REGGIO CALABRIA - Gli agronomi e forestali ripartono da Reggio Calabria, con rinnovato entusiasmo e consapevolezza del proprio ruolo centrale all'interno della società civile. Si è concluso nella città reggina il 12° Congresso nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali, 'tra globalizzazione e identità”, a sei anni di distanza dall'ultima convention della categoria e nell'ottantesimo anniversario del Consiglio nazionale. Hanno partecipato circa trecento agronomi e forestali provenienti da tutta Italia, tra iscritti e delegati di quasi tutti i 92 ordini provinciali.
«Questo 12° Congresso nazionale - sottolinea il presidente Conaf, Andrea Sisti (nella foto) - ha rappresentato un alto momento di unità, di confronto e di condivisione delle principali tematiche che riguardano oggi la nostra categoria, oltre i migliori auspici della vigilia. Proposte concrete per far sì che questa professione svolga un ruolo ancor più centrale nella società civile, nello sviluppo di tematiche legate al paesaggio, all'ambiente, alla sicurezza e qualità alimentare, alla sicurezza nei luoghi di lavoro in agricoltura. Il Congresso rappresenta un punto dal quale partire, sia al nostro interno, sia nei confronti delle istituzioni locali e verso il mondo della politica».
Nei tre giorni di lavoro sono state discusse quattro tesi congressuali (formazione, sicurezza e qualità alimentare, credito alle imprese, paesaggio) che saranno adesso sottoposte all'attenzione della società civile, delle autorità competenti e degli stakeholder. Per quanto concerne la formazione la linea emersa dal 12° Congresso è quella di definire un processo permanente, attivo e dinamico, di apprendimento e di formazione; prevenire e ridurre rischi di esclusione sociale legati alle minori opportunità formative e di accesso alla formazione permanente; rendere organiche le iniziative formative condotte dagli ordini e dalle Federazioni. Inoltre è emersa la volontà di stabilire un mutuo scambio formativo con le università, come occasione di confronto e miglioramento sugli orizzonti professionali.
Sul tema sicurezza e qualità alimentare l'assemblea ha dato mandato al Consiglio nazionale di operare per garantire una maggiore trasparenza e competenza in termini di controlli con l'obiettivo di mettere aziende e consumatori in una condizione di reciproca garanzia. Altro obiettivo è quello di affermare il ruolo di agronomi e forestali, considerate le loro competenze specifiche e trasparenza, l'ingresso negli organismi di certificazione e delle organizzazioni di controllo. Inoltre interagire con le istituzioni per quanto riguarda i controlli dei prodotti di origine vegetale e animale, dalla produzione primaria e per tutto il processo produttivo. Interagire infine con Sincert-Accredia, Uni e gli organismi di certificazione per i controlli specifici in ambito volontario e regolamentato.
Per la tesi congressuale dedicata al credito alle imprese l'assemblea ha chiesto l'impegno del Consiglio nazionale a valorizzare la disciplina dell'estimo quale pilastro della tradizione scientifica della categoria e intraprendere quelle iniziative per meglio qualificare e rivalutare le competenze nell'ambito dei diversi processi valutativi; quindi rivalutare l'identità del proprio ruolo, confermato anche dai rapporti instaurati con Ismea e Abi nella redazione del business plan; e rinnovare la centralità del dottore agronomo e dottore forestale nell'attività economico-estimativa, in ambito agroindustriale e civile.
Molto partecipata anche la tesi dedicata al paesaggio: l'assemblea ha incaricato il Conaf ad aderire pienamente ai principi della Convenzione europea del paesaggio (Cep), impegnandosi a promuoverne la conoscenza e l'applicazione nell'ambito delle attività professionale dei propri iscritti; a diffondere dentro la categoria il concetto di una nuova visione politica del paesaggio (introdotto dalla Convenzione europea) con la formulazione di linee guida condivise sulla gestione dello spazio rurale, coniugando esigenze di redditività e identità territoriale. Inoltre è stato proposto di promuovere forme di integrazione con le altre competenze e categorie professionali al fine di perseguire un approccio integrato e coordinato alla analisi e progettazione del paesaggio rurale, urbano e periurbano, anche con riferimento agli aspetti naturalistici; di sensibilizzare le autorità competenti sulla necessità di introdurre nell'ordinamento nazionale un regime giuridico di protezione dedicato anche ai territori fino ad oggi non salvaguardati da misure specifiche sollecitando un maggiore coordinamento e coesione delle competenze e delle politiche nazionali relative al paesaggio che non coinvolga soltanto il ministero dei Beni culturali ma anche il ministero delle Politiche agricole e gli altri ministeri interessati.