Sincero, caparbio, affidabile Emanuele Mazzella si racconta
07 maggio 2017 | 19:02
di Clara Mennella
In casa, a Ischia, si mettevano in tavola i prodotti e i profumi del territorio, con il papà che è strato fra i primi pescatori di paranza e la nonna che amava avere Emanuele bambino come aiutante e piccolo sous-chef.
Poi la scuola alberghiera e il percorso professionale e serio attraverso le cucine di tutta Italia, dal Sud alle Dolomiti, con un passaggio in Inghilterra, fino a maturare la sua idea di cucina che si riassume in una sorprendente semplicità. Tra le tante esperienze ha scelto come mentori Nino Di Costanzo, Gaetano Trovato e naturalmente... la nonna!
Da bambino cosa sognavi di diventare?
Pilota di Formula Uno
Il primo sapore che ti ricordi?
Agrumi
Qual è il senso più importante?
Olfatto
Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato?
Ci sto lavorando...
Come hai speso il primo stipendio?
La prima rata della Vespa per andare al lavoro
Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Spaghetti al pomodoro, pizza e mozzarella di bufala
Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Un pezzo di Parmigiano
Qual è il tuo cibo consolatorio?
Spaghetto al pomodoro
Che rapporto hai con le tecnologie?
Se funzionano... ho un buon rapporto
All’ Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
Le interiora, il quinto quarto
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
La mia compagna (presto moglie)
Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
Joan Mirò
Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
“Il meglio deve ancora venire” di Ligabue
Per informazioni: www.villaporropirelli.com
© Riproduzione riservata
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Alberto Lupini