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Bufala Campana
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Fra croccopollo e McDonald's Ma dov'è la ristorazione a Tuttofood ?

A Milano la fiera fra grande evento e sagra del cibo da supermercato italiano e non. L'industria del food si conferma lontana dell'esperienza quotidiana dei ristoratori non di massa. Le presenze di eccellenze non coprono l'impronta di un evento per la Grande distribuzione con cibi senza identità

di Paolo Manfredi
 
11 giugno 2009 | 19:42

Fra croccopollo e McDonald's Ma dov'è la ristorazione a Tuttofood ?

A Milano la fiera fra grande evento e sagra del cibo da supermercato italiano e non. L'industria del food si conferma lontana dell'esperienza quotidiana dei ristoratori non di massa. Le presenze di eccellenze non coprono l'impronta di un evento per la Grande distribuzione con cibi senza identità

di Paolo Manfredi
11 giugno 2009 | 19:42
 

 Che sapore ha il croccopollo? E la sfoglia surgelata agli asparagi? E la mozzarella tedesca? E il sushi surgelato? Se questi quesiti vi attanagliano potrete soddisfare la vostra curiosità a Tuttofood, la sagra del cibo da supermercato italiano e non, alla Fiera di Milano sino al 13 giugno.

Io ci sono andato mercoledì, giorno di apertura, gradito ospite della FIPE che ha meritoriamente supportato una manifestazione che purtroppo parla di un'industria del food abissalmente lontana dall'esperienza quotidiana di qualsiasi ristoratore non di massa (si ci siamo ancora e siamo abbastanza) e vicina da un lato alle esigenze della grande distribuzione e dall'altro all'estetica della sagra di paese.

Ecco allora il trionfo di assaggi infilzati di salumi e formaggi anonimi e sudati (è il caso di fare una fiera del cibo a metà giugno?), l'orgia di surgelati e di preparati miracolosi (alcuni dei quali sospetto siano meno salutari di una punta di agar agar), la multinazionale del prosciutto e l'oscuro artigiano ospitato da qualche carrozzone regionale, il liquore polacco e l'energy drink che annulla gli effetti della sbronza in discoteca. E ancora il cioccolatiere di alto livello e, girato l'angolo, i ghiacciolini in bustina con poca pochissima frutta. E, quasi a riempire gli spazi vuoti, ettolitri, maree di olio di oliva vergine e verginissimo come una Noemi, prodotti dalle Alpi all'Egitto.

Dunque un cibo senza faccia né identità, che si dimentica sin troppo presto e rende gli chef presenti (adeguatamente selezionati da fuori la nostra regione, ma facciamo così schifo?) delle foglie di fico poco comprensibili. quanto questo abbia a che fare con le eccellenze italiane non sono riuscito a capirlo.

Sono uscito dalla fiera che era quasi ora di cena, ma avevo perso completamente l'appetito. Se lo avessi avuto, avrei potuto approfittare di una vantaggiosa convenzione stipulata da Fiera Milano e Unione del Commercio con alcuni ristoranti milanesi che riconoscono uno sconto a chi viene dalla Fiera. Nella selezione assai qualificata alcune colonne del mangiare meneghino e alcuni locali emergenti senza dimenticare la cucina internazionale (perfino quella americana, conoscete un tal MCDonald's?).

 

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