Comincioli, nuovo presidente Coldiretti Lombardia, al lavoro per il turismo enogastronomico

«Il rapporto turismo - enogastronomia, è uno degli argomenti che più mi sta a cuore e che cercherò di affrontare nel migliore dei modi avviando alleanze e sinergie fra gli operatori dei due settori». [...]

19 settembre 2023 | 11:47

«Il rapporto turismo - enogastronomia, è uno degli argomenti che più mi sta a cuore e che cercherò di affrontare nel migliore dei modi avviando alleanze e sinergie fra gli operatori dei due settori». Così Gianfranco Comincioli, 63, bresciano, perito agrario di Puegnago del Garda, nuovo presidente di Coldiretti Lombardia. È stato eletto la settimana scorsa a Milano al termine dell’assemblea dei delegati dell’associazione.

Un piccolo imprenditore agricolo a tutto tondo, fra i migliori produttori italiani di vino (insuperabili il suo chiaretto Diamante e il rosso Gropel) e di olio di oliva (il Casaliva n°1 ha ottenuto premi a livello internazionale.)

L'uomo giusto al posto giusto di direbbe, tanto per la capacità professionali quanto per l'esperienza dimostrata nella conduzione della cantina e degli oliveti nell'entroterra gardesano, affiancato dalla moglie e dai due figli.

«Il bello - ci ha dichiarato - inizia adesso. Tante sono le sfide e i temi da affrontare, anzitutto l'emergenza sanitaria con la delicata situazione della peste suina africana che rischia di mettere in ginocchio il settore suinicolo e la produzione dei derivati, a partire dal prosciutto crudo, una delle eccellenze del made in Italy. E ancora, la sostenibilità ambientale, danni del maltempo, e le normative comunitarie sull'etichetta dei vini e la carne sintetica. Insomma, il lavoro da fare è tanto in accordo con il presidente nazionale, un altro bresciano, Ettore Prandini».

Coldiretti Lombardia si affida quindi ad un uomo della terra che quotidianamente è abituato a lavorare concretamente e ad affrontare (e risolvere) i problemi di un mondo in continua evoluzione . E con una cura quasi maniacale per l’eccellenza. Ricordiamo quando alcuni anni fa decise di non commercializzare una stagione vinicola, perché non aveva raggiunto i parametri di qualità stabilita dalla sua cantina.

Di Renato Andreolassi

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