Rendere obbligatoria in Europa l'origine delle materie prime in etichetta su tutti gli alimenti. Lo ha ribadito oggi la ministra delle Politiche Agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova (candidata al sondaggio Personaggio dell'Anno Iat) da Bruxelles, intervenendo al Consiglio dei Ministri Agricoltura e Pesca. «È un diritto dei cittadini che va garantito - ha affermato Bellanova - e una questione di trasparenza. Per cambiare l'Europa e renderla più forte bisogna cambiare passo. Per questo insieme ai colleghi di Francia, Spagna, Portogallo e Grecia chiediamo alla commissione Ue di rendere più forte la legge europea sull'etichettatura. Credo sia positivo che molti Stati Membri abbiano concordato con la nostra posizione. L'apertura della Commissaria Kyriakides sia un'occasione sulla quale lavorare in vista di aprile 2020 e della strategia "Farm to Fork". Non c'è più tempo da perdere».
Questione importante per l'agroalimentare italiano
«Il regolamento 775 del 2018 e la scelta di un regime facoltativo di etichettatura - ha proseguito - ci trova contrari e riteniamo non soddisfacenti le soluzioni scelte, anche per questo chiediamo lo slittamento di un anno della sua applicazione per aprire una necessaria riflessione". La sperimentazione che in molti abbiamo in corso su latte, formaggi, carni trasformate, pasta, riso, pomodori, non può terminare con l’entrata in applicazione del regolamento. È necessario lavorare insieme rapidamente perché questi prodotti indichino obbligatoriamente l’origine della materia prima. Non crediamo sia il caso di attendere un nuovo scandalo alimentare per avere una norma di buonsenso come accaduto con tutti gli alimenti che hanno già l’etichetta di origine obbligatoria in Europa».
Teresa Bellanova
Quanto ai sistemi di etichettatura a semaforo, ha aggiunto la Ministra: «Lo dico con chiarezza: i sistemi di etichettatura o con bollini rossi non ci piacciono. Non danno informazioni nutrizionali corrette ai cittadini e penalizzano in maniera discriminante tanti prodotti della dieta mediterranea o grandi Dop italiane e di altri Paesi. Come possiamo dire di promuovere la qualità dei territori con le Dop e Igp, se poi sulla confezione insieme al marchio di qualità europeo si trova un bollino rosso di bocciatura? Non è accettabile. In Italia stiamo completando la sperimentazione di un sistema a batteria che dica al consumatore quale percentuale di fabbisogno giornaliero degli elementi nutritivi ha raggiunto. Dobbiamo guardare allo stile alimentare, a un equilibrio per le diete sane. E l'Italia, che insieme al Giappone è uno dei Paesi con la maggiore longevità al mondo, ha qualcosa da dire su questa materia».
La Coldiretti da sempre si è schierata a favore dell’indicazione d’origine in etichetta promuovendo anche una raccolta firme europea ad
ottobre che ha incassato 1,1 milioni di sottoscrizioni. Un’esigenza di chiarezza - sottolinea la Coldiretti - condivisa dalla stragrande maggioranza dei consumatori europei e dall’82% di quelli italiani che ritiene necessario superare le attuali politiche comunitarie sull’origine del cibo per contrastare l’inganno dei prodotti stranieri spacciati per Made in Italy.