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Aceto Balsamico di Modena Dopo un iter travagliato diventa Igp

L'iter per l'ottenimento dell'Igp da parte dell'Aceto Balsamico di Modena è stato tra i più travagliati nella storia delle Indicazioni Geografiche europee. La prima richiesta di registrazione risale infatti al 1996, e soltanto oggi, dopo 13 anni, il ministro Zaia ha annunciato il riconoscimento

 
10 giugno 2009 | 12:44

Aceto Balsamico di Modena Dopo un iter travagliato diventa Igp

L'iter per l'ottenimento dell'Igp da parte dell'Aceto Balsamico di Modena è stato tra i più travagliati nella storia delle Indicazioni Geografiche europee. La prima richiesta di registrazione risale infatti al 1996, e soltanto oggi, dopo 13 anni, il ministro Zaia ha annunciato il riconoscimento

10 giugno 2009 | 12:44
 

 «Il riconoscimento dell'Igp per l'Aceto Balsamico di Modena ci riempie di orgoglio. Siamo riusciti in pochi mesi, dopo anni di tentativi falliti, ad arricchire il nostro Atlante di prodotti di qualità e origine riconosciuta con questo principe della tavola, un concentrato di tradizione e storia amato all'estero come in Italia». Con queste parole, dal padiglione 24 della Fiera di Milano, che ospita il Mipaaf nell'ambito di Tuttofood, il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha annunciato l'approvazione della Igp per l'Aceto Balsamico di Modena da parte del Comitato Permanente per le Indicazioni Geografiche e le Denominazioni di Origine Protetta che si è tenuto questa mattina negli uffici della Commissione Europea a Bruxelles. Dopo ben 13 anni di attesa, con 26 voti a favore, questo storico prodotto dell'agroalimentare di qualità potrà fregiarsi della Indicazione Geografica Protetta e di tutte le tutele ad essa associate, confermando così il primato europeo dell'Italia per i prodotti di qualità ad indicazione protetta riconosciuti, che salgono a quota 178.

«L'Aceto Balsamico di Modena - ha aggiunto il Ministro - rappresenta la cultura e la storia di un territorio estremamente ricco di conoscenza e tradizioni. Ai Consorzi va il merito di aver creduto tenacemente in questa battaglia. Con lo stesso impegno e la stessa convinzione che dall'insediamento ad oggi ci hanno visti occupati a sostenere il riconoscimento dell'Igp per l'Aceto Balsamico di Modena, da oggi attiveremo ogni sforzo per affiancare i Consorzi e le imprese, a livello europeo e internazionale, nella tutela di questo prodotto e nel contrasto a qualsivoglia tentativo di imitazione».

L'Aceto Balsamico di Modena è riconosciuto come uno fra i più apprezzati prodotti agroalimentari tipici italiani. Il suo grande successo sui mercati internazionali e la diffusione del suo consumo hanno convinto gli operatori del settore a richiederne il riconoscimento come Igp. L'iter è stato tra i più travagliati nella storia delle Indicazioni Geografiche europee. La prima richiesta di registrazione risale infatti al 1996, e soltanto oggi - dopo 13 anni - sembra si stia per arrivare al termine della procedura.

 ALCUNI DATI SULL'ACETO BALSAMICO DI MODENA

ZONA DI PRODUZIONE: Province di Modena e Reggio Emilia;

NUMERO AZIENDE: 62. La maggior parte delle aziende hanno dimensioni artigianali o semi-artigianali. Una ventina di esse ha sviluppato strutture produttive di un certo rilievo e, quindi, una migliore capacità di proporsi con successo sui mercati esteri.

VOLUMI PRODUTTIVI: la produzione dell'Aceto Balsamico di Modena ha mostrato una crescita a due cifre dei volumi per circa un ventennio. Si stima che oggi (2008) la produzione sia di circa 100 milioni di litri, con un incremento del 7% rispetto all'anno precedente. (Per un confronto: si noti che, nel 2000, la produzione europea di aceto di vino era attestata su 146 milioni di litri, prodotti da un totale di 126 acetifici, e che la produzione di aceto di vino non ha mostrato, al contrario dell'Aceto Balsamico di Modena, fluttuazioni rilevanti - fonte CPIV).

VALORE DI MERCATO: si stima che il valore di mercato dell'ABM si aggiri (2008) intorno ai 290 milioni di euro. Nel 2004, rispetto al 2002, Nomisma aveva calcolato che, con un turnover di 200 Mln euro, l'Aceto Balsamico di Modena si sarebbe collocato al 10° posto per valore di mercato tra tutti i prodotti del paniere DOP/IGP Italiano, a ridosso della Bresaola della Valtellina.Il prodotto è veicolato tipicamente sugli scaffali della Grande Distribuzione, ma anche attraverso il canale della ristorazione, poiché l'Aceto Balsamico di Modena é utilizzato dagli chef di tutto il mondo per condire e preparare numerose pietanze. Per quanto riguarda il prezzo al pubblico, esso può variare, in base alla qualità, all'invecchiamento e al confezionamento, dai tre ai 60 euro al litro. Esiste quindi una grande differenza rispetto all'Aceto Balsamico Tradizionale, prodotto a Modena e Reggio Emilia e che è già stato riconosciuto come Dop. Per le sue caratteristiche superiori, questo prodotto è venduto ad un prezzo variabile dai 500 a 1500 Euro al litro.

EXPORT: l'Aceto Balsamico di Modena è fra i prodotti più facilmente esportabili nell'ambito dell'agroalimentare italiano. Sul volume totale prodotto, la percentuale esportata supera l' 80% e raggiunge oltre 80 Paesi (e proprio per questa ragione si assiste ai tentativi di alcuni Paesi di legalizzarne copie e imitazioni). I principali mercati di destinazione sono, per volumi di consumo, USA, Germania, Francia, UK, Australia, ma, nonostante le dimensioni dei mercati di riferimento siano ridotte, il consumo pro capite in Danimarca, Austria e Svizzera raggiunge livelli elevatissimi.

STRUTTURE CONSORTILI: esistono tre differenti associazioni di produttori che si occupano della promozione e tutela del prodotto, nate in periodi differenti: Consorzio Aceto Balsamico di Modena (CABM); Consorzio Produzione Certificata Aceto Balsamico Modenese (CPC ABM); Comitato Produttori Indipendenti Aceto Balsamico di Modena (CPI ABM). I tre Consorzi raggruppano la quasi totalità dei produttori e, insieme, hanno sottoscritto la domanda di registrazione Igp per il prodotto.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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