Cassa integrazione, secondo round Ci sono anche bar e ristoranti

È stato chiarito che anche le imprese dell'Horeca possono chiedere l’accesso all’ammortizzatore sociale, così come previsto dal decreto legge Rilancio Italia, per altre cinque settimane . 4 settimane in più per chi opera in Lombardia, Emilia e Veneto. Intanto aspettiamo per oggi, come promesso dall'Inps, il saldo degli arretrati

12 giugno 2020 | 13:16
Prende il via anche per le imprese che operano nel settore della ristorazione, nonostante i dubbi circolati nelle scorse ore, la seconda tranche di cassa integrazione prevista dal Decreto legge Rilancio Italia del 17 marzo scorso. I titolari di bar e ristoranti che, come chiarito dalla circolare dell’Inps in allegato (ripresa anche dal Sole 24 Ore), rientrano sotto l’ampio cappello del settore turistico, avranno dunque la possibilità di chiedere l’accesso all’ammortizzatore sociale ancora per 5 settimane, seppure con le restrizioni previste dal Governo e comuni a tutte le aziende.

Nuovi moduli da compilare per ricevere i soldi della cassa integrazione

Il decreto stabilisce infatti che le nove settimane di cassa integrazione previste per i periodi compresi dal 23 febbraio al 31 agosti siano incrementate per ulteriori 5 settimane solo nel caso di aziende che abbiano già usufruito interamente dell’ammortizzatore concesso in precedenza. Restano tuttavia alcuni dubbi sulla procedura, che saranno chiariti da nuove istruzioni da parte dell’Inps, oltre al fatto che nelle prime settimane i soldi dallo Stato sono arrivati in ritardo e con il contagocce.

Solo poco più della metà dei ristoratori ha infatti già ricevuto gli aiuti promessi, nonostante le rassicurazioni dell'Inps e del suo presidente. I datori di lavoro, esasperati da ritardi e burocrazia, dovranno ora verificare la modalità con cui è stata programmata la prima parte di cassa integrazione ed eventualmente richiedere i giorni ancora disponibili prima di accedere alla seconda tranche.

Intanto entro oggi dovrebbero essere pagati dallo Stato (il condizionale ormai è d'obbligo, viste le figuracce accumulate dall'Inps in questi mesi) tutti gli arretrati nei pagamenti della cassa integrazione straordinaria in deroga, ovvero 600mila lavoratori. Ci aspettiamo dunque che alle 24 di oggi le promesse del numero uno dell'Inps, Pasquale Tridico, siano esaudite una volta per tutte. Contrariamente, chiediamo fin d'ora alle aziende di segnalare il mancato arrivo del bonifico assicurato dall'Istituto.

Tornando alla seconda fase della Cig, lo snellimento del processo per la cassa integrazione in deroga introdotto dal decreto Rilancio stabilisce (lo ricordiamo) che le domande vanno presentate all’Inps, senza passare dalle Regioni, riducendo quindi in maniera significativa i tempi rapidi di deposito istanza. Inoltre l’Inps riconosce un anticipo nella percentuale del 40% sul trattamento spettante e la possibilità per il datore di lavoro di anticipare il pagamento (poi restituito a conguaglio).

I datori di lavoro che dovranno chiedere l’autorizzazione delle prime 9 esclusivamente alle Regioni, potranno, a decorrere dal 18 giugno, chiedere le ulteriori settimane di cassa integrazione all’Istituto.

C’è poi un capitolo che riguarda le aziende che operano in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Per loro è ancora possibile chiedere – finché saranno disponibili i fondi stanziati – le 4 settimane di cassa integrazione previste per la zona gialla. Si tratta di settimane che vanno ad aggiungersi alle 9 previste per tutti. La normativa prevede che sarà possibile accedere a queste 4 settimane dopo aver esaurito le altre, per coprire almeno in parte i mesi di settembre e ottobre. Una deroga che vale, in particolare, per i comparti del turismo (e dunque anche per la ristorazione), delle fiere, dei congressi e dello spettacolo.

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Alberto Lupini


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