Dormire poco fa male al cervello
Secondo una recente ricerca sono sufficienti cinque giorni di carenza di riposo per lasciare veri e propri danni strutturali a carico delle fibre nervose
13 luglio 2019 | 15:38
Dormire poco fa male al cervello. A dirlo è uno studio sui topi condotto da Chiara Cirelli della University of Winsconsin-Madison e Michele Bellesi dell'Università Politecnica delle Marche (Ancona). I loro risultati mostrano che la guaina protettita che isola i nervi, la mielina, si assottiglia in soli 5 giorni di carenza di sonno. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Sleep.
Nell'esperimento «abbiamo tenuto svegli i topi per 4 giorni e mezzo - ha spiegato Bellesi all'Ansa - quindi la riduzione di sonno è stata circa del 70% (cioè i topi dormivano solo un terzo del normale). Se volessimo translare questa limitazione del sonno a un uomo che dorma in media 7 ore a notte significherebbe farlo dormire circa due ore per notte per 4 giorni e mezzo».
Dopo questa limitazione del sonno sui topi, gli effetti non si sono fatti attendere, e, anzi, sono stati notevoli ed immediati: si è potuto notare una rapida riduzione della mielina, struttura fondamentale per la salute del cervello. Lo stesso danno potrebbe verificarsi anche con una deprivazione di sonno meno intensa ma più duratura nel tempo (ad esempio dormendo solo 5 ore per notte per diverse settimane).
«Non sappiamo se il deficit di mielina permanga a lungo termine - ha detto Chiara Cirelli - ma lo studio, il primo di questo tipo, suggerisce che ci possano essere danni strutturali dovuti alla perdita di sonno anche in una struttura come la mielina, considerata di per sé molto "stabile"».
Bisogna anche dimostrare che la stessa cosa accada nell'uomo, ha ricordato Bellesi. Una possibile direzione di questa ricerca, conclude, potrebbe essere proprio quella di utilizzare la tomografia ad emissione di positroni (Pet) con traccianti radioattivi per scoprire se la carenza di sonno determini una riduzione del contenuto di mielina anche nell'uomo.
Nell'esperimento «abbiamo tenuto svegli i topi per 4 giorni e mezzo - ha spiegato Bellesi all'Ansa - quindi la riduzione di sonno è stata circa del 70% (cioè i topi dormivano solo un terzo del normale). Se volessimo translare questa limitazione del sonno a un uomo che dorma in media 7 ore a notte significherebbe farlo dormire circa due ore per notte per 4 giorni e mezzo».
Dopo questa limitazione del sonno sui topi, gli effetti non si sono fatti attendere, e, anzi, sono stati notevoli ed immediati: si è potuto notare una rapida riduzione della mielina, struttura fondamentale per la salute del cervello. Lo stesso danno potrebbe verificarsi anche con una deprivazione di sonno meno intensa ma più duratura nel tempo (ad esempio dormendo solo 5 ore per notte per diverse settimane).
«Non sappiamo se il deficit di mielina permanga a lungo termine - ha detto Chiara Cirelli - ma lo studio, il primo di questo tipo, suggerisce che ci possano essere danni strutturali dovuti alla perdita di sonno anche in una struttura come la mielina, considerata di per sé molto "stabile"».
Bisogna anche dimostrare che la stessa cosa accada nell'uomo, ha ricordato Bellesi. Una possibile direzione di questa ricerca, conclude, potrebbe essere proprio quella di utilizzare la tomografia ad emissione di positroni (Pet) con traccianti radioattivi per scoprire se la carenza di sonno determini una riduzione del contenuto di mielina anche nell'uomo.
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