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Debiti e cattiva gestione All'asta la storica pasticceria Scaturchio

In vendita anche i brand Ministeriali e babà Vesuvio. La data è fissata per il 7 maggio. Base di partenza un milione di euro. Ci sono aziende napoletane di nome che hanno già manifestato il loro interesse per rilevare marchio e prodotti. Si fanno i nomi di Sire, D’Angelo, Bellavia

 
02 aprile 2010 | 17:38

Debiti e cattiva gestione All'asta la storica pasticceria Scaturchio

In vendita anche i brand Ministeriali e babà Vesuvio. La data è fissata per il 7 maggio. Base di partenza un milione di euro. Ci sono aziende napoletane di nome che hanno già manifestato il loro interesse per rilevare marchio e prodotti. Si fanno i nomi di Sire, D’Angelo, Bellavia

02 aprile 2010 | 17:38
 

NAPOLI - All'asta Scaturchio, storica pasticceria di Napoli, regno di babà e 'ministeriali” che ora fa i conti con una cattiva gestione contabile. In vendita anche i brand 'Babà Vesuvio” e 'Ministeriale”: dolci brevettati dai Scaturchio che hanno fatto il giro del mondo. Prima a lavoro per i re d'Italia, poi per i grandi del G7 e per il Vaticano, da anni la pasticceria registra conti non rassicuranti. Ora Equitalia risulta creditrice per oltre 9 mln di euro dal lontano 1991 - per i 140 dipendenti.

La data è già fissata - il 7 maggio prossimo - con una base di 1 milione di euro e la speranza di raggiungere almeno il valore di mercato attribuito ai marchi Giovanni Scaturchio, Babà Vesuvio e Ministeriali: 4 milioni di euro. Una vicenda amara che arriva ad un capolinea dopo anni difficili, culminati con la dichiarazione del fallimento, nel dicembre 2009.

Ci sono stati anche tentativi di salvezza. Dal 2004 sono subentrati, in affitto, prima la Scab poi la Turistica alberghiera. Società che si erano impegnate a risanare e che hanno contribuito, invece, ad aggravare la situazione di dissesto incassando i proventi e non pagando né contributi né affitto. E neanche i fornitori. Eppure l'azienda funziona. Il curatore fallimentare prima e custode giudiziario poi, Pasquale Prisco, lo racconta con i numeri. «Le mie analisi indicano un residuo attivo annuale pari a 150mila euro - spiega -. Considerando per i 54 dipendenti che lavorano in azienda i contributi regolarmente pagati e tutte le spese saldate».

Tre dunque i marchi che vanno all'asta, oltre alla storia e alla capacità di creare prodotti di pasticceria unici. «Da Scaturchio si serve solo il fresco, l'olio si cambia tutti i giorni e c'è una attenzione maniacale alla qualità. Il che comporta spese altissime- spiega Prisco- ma anche ritorni e consensi notevoli. Senza considerare che un enorme patrimonio è costituito anche da una forza lavoro che è riuscita a produrre utili anche in assenza di un piano marketing». Ci sono aziende napoletane di nome che hanno già manifestato il loro interesse per rilevare marchio e prodotti. Si fanno i nomi di Sire, D'Angelo, Bellavia.

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