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Nasce il marchio “Riso classico” Obiettivo: garantire la tracciabilità

È stato firmato dai ministri Gian Marco Centinaio e Luigi Di Maio il decreto che dà vita al marchio “Riso classico”. Sette le varietà italiane che lo potranno utilizzare: Carnaroli, Arborio, Baldo, Roma, Sant’Andrea, Vialone Nano e Ribe. Gli agricoltori temono però un aumento dei costi e della burocrazia.

09 agosto 2018 | 12:09
Nasce il marchio “Riso classico” 
Obiettivo: garantire la tracciabilità
Nasce il marchio “Riso classico” 
Obiettivo: garantire la tracciabilità

Nasce il marchio “Riso classico” Obiettivo: garantire la tracciabilità

È stato firmato dai ministri Gian Marco Centinaio e Luigi Di Maio il decreto che dà vita al marchio “Riso classico”. Sette le varietà italiane che lo potranno utilizzare: Carnaroli, Arborio, Baldo, Roma, Sant’Andrea, Vialone Nano e Ribe. Gli agricoltori temono però un aumento dei costi e della burocrazia.

09 agosto 2018 | 12:09
 

È stato firmato dai ministri Gian Marco Centinaio e Luigi Di Maio il decreto che dà vita al marchio “Riso classico”. Sette le varietà italiane che lo potranno utilizzare: Carnaroli, Arborio, Baldo, Roma, Sant’Andrea, Vialone Nano e Ribe. Gli agricoltori temono però un aumento dei costi e della burocrazia.

Il testo del decreto - firmato dal ministro delle Politiche agricole e del Turismo, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico - detta le condizioni per l’utilizzo del riso e i criteri per la verifica della tracciabilità, stabilendo il “protocollo” che devono seguire gli operatori della filiera se vorranno utilizzare la denominazione “Riso classico”. Il marchio è valido sul territorio nazionale, a differenza di Dop e Igp che sono invece legati a un sistema di tutela della qualità riconosciuto dall’Unione europea. È un provvedimento vuole «difendere gli agricoltori», ha dichiarato il Ministro Centinaio in un tweet.

(Nasce il marchio Riso classico Obiettivo: garantire la tracciabilità)

Alcuni risicoltori però guardano al provvedimento con una certa diffidenza, lamentando da un lato un possibile aumento di costi e pratiche burocratiche, dall’altro il rischio che i consumatori continueranno a ritenere i nomi delle grandi aziende produttrici più importanti rispetto al nuovo marchio.

Ma quali sono i requisiti per ottenere il marchio “Riso classico”? Come riportato da La Provincia Pavese, i risicoltori dovranno utilizzare sementi certificate secondo la normativa in vigore, adottare sistemi per immagazzinare il “classico” separatamente e indicare il nome del marchio nei contratti di compravendita, nei documenti di trasporto e nelle fatture. Entro il 20 luglio (per il 2018 la scadenza sarà il 31 agosto), nell’annuale denuncia di superficie da inviare all’Ente nazionale risi, i risicoltori dovranno indicare i terreni che intendono destinare al “classico”.

L’Ente nazionale risi, inoltre, effettuerà controlli sugli operatori, dalla semina alla vendita, per verificare la congruenza della documentazione presentata e a campione in loco per verificare la documentazione e le registrazioni. Gli operatori coinvolti sono risicoltori, pilerie, confezionatori e commercianti di riso.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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