Formazione dei barman Il governo elimini costi e burocrazia

Mentre tanti professionisti attendono di poter riprendere a pieno regime le loro attività, il governo dovrebbe favorire l’organizzazione di corsi formativi attraverso agevolazioni fiscali e burocratiche . In questo modo migliorerebbe la qualità del servizio al bar, facendo fruttare il periodo di stop obbligatorio

30 maggio 2020 | 09:15
di Ernesto Molteni
Lemergenza virus non è ancora terminata, ma in ogni caso dobbiamo gestire una ripresa economica che potrà risultare ben più ardua di quella del contagio. Non parliamo di risorse economiche, quelle non potranno compensare in modo esauriente tutte le problematiche. Ciò che sarebbe utile nel nostro settore, almeno fino a quando non si torni alla normalità, consiste nell’attuare delle semplici facilitazioni amministrative, fiscali e soprattutto burocratiche. Le forze di governo dovrebbero avere il coraggio di cambiare il sistema almeno per un determinato periodo di tempo fino a che tutto non rientri nella “normalità”.

Per coloro che lavorano nel settore bar, così come in altri comparti, si prevede una mancanza di operatività e lavoro per un minimo del 50%. Cosa si può fare per tutti coloro che staranno a casa? Facciamo qualcosa di costruttivo, diamo loro la possibilità di migliorare la loro formazione in modo tale che quando il mercato tornerà ai suoi ritmi abituali potremo rilanciarci con una migliore professionalità, pronti per le sfide future e per migliorare il servizio turistico.



La formazione professionale, quella più idonea, in genere viene offerta sia da scuole private che da associazioni professionali. In questo momento però si trovano bloccate a causa degli alti costi dovuti all’aspetto amministrativo e fiscale, il che rende impossibile sia l’organizzazione dei corsi che la partecipazione ad essi da parte degli aspiranti professionisti, i quali non possono permettersi di pagare in questo momento quote elevate.

Facciamo in modo, almeno per un anno, che chiunque possa organizzare corsi formativi pagando solo una piccola tassa allo Stato sul totale del corso, senza la necessità di aprire una partita iva, di essere assicurato, di pagare i contributi e altri balzelli di questo tipo, in modo tale da diminuire i costi e fare in modo che molti possano partecipare ai corsi in vista di un futuro inserimento nel mondo del lavoro piuttosto che stare a casa. Ritengo che non sia uno sforzo così grande da parte delle istituzioni, stiamo parlando di corsi... In un contesto di emergenza non solo sanitaria ma anche economica, credo che facilitare queste cose non dovrebbe essere così irrealizzabile e porterebbe sicuramente a dei benefici futuri.

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Alberto Lupini


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