Una cattiva digestione può iniziare dalla masticazione
I problemi a livello digestivo sono piuttosto frequenti e possono avere cause molteplici. Solo in pochi casi il fastidio si trasforma in dispepsia cronica, per cui è necessario rivolgersi a un medico
04 marzo 2020 | 17:48
Dei sintomi più comuni e soprattutto di cause e rimedi della cattiva digestione, ha parlato Silvio Danese, responsabile del Centro per le malattie infiammatorie croniche intestinali di Humanitas, in un’intervista tv, riportata su Humanitasalute, che vi proponiamo di seguito.
«La masticazione è fondamentale per vari motivi - ha detto Danese - innanzitutto la triturazione del cibo che avviene in bocca aiuta il lavoro successivo dello stomaco; vi sono poi degli enzimi nella saliva che facilitano la digestione ed è stato poi di recente scoperto che quando mastichiamo si creano delle piccole ferite (microtraumi) sulle gengive attraverso le quali, le cellule del sistema immunitario sentono gli alimenti ed evitano che si inneschi una risposta aggressiva contro gli alimenti».
I problemi a livello digestivo si manifestano in genere con dolore, bruciore di stomaco, senso di pesantezza, sazietà precoce e gonfiore. Talvolta, alcuni stili di vita comportamentali scorretti determinano una maggior difficoltà per lo stomaco, ne sono un esempio una masticazione insufficiente, mangiare in maniera frettolosa, fare dei pasti abbondanti e sdraiarsi dopo aver mangiato. La sonnolenza post prandiale è un processo che può verificarsi perché quando digeriamo il sangue viene richiamato verso l’apparato digerente e questo può indurre sonnolenza, difficoltà di concentrazione e mal di testa. «La dispepsia inoltre spesso si associa ad alterazioni del tono dell’umore, per cui durante i periodi di stress può essere più frequente. Non bisogna poi dimenticare la qualità di ciò che mangiamo perché la buona digestione inizia in cucina», ha specificato lo specialista.
«Se la dispepsia è cronica, e dunque i sintomi si protraggono per 2-3 mesi - ha aggiunto - è bene rivolgersi al medico o allo specialista, al fine di comprendere le cause sottostanti, anche se purtroppo in tre volte su quattro non si riesce a identificare cosa determini una cattiva digestione. A volte questa può essere dovuta alla presenza di una gastrite, di un’ulcera, al reflusso gastroesofageo, a problemi a carico dell’apparato biliare, assunzione di alcuni farmaci. In questi casi è possibile risolvere il problema. Nel restante 75% dei casi in cui la dispepsia è idiopatica si interviene trattando i sintomi».
Laddove la dispepsia sia idiopatica, si procede con terapia farmacologica. Inizialmente ci si indirizza verso farmaci antisecretivi, che riducono la produzione di acido, oppure farmaci che aiutano la motilità e dunque lo svuotamento gastrico. «Per ogni paziente sarà necessario trovare la terapia efficace, perché non tutti rispondono allo stesso modo a uno stesso specifico trattamento», ha concluso il professor Danese.
Dolore, bruciore di stomaco e nausea sono i sintomi della cattiva digestione
«La masticazione è fondamentale per vari motivi - ha detto Danese - innanzitutto la triturazione del cibo che avviene in bocca aiuta il lavoro successivo dello stomaco; vi sono poi degli enzimi nella saliva che facilitano la digestione ed è stato poi di recente scoperto che quando mastichiamo si creano delle piccole ferite (microtraumi) sulle gengive attraverso le quali, le cellule del sistema immunitario sentono gli alimenti ed evitano che si inneschi una risposta aggressiva contro gli alimenti».
I problemi a livello digestivo si manifestano in genere con dolore, bruciore di stomaco, senso di pesantezza, sazietà precoce e gonfiore. Talvolta, alcuni stili di vita comportamentali scorretti determinano una maggior difficoltà per lo stomaco, ne sono un esempio una masticazione insufficiente, mangiare in maniera frettolosa, fare dei pasti abbondanti e sdraiarsi dopo aver mangiato. La sonnolenza post prandiale è un processo che può verificarsi perché quando digeriamo il sangue viene richiamato verso l’apparato digerente e questo può indurre sonnolenza, difficoltà di concentrazione e mal di testa. «La dispepsia inoltre spesso si associa ad alterazioni del tono dell’umore, per cui durante i periodi di stress può essere più frequente. Non bisogna poi dimenticare la qualità di ciò che mangiamo perché la buona digestione inizia in cucina», ha specificato lo specialista.
«Se la dispepsia è cronica, e dunque i sintomi si protraggono per 2-3 mesi - ha aggiunto - è bene rivolgersi al medico o allo specialista, al fine di comprendere le cause sottostanti, anche se purtroppo in tre volte su quattro non si riesce a identificare cosa determini una cattiva digestione. A volte questa può essere dovuta alla presenza di una gastrite, di un’ulcera, al reflusso gastroesofageo, a problemi a carico dell’apparato biliare, assunzione di alcuni farmaci. In questi casi è possibile risolvere il problema. Nel restante 75% dei casi in cui la dispepsia è idiopatica si interviene trattando i sintomi».
Laddove la dispepsia sia idiopatica, si procede con terapia farmacologica. Inizialmente ci si indirizza verso farmaci antisecretivi, che riducono la produzione di acido, oppure farmaci che aiutano la motilità e dunque lo svuotamento gastrico. «Per ogni paziente sarà necessario trovare la terapia efficace, perché non tutti rispondono allo stesso modo a uno stesso specifico trattamento», ha concluso il professor Danese.
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