioso puntando sui vitigni
Merlot (per il FSM, Federico Secondo Matta) e
Sangiovese (per i Chianti Classico San Jacopo e Riserva La Prima e i Toscana Igt Ripa delle Mandorle e Ripa delle More).
La storia del CastelloLe origini del Castello di Vicchiomaggio, inizialmente denominato Vicchio dei Longobardi, risalgono all'incirca al 1400 come riportato su alcune antiche pergamene ancora oggi conservate.
La sua ubicazione in cima ad una collina dominante tutta la Val di Greve - a soli 18 km da Firenze e 38 da Siena - si è rivelata nel corso dei secoli una posizione altamente strategica.
Nel Medio Evo, infatti, il Castello di Vicchiomaggio dimostrò l'importanza determinante della sua posizione giocando un ruolo fondamentale nella difesa di Firenze nei conflitti avvenuti fra queste due città.
Successivamente assunse il carattere di Villa signorile rinascimentale e raggiunse il suo massimo splendore. Fu proprio in questo periodo che all'originario nome Vicchio fu posposta la parola Maggio, a ricordo delle maggiolate del Calendimaggio.
Nella sua lunga e gloriosa storia, hanno soggiornato al Castello di Vicchiomaggio numerose personalità, fra cui Leonardo da Vinci e Francesco Redi.
Il primo, che vi soggiornò proprio nel periodo in cui stava dipingendo il suo capolavoro, la Monna Lisa, ne trasse un disegno maestoso e imponente che ritroviamo ancora oggi fra le sue carte personali; il secondo, accademico della Crusca, compose qui i versi della sua opera 'Il Bacco in Toscana” – 1865.
Il Castello di Vicchiomaggio, costruito in solida pietra il cui fulcro è l'alta torre merlata, conserva d'intorno abitazioni castellane e mura di difesa. Grazie ad attenti e minuziosi restauri, è oggi perfettamente conservato ed è stato riconosciuto monumento nazionale.