Val di Cembra, il territorio si riflette nella bontà dei vini
Le caratteristiche morfologiche e le condizioni pedoclimatiche favoriscono una viticoltura di grande qualità, che si esprime tanto nei vini bianchi, quanto nei rossi e nel metodo Classico
19 ottobre 2020 | 15:21
di Vincenzo D’Antonio
Siamo in Trentino, nella Valle di Cembra: boschi, paesini e vigneti. Aorta della valle il torrente Avisio, che qui arriva dopo aver percorso le Valli di Fassa e di Fiemme. Le caratteristiche morfologiche e le condizioni pedoclimatiche favoriscono una viticoltura di grande qualità, che si esprime tanto nei vini bianchi (Müller Thurgau), quanto nei rossi (Schiava e Pinot nero) e nel sontuoso spumante metodo Classico.
Qui in Val di Cembra, uno dei posti più belli del Creato, si sta agendo così. Siamo al delicato innesco di un volano virtuoso che solidamente poggia sulle visioni appena espresse, che qui ribadiamo:
- la collocazione in area mediterranea, di essa costituendo il cappuccio settentrionale;
- la commovente bellezza di un’area vocata alla vitivinicoltura eroica: micro appezzamenti di terreni scoscesi fino a quote che lambiscono i 1.000 metri, con muretti a secco che sostengono, contengono e delimitano le superfici vitate. A rettificarli, questi muretti, arriveremmo ad una misurazione incredibili: circa 700 km per una superficie vitata di circa 700 ettari;
- l’uva vive suo processo primario dal quale sortiscono vini di elevato pregio e nel suo processo derivato, tradizione plurisecolare, mediante distillazione, si addiviene ad altro prodotto di forte impatto: la grappa;
- equilibrio arduo a mantenersi: lavorare la vigna intesa come attività complementare, cioè secondo lavoro portatore di reddito aggiuntivo, fonte di autoconsumo, sfogo di passione autentica. Si è al bivio: dismissione della conduzione della vigna oppure dismissione del “primo” lavoro. In stretta correlazione a ciò, il destino delle giovani generazioni: andare via o rimanere.
La visione di sintesi delle suddette quattro considerazioni agevola anche riflessione ulteriore sul turismo in Val di Cembra. Non è il turismo da vacanza, bensì è il turismo di villeggiatura. Da villeggiante a temporary citizen. A fungere da occasione ghiotta di think tank su come prefigurare l’evoluzione della Val di Cembra è stata la 33ª edizione della rassegna “Müller Thurgau: Vino di Montagna”, organizzata dal Comitato Mostra Valle di Cembra con il supporto di Trentino Marketing, il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito della promozione delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest, e il sostegno di Consorzio Vini del Trentino.
Tutti i vini premiati hanno ottenuto un punteggio superiore agli 86,4 punti, segno della grande qualità delle etichette in concorso. Nel medagliere, 12 cantine trentine, 3 altoatesine e 3 tedesche. Dei 18 “best”, 12 sono produzioni 2019, 5 sono del 2018 e una del 2017, a conferma delle potenzialità della varietà. Una sorta di metronomo interiore, frutto di evoluzione naturale quanto di contingenze, scandisce i tempi e li situa in tre convenzionali fasi: il tempo breve, quanto ci è molto vicino; il tempo medio, quanto è all’orizzonte prossimo, già ben visibile seppure non ben contornato; il tempo lungo, la vision stella polare.
Giammai casualmente si faceva cenno alla collocazione in area mediterranea, di essa costituendo il limite settentrionale, della Val di Cembra e dei territori ad essa limitrofi fino ad includere tutto il Trentino. È considerazione di non poco conto: mediterraneità significa l’attitudine millenaria agli incontri tra genti diverse, ai flussi migratori, alle contaminazioni virtuose, agli scambi e al trarre sostentamento e sviluppo da tre elementi “sacri”: il grano, l’ulivo, la vite. Di grandissimo interesse quanto si sta cominciando a fare in Val di Cembra ripristinando la coltivazione di grani antichi, commovente lo slancio identitario degli uliveti nell’arco che delimita la parte trentina del Benaco, fortissima, in tutta evidenza, la coltura/cultura della vite.
Tempo breve: meno di un mese. Il 16 novembre ricorre il decennale del riconoscimento Unesco alla Dieta Mediterranea quale patrimonio dell’Umanità. Una dieta che non è dieta, nel senso che non prescrive regimi alimentari, bensì suggerisce sane e felici abitudini di vita, all’interno delle quali si collocano suggerimenti su alimentazione e nutrimento. Una dieta scoperta, non inventata. Una dieta che bada alla qualità della vita e non alla lunghezza del girovita. Tempo breve, si diceva e si ribadisce, per individuare modalità efficace di celebrazione della ricorrenza: confronto su cosa significhi in Val di Cembra la Dieta Mediterranea declinata nei suoi valori fondamentali di benessere e convivialità.
Tempo medio: anno 2026 le Olimpiadi invernali a Cortina. Territorio non immediatamente attiguo ma comunque non distante. Occasione irripetibile per dare alla Val di Cembra quella visibilità incrementale di cui necessita e quel posizionamento distintivo altrettanto necessario per rendersi attrattiva verso gli emergenti flussi di turismo world wide.
Tempo lungo: anno 2030, giunge a compimento Farm to Fork (F2F), il progetto strategico della Ue, a sua volta componente saliente dell’ambizioso European Green Deal. Farm to Fork è il piano decennale messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.
I principali obiettivi di F2F sono:
- favorire una filiera alimentare sostenibile dalla lavorazione alla vendita, in essa includendo anche ospitalità e ristorazione;
- combattere le frodi alimentari lungo questa filiera;
- garantire la produzione alimentare sicura e sostenibile;
- promuovere il consumo di cibi sostenibili e sostenere abitudini alimentari sane;
- ridurre gli sprechi alimentari.
Ed è proprio l’assunzione di responsabilità, il challenge ardimentoso che gli operatori della Val di Cembra, mediante i loro ambiti consortili e le loro associazioni dovrebbero cogliere ed in essa credere fermamente. Ci siamo, è la cosiddetta governance: soggetti idonei a pianificare lo sviluppo sostenibile, posto alla base di F2F, e ad espletare attività di tutoring per i loro associati passando attraverso una prima fase cruciale di ulteriore crescita professionale di tutti i soggetti coinvolti nelle due filiere convergenti dell’agroalimentare e del turismo.
Stanno vivendo i primi passi nel Green Deal, gli operatori della Valle di Cembra. Se ne rendono conto e vogliono esserne non solo partecipi, bensì operosi leader ben lieti di fungere da punto di riferimento per altri soggetti volenterosi (followers). È un cammino da fare insieme.
Dalla pandemia catalizzato sta emergendo il disegno di una nuova Italia, di un nuovo Belpaese. L’irreversibile declino dell’economia industriale, il non portare “braccia” sul luogo di lavoro bensì lasciare che le “menti” lavorino dalla dimora che più gli è congeniale (commutazione epocale da “manodopera” a “mentedopera”), fa emergere lo smartworking. Dallo smartworking quale destino per i centri direzionali delle grandi città e, di converso, quale destino di effervescente ripopolamento dei piccoli centri? Andiamo verso la new rural society.
L’emergere di un nuovo modello economico, reso possibile dalla rete e dalla conseguente digital society, ci conduce alla cosiddetta economia circolare, al salto delle intermediazioni, al rispetto massimo per l’ambiente e la natura, al riciclo, al riuso, ad aborrire dagli sprechi. Farm to Fork è obiettivo congeniale alla Val di Cembra. L’amabile gentilezza delle persone della Val di Cembra, il loro innato senso di ospitalità, la loro cultura laboriosa, l’affetto evidente alla loro terra, l’attitudine ad includere piuttosto che ad escludere portano a sensazione emozionante e piacevolissima: sentirsi subito amici.
F2F = Farm to Fork. Sì, ma in Val di Cembra F2F sta non solo per Farm to Fork, ma anche per Friend to Friend. Ed è proprio grazie a questo prezioso asset intangibile del Friend to Friend, la naturalezza e la spontaneità del fare squadra e del lavorare insieme, che l’attuazione dei tre obiettivi, per quanto ardimentosa, è perseguibile e fattibile. Val di Cembra, laboratorio della nuova normalità per una qualità di vita da voler rendere fruibile ai tanti che sapranno e vorranno apprezzarla.
I VINI PREMIATI
Dei 18 premiati con Medaglia d’Oro, 12 sono vini trentini:
- San Rocco IGT Vigneti delle Dolomiti Müller Thurgau 2019 di Azienda Agricola Casimiro;
- San Lorenz DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Bellaveder;
- Lavis Classici DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Cantina La Vis;
- Cortuta DOC Trentino Müller Thurgau 2018 di Cantina Rotaliana di Mezzolombardo;
- Casata Monfort DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Cantine Monfort;
- Musivum DOC Trentino Superiore Cembra Müller Thurgau 2017 di Cantine Mezzacorona;
- IGT Vigneti delle Dolomiti Müller Thurgau 2019 di Cantine Simoni;
- Bottega Vinai DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Cavit;
- Vigna delle Forche DOC Trentino Müller Thurgau 2018 di Cembra cantina di montagna;
- DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Fondazione Mach;
- DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Gaierhof;
- Pietramontis DOC Trentino Superiore Valle di Cembra Müller Thurgau 2018 di Villa Corniole.
A questi si aggiungono 3 altoatesini, ovvero:
- DOC Alto Adige Valle Isarco Müller Thurgau 2019 di Cantina Bolzano;
- Graun DOC Alto Adige Müller Thurgau 2018 di Cantina Kurtatsch;
- DOC Alto Adige Val Venosta 2019 di Castel Juval.
Infine i 3 vini tedeschi premiati sono:
- Deutscher Qualitateswein Pfalz Rivaner Trocken Edeshelmer Ordensgut 2019 di Anselmann;
- Mardorfer Deutscher Müller Thurgau Trocken 2018 di Winzerverein Hagnau;
- Deutscher Qualitateswein Rivaner Trocken 2019 di KK-Weine.
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Alberto Lupini