Il pasticcere stia in negozio Così conquista la fiducia del cliente

Il professionista deve saper organizzare spazi e tempi per proporre direttamente al consumatore - faccia a faccia - i propri prodotti soprattutto quando sono per gli intolleranti. L’empatia è cruciale

16 aprile 2020 | 09:01
di Roberto Lestani
Avrebbe potuto essere la Pasqua dedicata a dolci tipici e Colombe sempre più “senza” (glutine, lattosio e compagnia) e invece tutto è rimandato al dopo emergenza. Poco male (vediamo il bicchiere mezzo pieno) perché potrebbe essere il momento per i pasticceri di riorganizzare a tavolino il proprio lavoro per ripartire con un piglio diverso. Sì, perché per pensare di dedicare una parte di business ai prodotti “senza” bisogna aver in mente come lavorare. L’attenzione ad evitare contagi e contaminazioni deve essere massima così come eccezionale deve essere la conoscenza di quelle che si può e non può fare per vendere in sicurezza le proprie creazioni. Sbagliare il minimo dettaglio potrebbe essere deleterio perché a oggi i clienti sono estremamente preparati e sanno forse anche di più dei professionisti.


Tempo di pianificazione per i pasticceri

Come fare per conquistare la loro fiducia? Facendo il marketing più sano, semplice e genuino: essere in negozio. Molti mi dicono che non hanno tempo per restare in negozio, io dico che è questione di organizzare il lavoro e che farsi trovare di fronte al cliente pulito, preparato, in divisa, consapevole sia un “investimento” a cui non si può proprio rinunciare. L’empatia è una carta che il professionista deve giocarsi, la chiacchiera con il cliente è parte integrante del lavoro. Allo stesso modo non si può pensare di fare cose a metà; se il pasticcere di turno decide di investire nel “senza” non può permettersi di farlo puntando su un prodotto e basta, ma deve creare una linea intera che trasmetterà al consumatore una autorevolezza maggiore.

Attenzione del prof massima e professionalità al centro. Devo rispettare dinamiche nella scelta dei prodotti e nella catena produttiva. Devo anche fare un marketing particolare sulla mia azienda, dare senso di pulizia, ordine e precisione per far stare tranquillo il cliente. Detto questo, in un periodo in cui tutti vogliono fare tutto, credo che un pasticcere che decide di aprire da zero la propria attività non possa basarsi solo sui dolci “senza”, troppo rischioso. Piuttosto questo potrebbe essere una scelta di un pasticcere navigato che amplia la sua offerta. Il mercato del “senza” insomma va monitorato ed è utile puntarci, ma credo che ancora non possa camminare da solo sulle proprie gambe.

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Alberto Lupini


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