I produttori italiani di riso possono tirare un sospiro di sollievo: la Commissione Ue ha accertato che c'è stato danno economico causato dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Birmania. Per i due Paesi ora potrebbe essere ristabilito il dazio, la decisione avverrà con una votazione.
Orgoglioso il ministro delle Politiche agricole
Gian Marco Centinaio che sin dall’inizio del suo mandato si era detto pronto ad arrivare fino in fondo alla questione: «La Commissione ha chiuso l'indagine salvaguardia riso - ha scritto su Twitter - riconoscendo il
danno alla risicoltura italiana e con la proposta di ripristinare per tre anni i dazi. Nei prossimi giorni lavoreremo per avere la conferma definitiva».
Chiaramente positivo anche il parere di Coldiretti: «Finalmente - si legge in una nota ufficiale - la Commissione europea ha proposto di ripristinare per tre anni i dazi nei confronti delle
importazioni di riso proveniente dalla Cambogia e dalla Birmania, dove è stato raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione».
Nel documento conclusivo dell'indagine avviata nel marzo scorso, la Commissione ha riconosciuto il danno economico dovuto ai
volumi di importazioni di riso indica e ammette anche che in Cambogia si sono verificati notevoli violazioni dei diritti umani in relazione all'accaparramento delle terre che giustificano l'attivazione della clausola di salvaguardia e lo stop alle agevolazioni. Una necessità sostenuta con la mobilitazione per fermare la concorrenza sleale che ha provocato il crollo delle quotazioni del riso in Italia e messo in ginocchio migliaia di aziende: sono infatti aumentate del 66%, tra settembre 2017 e luglio 2018, le importazioni Ue di riso dalla Birmania.
La crisi è drammatica e mette a rischio il primato nazionale in Europa, dove l'Italia è il primo produttore di riso con 1,50 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4mila aziende di 234.300 ettari, che copre circa il 50% dell'intera produzione Ue con una gamma varietale del tutto unica. Il documento di valutazione sarà presentato in occasione del gruppo di lavoro del Consiglio di metà novembre per la decisione definitiva con il voto dei 28 Paesi.
«Non è accettabile - conclude Coldiretti - che l'Unione Europea continui a favorire con le importazioni lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani nell'indifferenza generale ed è invece necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti ci sia un percorso di qualità che riguarda ambiente, salute e lavoro, con una giusta distribuzione del valore».
«Le conclusioni dell’indagine della Commissione Ue - fanno sapere da Cia-Agricoltori Italiani - rappresentano un risultato molto importante per la risicoltura italiana, riconoscendo finalmente gli enormi danni economici causati al settore dalle importazioni agevolate da Cambogia e Birmania. Ora, però, è necessario che l’orientamento della Commissione Ue sul ripristino dei dazi ai due Paesi asiatici venga suffragato dai fatti, trovando conferma nel voto dei 28 Stati membri».
«Un risultato importante - ha detto il presidente di Confagricoltura,
Massimiliano Giansanti - frutto di un grande lavoro, che ha coinvolto risicoltori, cooperative, trasformatori e istituzioni e che ci auguriamo prosegua anche in futuro».