Librandi, in etichetta la ricerca sui vitigni autoctoni

Quest'anno la cantina calabrese ha iniziato un lavoro di rebranding per dar voce alla ricerca che fa sui vitigni autoctoni, protagonisti in vini come Duca San Felice e Critone

12 giugno 2020 | 08:00
di Piera Genta
Nel 2020 Librandi ha iniziato un lavoro di rebranding per comunicare in etichetta il lavoro di ricerca condotto sul tema dei vitigni autoctoni. Un lavoro di ricerca realizzato in collaborazione con illustri personalità scientifiche, tra queste il professor Attilio Scienza, il professor Donato Lanati e le facoltà di Agraria di importanti atenei italiani.


Duca San Felice, Critone e Terre Lontane

Ricerca e sperimentazione dopotutto sono sempre stati alla base della storia dell’azienda, una ricerca che continua con la quarta generazione. Sei tenute, circa 350 ettari, dei quali 232 vitati, il restante a uliveto e boschi. Rosaneti, quella più grande, situata tra i comuni di Rocca di Neto e Casabona. Nella tenuta si trova il Giardino varietale, un campo sperimentale di vitigni autoctoni che accoglie attualmente circa 200 varietà recuperate su tutto il territorio regionale disposte in un vigneto dalla caratteristica forma a spirale. Da questa sono state identificate 78 varietà uniche autoctone ed ancora 28 con grandi prospettive dal punto di vista enologico tanto da essere iscritte nel Registro delle varietà.

Alcuni numeri: una produzione di circa 2,5 milioni di bottiglie. La distribuzione avviene per il 55% in Italia e per il 45% all'estero, precisamente in 33 Paesi (in Europa la Germania rappresenta una interessante fetta dell’export, poi tanti altri, come l'Australia, la Cina, il Brasile, l'Islanda...).

Tre vini di Librandi
Duca San Felice Cirò Doc Riserva 2017 a base di Gaglioppo. Proviene da terreni argillosi misto calcarei, situati in una zona collinare storica della Doc Cirò. Viti vecchie ad alberello e una bassa resa per ettaro, in una zona dal microclima particolare con forte escursione termica, si trovano a pochi chilometri in linea d’aria tra la Sila ed il mare. Vinificato ed affinato per due anni in acciaio. Un vino di grande potenziale che sorprende per la freschezza. Naso di frutti rossi, amarena con leggeri toni speziati. Parla di macchia mediterranea e rispecchia il territorio di provenienza. La nuova etichetta che fa parte della linea “Segno Librandi” rappresenta una vista dall’alto della Doc Cirò.

Critone Calabria Igt 2019. Un blend 90% Chardonnay e 10% Sauvignon. Dal respiro internazionale, vitigni coltivati su terreni di matrice argillosa e calcarea, con il sistema di allevamento del cordone speronato. Giallo paglierino dal naso intenso di frutta tropicale. Avvolgente, con una spina dorsale sapida. Solare.

Terre Lontane Calabria Igt 2019. Con il Critone e il Gravello è uno dei tre vini che hanno fatto la storia dell’azienda, le prime annate sono del 1988. Blend al 70% di Gaglioppo ed il rimanente Cabernet franc, vinificato in acciaio. Un rosato tenue che profuma di lampone. Fresco a sapido. Un vino invitante che richiama l’estate.

Per informazioni: www.librandi.it

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