Il Collio: mezzaluna di dolci pendii, crocevia di culture, di vitigni e di famiglie

Alla scoperta del Collio, una piccola e rinomata zona vinicola del nord-est italiano, famosa per i suoi bianchi di Ribolla Gialla, Friulano e Malvasia Istriana. Una terra di confine dalle mille sfaccettature

13 aprile 2024 | 10:00
di Fosca Tortorelli

Il Collio, estrema appendice nordorientale italiana, è una realtà articolata e diversificata, un crocevia di culture; terra di confine dalle mille sfaccettature, dove si susseguono colline per circa 1300 ettari di superficie vitata. Si tratta di una zona viticola antica, la produzione dei vini intorno alla metà del terzo secolo d.C. era tanto diffusa da consentire all'imperatore Massimino, proveniente dalla Tracia e diretto all'assedio di Aquileia, di requisire nel Collio una quantità di botti e tini, tale da ricavare legname sufficiente a costruire un ponte sull'Isonzo per il transito delle sue legioni.

Questo piccolo territorio, si distingue per la sua forma a mezzaluna e si estende dalla provincia di Gorizia, tra le Alpi Giulie e il mar Adriatico, fino a intrecciarsi con i confini con la Slovenia. Aspetti caratterizzanti di questa zona collinare, collocata fra le Alpi Giulie ed l'Adriatico, sono il suo microclima - assolutamente unico per ventilazione ed escursione termica e per la “ponca”, il caratteristico terreno del Collio fatto di marne di origine eocenica, ideali per la coltivazione della vite. Antichi vigneti, piccoli borghi, riserve naturali e boschive si rincorrono su morbide colline, che custodiscono un territorio suggestivo dal microcosmo unico, ricco di differenti tradizioni e dalla storia millenaria.

Il Collio, un'area famosa nel mondo per i suoi bianchi di classe

Area geografica piccola e densa di varietà è conosciuta in tutto il mondo prevalentemente per i suoi bianchi, caratterizzati da una spiccata profondità e longevità. A farla da padrone tra le varietà territoriali, ci sono senza dubbio la Ribolla Gialla e Friulano (ex Tocai), a cui si affianca una piccolissima quota di Picolit, vino nobile e rarissimo. A questa varietà si uniscono la Malvasia istriana (probabilmente diffusa nell'alto adriatico dai marinai della serenissima, anche se l'origine va ricercata nella regione greca del Peloponneso) e le varietà internazionali (Sauvignon, Chardonnay, Pinot Bianco, Müller Thurgau, Riesling, Traminer Aromatico), alcune delle quali si sono ben adattate a questo territorio. Non va dimenticato il Pinot grigio, la cui prima testimonianza certa la si trova a Gorizia, in un'analisi del mosto di Ruländer - Pineau gris - lo si chiamava ancora così e non come oggi - datata 3 ottobre 1847 ed effettuata col mostimetro creato da Wagner. Meno noti, ma pur sempre presenti i rossi del territorio, prodotti prevalentemente con uve Cabernet, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot.

Nel 2024 i 60 anni dalla nascita del Consorzio del Collio

La vera essenza e anima del territorio, progetto ambizioso del Consorzio di tutela, è il Collio Bianco, frutto dell'assemblaggio di uve diverse, fatta eccezione per i vitigni aromatici Müller Thurgau e Traminer aromatico i quali non possono superare il 15% del totale, che vuole raccontare le caratteristiche della sua terra e dei suoi produttori. Quest'anno, tra l'altro, si festeggiano i 60 anni dalla nascita del Consorzio, oggi presieduto da David Buzzinelli, affiancato dalla direttrice Lavinia Zamaro, un traguardo importante per la Denominazione che conferma la lunga e appassionata dedizione dei produttori - conta 178 aziende socie - nei confronti della viticoltura del territorio. Un lavoro di squadra che attraverso le tante attività, mira a far crescere, promuovere e valorizzare questi luoghi ricchi di storia e di tradizione. Un tempo l'universo di riferimento era l'Italia, ora sempre più si punta alla promozione e ai mercati internazionali.

Nella comunicazione dell'identità del territorio un ruolo importante è giocato anche dalla bottiglia Collio, voluta fortemente dai suoi produttori dal 2009, che si presenta con la sua forma unica con la scritta Collio in primo piano e la capsula gialla; elemento di riconoscimento e unione. La bottiglia è stata realizzata rispettando quei valori di sostenibilità e attenzione all'ambiente che da sempre caratterizzano il Collio: i suoi 500 g di peso contro i tradizionali 550 - 600 g ne fanno un prodotto a basso impatto, per il ridotto consumo di vetro.

Consorzio del Collio, sostenibilità e ricerca

Riguardo il tema della sostenibilità ambientale, della sperimentazione vinicola e della ricerca, il Consorzio è particolarmente attivo anche da questo punto di vista, e si sta muovendo per la salvaguardia genetica dei vitigni autoctoni. Dopo un'attenta ricerca, sono stati individuati vecchi impianti di varietà autoctone (Ribolla gialla, Malvasia istriana, (Tocai) Friulano), dai quali sono state prelevate delle gemme. Da qui, attraverso una selezione massale, sono state create barbatelle e impiantati nuovi vigneti, che hanno il ruolo di banca genetica per preservare e tramandare alle generazioni future il potenziale genetico. Inoltre dal 2004, tra i primi in Italia, il Consorzio ha attivato il Piano dei controlli di filiera, che monitora l'intera filiera produttiva dei vini a Denominazione di origine, permettendo di risalire dalla bottiglia al vigneto di produzione.

Non ultimo, a partire dal 2021, il Consorzio è diventato Operatore Associato per l'ottenimento del marchio Sqnpi (Sistema di qualità nazionale di produzione integrata), che certifica il rispetto del Disciplinare di produzione integrata, ovvero quel “sistema di produzione agro-alimentare che utilizza tutti i metodi e i mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle produzioni agricole volti a ridurre al minimo l'uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare le tecniche agronomiche, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici “(art. 2 comma 4 L.4 del 3 febbraio 2011).

La grande volontà di valorizzare il Collio

Durante una tre giorni di approfondimento sul territorio, è emersa su tutto la componente umana e la voglia comune di valorizzare le bellezze di questa zona. Un tema importante e di confronto ha riguardato proprio il Collio Bianco, che sta cercando nel suo essere di diventare portavoce del territorio. A tal proposito da alcuni anni, un piccolo gruppo di produttori ha iniziato a portare avanti il progetto del Collio Doc da uve Autoctone; un'idea partita da quattro giovani produttori che hanno deciso di lanciare per primi questo progetto aperto a tutti, che prevede l'utilizzo di tutte le tre varietà (Friulano, Malvasia, Ribolla Gialla) con prevalenza del Friulano.

Tanti i vini degustati e le persone vere conosciute, che fanno capire il legame che ciascuno di loro ha con la propria terra, il credere sempre più nella potenzialità, nella longevità delle proprie varietà e nell'unicità dei propri luoghi. Come ha sottolineato la carismatica produttrice Ornella Venica: «La nostra realtà è fatta di famiglie che si rimboccano le maniche per diventare portavoce del territorio; il nostro Collio è una realtà autentica, dove la maggioranza di noi considera il vigneto come il giardino di casa propria. Quello che stiamo cercando di fare è avere cura e rispetto della nostra realtà, condividendo insieme valori comuni».

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Alberto Lupini


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