Il tè è una bevanda preparata con le gemme e le foglie di una pianta sempreverde, il cui nome botanico è Camellia sinensis. L’inizio dell’uso alimentare di questa pianta nei tempi più antichi è insondabile, avvolto tra le nebbie delle foreste a sud-est della catena dell'Himalaya dove questa specie vegetale ha avuto origine.
La Cina è il Paese dove, per primo, si è sviluppato il consumo del tè e dal quale si è poi diffuso in tutto il mondo. La tradizione cinese attribuisce la scoperta di questa pianta a Shen Nong, un sovrano mitologico considerato il padre dell'agricoltura e della medicina. Secondo una leggenda della tarda epoca imperiale, Shen Nong ogni giorno assaggiava cento diversi tipi di piante per scoprirne le proprietà. Di queste, settantadue erano velenose e, dopo averle ingerite, usava il tè per depurarsi.

Il mitico imperatore Shennong, inventore del tè
Un'altra tradizione, molto diffusa in Giappone, attribuisce la scoperta del tè a Bodhidharma, il monaco indiano che introdusse la scuola del Buddhismo Zen in Cina. Tale leggenda narra che Bodhidharma, dopo anni passati a mediare, un giorno perse la concentrazione e si addormentò. Per evitare di cadere ancora assopito, si tagliò le palpebre. Queste, cadute a terra, germogliarono e diedero vita la pianta del tè. Al di là di queste affascinanti leggende, che hanno la stessa attendibilità della scoperta del fuoco attribuita a Prometeo, le prove testuali e archeologiche più antiche di cui oggi disponiamo attestano l’uso del tè a partire dal secondo secolo a.C.
Dal terzo secolo d.C. di sicuro si consumava tè in Cina
Il primo riferimento al consumo del tè come bevanda risale al terzo secolo d.C. Nelle cronache del regno di Wu, che occupava gran parte della Cina sudorientale, si narra che durante un banchetto reale venne servito il tè al posto del vino di cereali.

Nel corso della dinastia Tang (618-907), il tè venne adottato nella dieta dei monaci buddhisti, che contribuirono a diffonderne l’uso in tutto l’impero. Nel 760, Lu Yu compose il Canone del tè, il primo testo interamente dedicato al tè mai scritto in Cina e nel mondo. Grazie a quest’opera, la preparazione e la degustazione del tè divennero una vera forma d’arte e l’uso della bevanda si consolidò tra nobili e letterati.
Pochi anni dopo, la corte istituì il primo giardino imperiale del tè e Lu Yu venne innalzato al titolo di “dio del tè”.Durante quest’epoca, vennero dedicate anche numerose poesie e canzoni al tè, tra le quali spiccano i versi del poeta Lu Tong che descrivono la degustazione della bevanda come l’esperienza dell’ascesa al cielo tra gli immortali:
Dal decotto di pani di foglie pressate alla polvere mescolata ad acqua calda: ecco come nacque l’antenato del moderno tè
Al tempo di Lu Yu, il tè era prodotto cuocendo e pressando le foglie in piccoli pani di forma quadrata o circolare. Per preparare la bevanda, si macinava un pezzetto di tè pressato, si faceva bollire la polvere in un calderone con l’aggiunta di sale e poi si serviva il decotto nelle tazze con un mestolo. Molti aggiungevano anche zenzero, cipolla o altre spezie.

L'infusione di tè a foglie intere
Nel corso della seguente dinastia Song (970-1279), si continuò a produrre tè pressati, ma divenne comune preparare la bevanda mescolando la polvere di tè e l’acqua calda dentro alla tazza usando uno speciale frullino di bambù. Il tè divenne un elemento irrinunciabile della dieta quotidiana dei cinesi e nei grandi centri urbani vi erano case da tè frequentate da clienti di tutte le classi sociali.
I membri dell’aristocrazia gareggiavano nella preparazione del tè da e l’imperatore Huizong, passato alla storia per la sua raffinatezza e amore per l’arte, scrisse di proprio pugno un trattato sulla bevanda. In questo periodo, il tè iniziò a trovare estimatori anche fuori dei confini dell’Impero e divenne una delle principali merci esportate dalla Cina verso il Tibet e l’Asia centrale in cambio di destrieri necessari per equipaggiare la cavalleria imperiale.
Con la dinastia Ming nasce in Cina il tè come infusione di foglie intere
Con l’invasione mongola e la successiva fondazione della dinastia Ming (1368-1644), in Cina si smise di produrre il tè pressato e si affermò l’uso della bevanda preparata mettendo in infusione le foglie intere. Nacque così la teiera, che ancora oggi è lo strumento più usato in Cina e in gran parte del mondo per preparare il tè.
Molte aree di produzione iniziarono a differenziare i sistemi di lavorazione, dando vita a nuovi tipi e varietà di tè, molto diversi tra di loro per colore, profumo e sapore. In particolare, nella provincia costiera del Fujian si iniziò a produrre tè oolong e tè neri, che nel corso dell’ultima dinastia imperiale divennero le categorie più ricercate dai mercanti europei. Nella provincia dello Yunnan, invece, si continuò a produrre un tipo di tè pressato, che veniva in gran parte esportato verso il Tibet e le aree confinanti.
Il tè conquistò il Giappone a partire dal IX secolo e nei monasteri si sviluppò il matcha (in polvere)
Il tè venne introdotto per la prima volta in Giappone nel IX secolo da alcuni pellegrini buddhisti di ritorno dalla Cina, ma restò in voga alla corte imperiale solo per pochi decenni. Alla fine del XII secolo, la bevanda venne introdotta nuovamente nel paese del Sol Levante da un altro monaco chiamato Eisai, che aveva visitato due volte nella Cina dell’impero Song per studiare il buddhismo Zen. Eisai portò in Giappone i semi della pianta del tè, insieme agli strumenti e le conoscenze sulla sua coltivazione e lavorazione, e scrisse un trattato per spiegare le proprietà della bevanda e promuoverne il consumo.

Tè matcha
Presto il consumo del tè in polvere (in giapponese chiamato matcha) si diffuse all’interno dei monasteri buddhisti giapponesi e da questi, in seguito, entrò anche tra i costumi dell’aristocrazia e dei mercanti. Dal XIV secolo, tra queste classi abbienti venne in voga il collezionismo di oggetti d’arte cinesi e un gioco di degustazione alla cieca di tè che metteva a confronto il palato dei partecipanti.
L’attenzione all’estetica portò alla “cerimonia del tè”
Nel XV secolo, il maestro del tè Murata Shuko introdusse una forma di preparazione del tè basata sul concetto estetico del wabi, che pone al centro la sobrietà e la bellezza naturale delle cose semplici e imperfette. Nel secolo successivo, Sen Rikyu, il più famoso maestro del tè giapponese, perfezionò e codificò tale pratica, dando vita alla cosiddetta “cerimonia del tè”.

La cerimonia del tè
Questa tradizione è diventata uno degli elementi più rappresentativi della cultura giapponese ed ancora oggi è tramandata e praticata da varie scuole e maestri. Una pratioca che ha ovviamente molte affinità con la cerimonia cinese del tè, la più pratica ancora oggi nel mondo.
Grazie a Venezia alla fine del ‘500 il tè arrivò in Europa e nel mondo
Le prime informazioni sul tè arrivarono in Europa per bocca di un mercante persiano e vennero pubblicate nel 1559 a Venezia nell’opera del geografo Giovanni Battista Ramusio. All’inizio del XVII secolo, la Compagnia Olandese delle Indie Orientali iniziò a importare il tè dalle proprie basi in Giappone e in Indonesia. La nuova bevanda orientale presto divenne di moda tra la ricca borghesia olandese e da qui si diffuse nei salotti e nelle corti di Francia e Germania. Nel Vecchio Continente, i medici discussero a lungo sulle sue proprietà medicinali del tè. Tra questi, il più entusiasta fu l’olandese Cornelis Bontekoe, che scrisse un trattato nel quale consigliava di berne fino a 100 o 200 tazze al giorno.

Fra 600 e 700 il tè si diffonde in Europa
Il tè venne pubblicizzato come bevanda salutare e rinvigorente anche in Inghilterra, dove fece ingresso negli anni ’60 del XVII secolo. Dapprima il tè venne venduto nelle caffetterie e solo in seguito entrò nel consumo domestico. Una leggenda attribuisce l’introduzione dell’uso del tè tra la nobiltà inglese alla principessa portoghese Caterina di Braganza, che nel 1662 aveva sposato il re Carlo II. In occasione del matrimonio, la Compagnia Inglese delle Indie Orientali donò al sovrano un presente di tè, procurato appositamente dai propri agenti in Asia. La Compagnia intraprese in modo ufficiale il commercio del tè dal 1686 e nel secolo successivo iniziò l’importazione regolare dal porto cinese di Canton.
Dalla fine del ‘600 il tè creò la ricchezza della Compagnia inglese delle Indie orientali
Il tè divenne presto di uso comune in tutto il Regno Unito e nelle colonie britanniche, nonché la principale fonte di reddito della Compagnia. I volumi delle importazioni divennero sempre più grandi, così come quelli del contrabbando illegale. Gli interessi legati al commercio del tè furono all’origine degli incidenti che condussero alla rivoluzione americana e anche delle guerre combattute dalle potenze occidentali per imporre l’importazione dell’oppio alla Cina.

Grazie alle coltivazioni in India gli inglesi conquistano il mercato mondiale
Nel 1824, un ufficiale della Compagnia Inglese scoprì la presenza di piante di tè selvatiche nella regione indiana dell’Assam. A partire dal 1834, dopo la perdita del monopolio sui commerci con la Cina, la Compagnia iniziò a promuovere la produzione del tè nei territori dell’India sotto il suo controllo coloniale. Vennero create grandi piantagioni, acquisiti semi, piante e manodopera specializzata dalla Cina e sviluppati macchinari moderni per produrre il tè in modo industriale. Alla fine del XIX secolo, la produzione ed esportazione di tè dall’India superò quella della Cina.
Nel XX secolo l’invenzione della “bustina” per il tè
Nel corso del XX secolo venne inventata la bustina per infondere il tè, strumento che ha modificato in modo sostanziale il modo di consumare e concepire la bevanda in molti paesi. Inoltre, si è iniziato a produrre grandi quantitativi di tè in diversi altri paesi dell’Asia, dell’Africa e del Sud America.

Nasce il tè in bustine
Oggi il tè testimonia un momento di rinnovato interesse e sviluppo. La produzione mondiale è triplicata nel corso degli ultimi quarant’anni, molti nuovi paesi hanno iniziato a produrre tè e si assiste a un aumento generale della qualità dei prodotti.
La Guida al tè
- Il tè, la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua
- Il tè, la bevanda la cui storia si perde nelle origini della mitologia cinese
- Il tè, cos’è: dalla pianta (la Camelia sinensis) alla raccolta
- Il tè, dal nero ai miscelati, tante le varietà (almeno 5mila) per lavorazione e aromi
- Il tè, oltre le varietà di quello “puro”, tutti i suoi cugini
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- Il tè, come riconoscerlo, conservarlo e … prepararlo al meglio
Per informazioni: www.ferridal1905.com